venerdì 11 ottobre 2024

Azzardo, un’emergenza negata


L’azzardo in Italia è una torta sempre più grande, che cresce di dimensioni e nella quale la fetta dei volumi lordi giocati online è in tendenziale ampliamento ed è destinata a divenire, nel breve-medio periodo, la parte strutturalmente più rilevante in tutti i territori. La modalità di gioco fisica è però tutt’altro che superata e, in molte realtà territoriali, si sta ritornando ai valori assoluti pre-pandemia. Non esiste una contrapposizione “gioco fisico VS gioco online”, oggi semplicemente si è ampliata l’offerta. Si sta diffondendo la figura del “supergiocatore” in grado di accedere alle piattaforme da remoto, ma che non rinuncia alla frequentazione delle sale da gioco fisiche.

I numeri complessivi dell’azzardo 2023 evidenziano che in dieci anni la raccolta è cresciuta del 78%, mentre il denaro perso dagli italiani, quasi 22 miliardi nel 2023, è cresciuto nello stesso periodo del 30%. Stiamo parlando di una raccolta complessiva di 84 miliardi nel 2013, saliti a 136 miliardi nel 2022 e a 150 nel 2023. Dieci anni nei quali si sono registrati peraltro due anni di pandemia (che ha comportato la temporanea chiusura delle attività) ed una pesante crisi economica, che ha ridotto in modo significativo il potere d’acquisto dei salari. Ma quanti sono 150 miliardi di raccolta? 150 mld equivalgono all’89% della spesa alimentare degli italiani, stimata per il 2023. 150 mld equivalgono a 5 volte l’importo della legge di bilancio 2024. La spesa sanitaria nel 2023 ammonta a 131,1 mld. E a cosa corrispondono i 22 miliardi persi nell’azzardo dagli italiani? E’ come se venisse del tutto azzerato il reddito annuale netto di oltre 1.100.000 lavoratori a tempo pieno, di buon livello e anzianità, con una busta paga mensile netta attorno ai 1.500 euro. Numeri che salirebbero vorticosamente con altri esempi, visti i salari medi di alcuni settori. Mentre per quanto riguarda l’azzardo online, sono 82 i miliardi raccolti nell’azzardo in rete nel corso del 2023; erano 49 nel 2020. In quattro anni si registra una crescita del 67%.

Nel corso del 2023 ogni italiano/italiana tra i 18 ed i 74 anni (range nel quale si concentra la quasi totalità dei giocatori) ha “investito” nel gioco d’azzardo ben 1.926 euro. Qui il Libro Nero dell’azzardo online: https://www.federconsumatori.it/wp-content/uploads/2024/05/ln2_revfinale_24maggio2024.pdf.

L’azzardo online si diffonde sempre più, arrivando a condizionare anche il più piccolo dei comuni italiani. Lo dimostra “Non così piccoli. L’azzardo online nei piccoli comuni italiani”, il rapporto della Cgil, della Federconsumatori e della Fondazione Isscon che, a pochi mesi dalla seconda edizione del “Libro Nero dell’azzardo online”, approfondisce i dati, mai esplorati in precedenza, dei 3.232 comuni italiani tra 2.000 e 9.999 abitanti, corrispondenti a un quarto della popolazione italiana e al 41% dei comuni. Un tentativo che trova non pochi ostacoli, il primo dei quali è rappresentato dalla limitazione alla diffusione dei dati della gran parte del gioco fisico decisa dal Parlamento nel dicembre 2019.

I Comuni italiani sono centrali in ogni tentativo di contenere la crescita dell’azzardo. 150 miliardi di gioco complessivo annunciato dall’Agenzia Dogane e Monopoli per il 2023, è infatti un numero talmente grande da diventare astratto, lontano. Se, invece, si esamina la propria città, se si studia quanto viene speso e perso nelle Slot, nel gioco online, nel Gratta&Vinci, inevitabilmente si dà corpo e sangue a quei numeri, se ne intuiscono l’enormità e le anomalie, in termini di disagio e possibili infiltrazioni criminali. Dal rapporto emerge che, se mediamente si gioca di più nei medi e grandi centri, la quantità di anomalie nella fascia dei piccoli comuni è decisamente superiore. La regione che spende meno nel gioco online è il Veneto: Padova, con 960 euro annui giocati nel 2023, è lontanissima dagli oltre 3.200 euro di Messina, Palermo e Siracusa. Ma guardando ai piccoli comuni, quello dove si è giocato di più online nel 2023 è proprio in provincia di Padova, Anguillara Veneta, 4.161 abitanti. Nel 2022 si registrava un dato di poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro, ma nel 2023 sono spuntati all’improvviso 40 milioni di euro, accuratamente riportati nelle tabelle dell’ADM, che hanno portato il piccolo comune all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, 1.100 euro mensili, quasi 14 volte la media provinciale.

I primi 3 comuni della classifica sono del Nord. Nel report sul gioco nei piccoli comuni, inoltre, si nota una anomala presenza di piccole città ad economia turistica: Capri, nel 2022 era già ai primissimi posti con 7.913 euro pro capite, saliti a 9.503 nel 2023; il limitrofo comune di Anacapri arriva a quasi 5.000 euro. L’ipotesi che si può avanzare è che una parte del ricavato dell’economia turistica, in particolare l’area di irregolarità che può investire questo settore, venga riciclata nell’azzardo online. Al netto dei dati sorprendenti di alcuni comuni del Nord, sono le Regioni del Sud a registrare il colore nero nella nostra mappa della diffusione dell’azzardo, anche nei piccoli centri. Nell’elenco dei comuni che fanno registrare almeno il doppio della media nazionale sono dieci i comuni palermitani, nove quelli di Messina e Lecce, otto di Cosenza, sette di Napoli, sei di Salerno e cinque di Vibo Valentia.

Anche per i piccoli Comuni si conferma che l’azzardo online registra i numeri più elevati nelle aree a maggiore concentrazione della malavita organizzata. Somme che, con prudenza, il Libro Nero ha quantificato in 16-18 miliardi, il 20-22% delle giocate complessive online. Con la sua “convenienza” (ogni 100 euro giocati ne tornano al giocatore mediamente 94, contro i circa 70-75% dei giochi fisici) il gioco online ha probabilmente assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso le Slot.

Giovanni Caprio - Pressenza, 6 ottobre 2024