venerdì 15 novembre 2024

 Scuola: l'insegnamento della religione.

Una mia proposta

 

Questo è il testo che scrissi e diffusi il 1° gennaio 2006. Mi rivolgevo specialmente ai credenti, ma era una proposta istituzionale che non trovò nessun ascolto nella Chiesa cattolica. Ecco i punti della proposta di allora per me valida e migliorabile, ma veramente fattibile oggi, a mio avviso.

1) Ritengo che l'insegnamento e la scuola di religione, abbiano bisogno non di ritocchi, ma di una svolta.

2) Il fenomeno religioso, la storia delle religioni, non devono essere estromesse in nome di una malintesa laicità. Non si tratta di odium religionis.

3) Ogni scuola della Repubblica deve fornire ai ragazzi/e negli anni della prima giovinezza uno spazio di studio del fenomeno religioso prescindendo dall'obbligo e dalla religione cattolica, una tra le tante.

4) La scuola del fenomeno religioso deve essere affidata non ai vescovi ma ad insegnanti riconosciuti idonei e preparati culturalmente da una commissione a ciò delegata, nella valutazione della identità culturale, psicologica e didattica di ogni candidato a tale insegnamento.

Pur comprendendo che la svolta non può avvenire senza una gradualità temporanea, sembra giunto il tempo di mettersi in ricerca di una strada corretta.

Insomma, l'obiettivo che la mia proposta si prefiggeva era il rispetto di ragazzi e ragazze già largamente distribuiti tra più religioni e soggetti che non dimostrano un interesse religioso. La scuola non doveva più essere vincolata ad una esperienza, per lo più quella cattolica.

5) Occorre avviare la ricerca di docenti adeguati alla illustrazione della fenomenologia delle varie religioni, con esperienze e studi adeguati anche a livello storico.

6) Occorre aprire una riflessione e una chiarificazione del senso e delle modalità, in incontri di spiegazione secondo modalità adatte a ragazzi e ragazze e in altri incontri per le famiglie e per gli altri operatori scolastici.

Franco Barbero, 1 gennaio 2006

Questa mia proposta fu inviata al vescovo di allora e ne parlai a molti insegnanti di religione che la ritenevano pericolosa per loro e per il loro posto di lavoro. Circolò in alcuni istituti, ma non trovò l'attenzione (non dico il consenso) che mi aspettavo e la rimisi nel cassetto aspettando tempi migliori.

Si sbagliò chi mi accusò di "antireligione". Il mio pensiero era totalmente diverso, anzi opposto.

NOTA: devo aggiungere che questa mia proposta rimase nel cassetto più riservato del mio studio in Via Porro 16 a Pinerolo fino a due settimane fa quando, con stupore, lessi su Adista un riferimento alla discussione che stava avvenendo in un gruppo di vescovi a Roma.

Con enorme piacere vedo il fatto che anche tra vescovi si è aperta una riflessione al riguardo. Lessi con grande interesse l'intervento molto elaborato del vescovo Derio di Pinerolo, coraggioso nel dialogo tra vescovi. In ogni caso ho trovato del coraggio nel proporre un itinerario che non mi aspettavo da Derio. La sua è una riflessione per molti versi da me non condivisa, ma piena di spunti, di rilievi, di richieste di cambiamento che ritengo veramente aprire le porte chiuse del presente e andare avanti con una lodevole e rara conoscenza della realtà del mondo della scuola. 

Voglio riconoscere l'intelligenza, la lungimiranza della riflessione del vescovo di Pinerolo che questa volta ha suscitato divergenze e dialoghi intelligenti dai quali molto debbo e voglio imparare.

NOTA CONCLUSIVA

Credo che questo confronto di vescovi faccia bene alla Chiesa e io, dopo una rilettura del pensiero ben articolato di Derio, avrò molto da rivedere sulla mia vecchia proposta che discutemmo tempo fa in Noi Siamo Chiesa e in alcune Comunità di base. Dunque qualcosa si muove e dà una scrollata anche al Concordato? Io da loro e da Balducci "rubai" gran parte della mia proposta che oggi potrò migliorare anche a partire dalle puntuali annotazioni del mio vescovo. Bravissimo se continui, caro Derio, a discutere, ad aiutarci, a mettere in piedi una proposta fattibile, una via laica e rispettosa di tutte le religioni.

Franco Barbero, 10 novembre 2024