IL MARTELLO, LA PIETRA, IL RICINO
Pinerolo, 3 novembre 2024
Ecco il canone che Francesco Giusti ha preparato per la celebrazione di domani alle ore 10:00
Ci si potrà collegare a partire dalle 9:45.
Il link per collegarsi è come sempre:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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P. Eccoci ancora qui, come mille altre volte. Venuti/e anche oggi da strade diverse, ma animati dallo stesso desiderio: avvicinare i nostri cuori, guardare insieme verso il Cielo, lodare la Sorgente delle nostre vite e poi… riprendere il cammino rinvigoriti/e nella fiducia. E siamo qui davanti a Te, o Dio, anche per deporre qualche pena pesante come un sasso, per riconfermarci nella fiducia che Tu lo porterai con noi, per approfondire la certezza di averTi compagno dei nostri giorni, nella gioia e nel dolore.
L. “Come il bambino riceve il pane,
come l’uccellino riceve l’aria e il grano,
come l’amico riceve l’amico,
come la notte riceve l’aurora e il sole del mattino,
come la terra riceve il seme,
come la linfa sale alle fronde e porta frutto,
così, o Signore, dacci di accogliere la Tua Parola”. (da “Quaderno CEVAA", p.83)
LETTURE BIBLICHE (dal Vangelo di Marco 3,31-35)
31Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. 32Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». 33Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
PREDICAZIONE (Francesco Giusti)
Questo brano è in realtà la naturale continuazione di Mc.3,20-2: in mezzo il redattore del vangelo di Marco ha messo 9 versetti (Mc 3,22-30) su un altro tema (le calunnie degli scribi venuti da Gerusalemme).
In Mc 3,20-21 i parenti esprimono in modo più esplicito la loro contrarietà verso ciò che Gesù è diventato e fa: escono per “andare a prenderlo” e sostengono che Gesù è “uscito di senno”.
Ma anche in Mc 3,31-32 compaiono vocaboli che segnalano in modo chiaro la distanza tra Gesù e la sua famiglia di nascita: in Mc 3,31 si dice che la madre e i fratelli “stando fuori” dalla casa di Cafarnao in cui Gesù si trova “mandarono a chiamarlo”; in Mc 3,32 i discepoli riferiscono a Gesù che sua madre, i suoi fratelli e le sue sorelle “stanno fuori” e lo “cercano”.
E’ chiaro che il comportamento di Gesù non è compreso né condiviso dai suoi parenti più stretti (manca solo il padre Giuseppe, forse perché era già morto), che cercano di “riprenderlo” con sé senza mescolarsi con la cerchia di discepoli e umanità varia che lo circondano, come rivelano i ripetuti cenni al loro restare “fuori”.
Negli ultimi tre versetti del cap.3 Gesù esplicita che i suoi nuovi fratelli e le sue nuove sorelle sono coloro che compiono “la volontà di Dio” (Mc 3,35).
Ormai la casa della sua famiglia di origine non è più la “sua” casa: è nella casa di Cafarnao che riprende fiato dopo le fatiche del suo impegno itinerante, è lì, con la cerchia dei suoi compagni e delle sue compagne di viaggio, che recupera le sue energie.
L’incomprensione della sua famiglia che Marco ci descrive è molto probabilmente un dato storico, almeno della prima fase di impegno pubblico itinerante di Gesù. Ma è anche un’eco che rivela l’incomprensione con cui una parte della gente accoglie il suo messaggio. Un’esperienza lacerante vissuta da molti profeti, come ci ricordano diversi brani del Primo Testamento.
Ma accanto a questa incomprensione, o addirittura ostilità, Gesù incontra e incontrerà, sulla strada del suo impegno per gli ultimi e gli emarginati, la simpatia e il coinvolgimento convinto e appassionato di tante persone che diventeranno per lui “fratelli” e “sorelle” di fronte a Dio.
LIBERI INTERVENTI
1. Non è forse la Tua Parola, o Dio,
come fuoco che fa ardere e riscalda?
Forse la Tua Parola non è anche
come un martello che frantuma la roccia?
2. Quando Tu dici una parola, una sola,
noi ne udiamo due, tre, mille…
perché, se percuotiamo la pietra dei testi antichi,
Tu ci regali infinite scintille di luce.
L. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire sì che lo possiamo eseguire?". Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire sì che lo possiamo eseguire?". Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica (Deuteronomio 30,11-14).
1. Tu ci conduci verso la sapienza più profonda:
non è importante aver chiarito ogni cosa.
La Tua Parola non è il faro che elimina ogni dubbio, che dissipa
ogni tenebra e dilegua ogni incertezza.
2. Ma con essa Tu porti nei nostri cuori una fiamma
e ci inviti a tenerla accesa.
Tu sei il Dio che ci avvolge nel Suo amore;
ci coinvolgi nel sogno di un mondo di giustizia.
G. Ma il sogno, ci insegni, ha bisogno di piccoli passi.
Come fare perché lo zoppo salti come un cervo?
Come fare perché il muto gridi di gioia?
Come fare perché il deserto diventi terra feconda?
T. O Dio, Ti sei avvicinato a noi nella persona dell’artigiano di Nazareth. Noi guardiamo a lui, fissiamo il nostro sguardo su di lui, perché nella sua esi- stenza quotidiana egli fece posto al Tuo sogno e tentò di realizzarlo con tutte le sue forze. E quando, come oggi, compiamo insieme, davanti a Te, Dio della vita, la memoria dell’ultimo pasto che Gesù mangiò con i suoi amici e le sue amiche, diventiamo più consapevoli del significato di quel pane e di quel vino condivisi. "Prendete e mangiate: fate questo per non dimenticarvi di me..." "Prendete e bevete: questo vi serva per ricordarvi di me, della mia vita, del sogno di Dio che ho cercato di vivere”.
1. Qui davanti a Te, o Dio di tutta la creazione,
noi vogliamo fare nostro il cammino di Gesù.
Ci diamo la mano perché spesso la strada sale
e sovente le nostre forze scendono.
2. Da questa mensa sgorghi per ciascuno/a di noi
non la forza magica dei giganti,
ma la voglia, umile ed insieme audace, di vivere coinvolti/e sulla strada di Gesù.
1. Noi siamo semplicemente quello che siamo,
uomini e donne di questo tempo difficile;
anche noi ricchi/e di ambiguità e pigrizie,
lenti nell’aprire i nostri cuori e le nostre mani.`
2. Eppure è così bello, così vivificante, o Dio,
porre i nostri giorni e tutti i nostri anni,
ogni momento della nostra vita, davanti a Te,
perché Tu tutto accogli, raccogli, valorizzi.
T. O Dio, non fare lo spettatore
in questo mondo pieno di guerre.
Non possiamo chiederTi
di essere un Dio interventista.
Ci basterà sapere che non sei un Dio usabile
per metterci gli uni contro le altre.
Se Tu ci accompagni nel gustare le gioie
e nell’affrontare le lotte,
qualche pezzo di deserto diventerà un giardino.
1. Il Tuo nome sia sulle nostre labbra
e nei nostri cuori,
Dio che ami ogni creatura.
2. La Tua parola non ci dia tregua quando,
come Giona, “fuggiamo dalla città”
per dormire all’ombra del ricino.
P. CONDIVISIONE DEL PANE
PREGHIERE SPONTANEE
BENEDIZIONE FINALE
G. Che il vento nei vostri capelli vi porti il palpitare della vita.
1. Che i vostri piedi lascino nella polvere orme di speranza.
2. Che nell’oscurità voi udiate battere il cuore del prossimo.
1. Che le vostre mani si protendano come porte che si aprono.
2. Che le vostre bocche trasmettano quanto vi è stato dato di ricevere.
1. Che le vostre orecchie colgano quello che le parole dicono solo a metà.
T. E che l’amore del Signore ci accompagni anche là dove non vorremmo andare.
(canone tratto da pp.9-12 di “Preghiere eucaristiche, vol.2°” della comunità cristiana di base di Pinerolo)