venerdì 11 ottobre 2024

Piccola antologia

 

Il bisogno di un nuovo linguaggio

“Se Gesù di Nazareth vivesse ai nostri tempi e noi, figli della modernità,  c’incontrassimo con lui, useremmo un linguaggio del tutto diverso per esprimere la stessa esperienza di profonda sacralità che i suoi discepoli hanno vissuto nell'incontro con lui.

Non useremmo mai immagini quali “re”, “gran sacerdote”, “agnello di Dio”, “verbo”, “seduto alla destra di Dio”, né definizioni dogmatiche del suo rapporto con Dio come seconda persona della Santissima Trinità. Ciò non invalida le antiche formulazioni; significa piuttosto che non sono piu vincolanti per l’uomo moderno perché non trasmettono più alcuna intuizione rivelatrice”.

da Roger Lenaers, “Il sogno di Nabucodonosor”, ed. Massari pag 45.

Esegesi e dogmi

“Per l’esegeta il dogma non rappresenta qualcosa di fisso, dinanzi a cui ci sia solo sottomissione. L’esegeta non deve soltanto giustificare posteriormente il dogma, ma lo deve interpretare in base alla sua visione.

L’esegeta deve dire che cosa, dal punto di vista della sua disciplina, un dogma può significare e non significare. Ogni progresso della conoscenza esegetica è nello stesso tempo un progresso nell’interpretazione dei dogmi. In questa determinazione dinamica e storica del rapporto tra dogma ed esegesi si concretizza l’unità di tensione che esiste tra Vangelo e dogma”.

Walter Kasper, “Il dogma sotto la parola di Dio”, ed. Queriniana 1965 pag. 139.

(continua)