sabato 19 ottobre 2024

 

AI GRUPPI CRISTIANI DI BASE


Uno sguardo al passato

Guardando alla nostra storia o in particolare alla storia della nostra fede, c’è stato un “momento” in cui abbiamo avvertito il disagio di restare in quelle strutture e culture ecclesiastiche e abbiamo sentito l'esigenza di “congedarci” da esse.

Erano troppo strette ed arcaiche. Per alcuni di noi è stata una rottura, per altri/e un allontanamento in attesa di tempi migliori, nella speranza di una chiesa più evangelica e più umana.

In ogni caso non ha, se non momentaneamente, comportato l’archiviazione del tema “fede” e la cancellazione dell’orizzonte del divino. In molti casi si è trattato del passaggio da una partecipazione assidua a una frequentazione saltuaria, occasionale, distaccata, critica.

Parecchi di noi in tale contesto hanno sentito la necessità di creare spazi nuovi, separati dall’istituzione ufficiale, proprio per poter proseguire l'esperienza di fede.

Potremmo dire che è avvenuto un percorso di deistituzionalizzazione. Saturi/e di ritualismi, di dogmi e di devozioni, abbiamo quasi avvertito un’avversione per ciò che sa di istituzionale. In qualche caso si sono confusi i guai e le perversioni dell’istituzione chiesa con il fatto che è difficile o impossibile essere chiesa come comunità di cristiani/e senza un dato istituzionale.

La rimozione di ogni dimensione istituzionale costuituisce nei fatti una scorciatoia, una semplificazione ed un impoverimento.

Chi non è caduto in questa trappola e non ha semplicisticamente confuso l’istituzione toutcourt con il dogmatismo e il clericalismo, ha presto riconsiderato l’utilità del dato istituzionale e ha riscoperto i semi di vita che, nonostante le profonde contraddizioni, la precedente esperienza ecclesiale tradizionale aveva deposto nel profondo della propria vita. Restava almeno il messaggio che non si vive invano, che la vita ha un senso, che possiamo aver fiducia in Dio e che l’amore è la sostanza della fede. In ogni caso, tranne che la critica all’istituzione chiesa abbia determinato la cancellazione dell’orizzonte della fede, questo cammino ha comportato il dono prezioso di un salutare smarrimento. Se siamo qui stasera, è perché il seme deposto nel cuore sente l’urgenza e il bisogno di cercare e creare dei punti di riferimento comunitario.

Senza di essi la fede si dissolve come in un vuoto e la stessa cultura liquida della nostra società individualista rende quasi impossibile un cammino di fede che non abbia una dimensione sia personale che comunitaria ben strutturata.

Ciò che abbiamo fatto in questi anni è proprio il tentativo di creare e di costruire nel Gruppo Primavera un riferimento costante e in altre realtà affini altri momenti e punti di riferimento. Si è trattato di un cammino personale e comunitario prezioso di cui possiamo rallegrarci e lodare Dio.

Sono spesso stati i bimbi e i ragazzi a sollecitare la nostra ricerca e il nostro impegno e così sono nati i “gruppi catechesi” e le varie feste del Gruppo Primavera, la due giorni di conclusione e programmazione. Tappe scelte e vissute insieme. Anch'io le porto nel mio cuore con gioia, emozione e gratitudine.

(continua)