Le stagioni ieri e oggi
Sarà vero ciò che ho letto su un foglio locale che l'inverno comincia qui da noi il 29 novembre?
Certo è che abbiamo da fare i conti con variazioni impreviste nel passato e imprevedibili nel futuro.
Alcune persone mi narrano i loro disagi "infiniti" appesantiti dalle variazioni climatiche.
Per me il disagio maggiore consiste nella impossibilità o estrema difficoltà del camminare, tanto necessario per spalle e gambe. Ho bisogno del cammino spirituale, ma anche di quello fisico che è vitale. In ogni caso occorre cercare dei rimedi. Per me è la scrittura, la lettura, il tempo del silenzio come preghiera o il cercare di capire un po’ meglio il bianco e il nero della mia persona e rallegrarmi che è il mio nome sta sparendo dai titoli generali.
Qualche conversazione in più, qualche gruppo e qualche telefonata… fanno un gran bene.
Un po’ di tempo lo trascorro nel contemplare due foto di Fiorentina finché sono vivo e cammino come facevo ogni giorno con Lei.
E poi a me fa bene essere il silenzio e detesto l'attuale prevalente televisione e cultura del chiasso e delle apparizioni e le loro storie.
Io in realtà ho una carta da giocare che mi farebbe volare nel luogo della felicità. Credo che l'inverno mi porti all'uscio di casa e mi apra alla vita eterna che Dio indugia a darmi.
Queste giornate sono per me talora molto gioiose perché incontrare, studiare, scrivere o leggere una lettura, ricevere la posta mi rallegra come se fossi un ragazzo che va a scuola.
Una comunicazione importante. Posso accogliere inviti a celebrare la festa del matrimonio solo fino al 15 dicembre. E forse la "partita" si chiude ben prima.
Grande tristezza è invece pensare a naviganti in questa Europa delle guerre e delle frontiere chiuse.
Il 20 ottobre partecipo alla festa dell'amicizia a casa di Stefania ed Esperanza e trovarci fisicamente conferisce una gioia di cui abbiamo bisogno.
Mia sorella Lella è con me ciò che resta della nostra famiglia e l'amore tra di noi è cresciuto con gli anni.
Finché vivo potete trovarmi in via Porro 16 a Pinerolo.
Ogni bene a chi legge queste righe.
In tutta velocità ed affettuosità,
don Franco Barbero