venerdì 11 ottobre 2024

L'abisso morale della società israeliana

Meron Rapoport, Sikha Mekomit/+ Magazine, Israele


Nell'operazione militare a Gaza la disumanizzazione del nemico ha raggiunto livelli mai visti. E oltre a colpire i palestinesi rischia di distruggere la società israeliana.

All'alba del 10 agosto il portavoce dell'esercito israeliano ha informato i giornalisti di un attacco contro un "comando militare situato nel complesso scolastico di Al Tabaeen, che serve da rifugio per gli abitanti della città di Gaza". Il quartier generale, ha continuato il portavoce, "lo usano i terroristi di Hamas come nascondiglio. Da lì pianificano attacchi contro i soldati e i cittadini di Israele. Per ridurre la possibilità di causare danni ai civili sono state prese misure come l'uso di munizioni di precisione, strumentazioni video e informazioni d'intelligence".

Poco dopo sono cominciate a circolare le immagini sconvolgenti della scuola di Al Tabaeen, in cui si vedevano mucchi di carne e resti umani portati via in sacchetti di plastica. Si parlava di cento palestinesi uccisi nell'attacco, in gran parte mentre seguivano la preghiera dell'alba all'interno della struttura.

La dichiarazione del portavoce dell'esercito è indicativa della radicale trasformazione all'interno della società israeliana nei confronti della vita dei palestinesi a Gaza. L'esercito sapeva che nella scuola c'erano gli sfollati. Il portavoce non ha parlato di colpi di arma da fuoco o di razzi sparati da Hamas dall'edificio e non ha neanche detto che fosse stato dato un avvertimento. In altre parole, l'esercito ha bombardato un rifugio pieno di persone, consapevole di quali sarebbero state le conseguenze.

Nessun rimorso

Non deve sorprendere che i mezzi d'informazione israeliani abbiano fatto propria la versione dell'esercito. Quando si tratta di uccidere palestinesi, non c'è spazio per lo scetticismo: a Gaza i militari hanno sempre ragione. Ogni guerra comporta un certo livello di disumanizzazione del nemico. Ma nell'attuale operazione militare a Gaza sembra che la disumanizzazione dei palestinesi sia quasi totale.

Dopo ogni guerra combattuta dagli israeliani negli ultimi decenni c'erano sempre state manifestazioni pubbliche di rimorso. La guerra dei sei giorni del 1967 fu seguita dalla pubblicazione di un libro con le testimonianze di soldati alle prese con dilemmi morali. Dopo i massacri ci fu qualche rimorso. Ora nessun rimorso.

Da Internazionale, 13 settembre 2024