sabato 5 ottobre 2024

 Piccola antologia


Osare dire Dio

“Bisogna osar dire che si crede. Osar pronunciare il nome di Dio”. 

(Hetty Hillesum, 11 gennaio 1942)

 

La parola dà la libertà

“Compagna non di un giorno ma della speranza,

compagna che vivi la parola che dà libertà.

Sulla tua bocca, nelle tue mani,

spunta un sorriso che il vento disseminerà.

Per tutti gli angoli d’America Latina la voce

della giustizia viene riscattata,

la rete della tenerezza è già lanciata.

Donna, esci dalla paura e

corri verso la solidarietà.

Il tempo del silenzio è stato fecondo:

hai conservato le tue parole nel fondo del tuo

essere... e oggi germogliano spontanee....

non soffocano più.

In un canto alla vita dici: “ADESSO BASTA!”.

Anna Mercedes Pereira

 

La questione del linguaggio

“Come è ovvio, non è semplicemente questione di parole, ma di ripensamento dell’intera fede per tornare ad esprimerla in un contesto nuovo. Le parole con cui comunichiamo la fede sono logore, risentono di una profonda crisi, perché sono le stesse che venivano usate quando la visione del mondo era un’altra, quella precisamente dell’età medievale ed arcaica. Quella cosmovisione e quel linguaggio ha fatto, più o meno, un buon servizio, ma ora sono ciò che più determina la crisi religiosa attuale, perché non ci troviamo più in quelle coordinate culturali. A cominciare dal concetto nucleare della nostra fede, quello di Dio, divenuto letteralmente incredibile per come viene espresso nei trattati di teologia, nei documenti del magistero, nella predicazione e nella catechesi, per non parlare della preghiera sia liturgica che devozionale. L’antico impianto teologico-culturale, che ci ha fatto troppo a lungo vivere di rendita, ora è causa del nostro declino”.

Ferdinando Sadati, Micromega 5/2015, pag. 170.