Idoli antichi e nuovi
«Gli idoli hanno mani ma non palpano, hanno piedi ma non camminano, la loro gola non emette alcun suono. Siano come loro quelli che li fabbricano». Con queste parole il salmista esprimeva l'essenza dell'idolatria: l'idolo è morto, e così è morto colui che lo fabbrica. Forse non è casuale che l'autore del salmo, che probabilmente aveva un profondo amore per la vita scrivesse pochi versi dopo: «Non già i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio». Se l'idolo è manifestazione alienata dei poteri dell'uomo, ne deriva che l’idolatria è necessariamente incompatibile con la libertà. I profeti definiscono ripetutamente l'idolatria un'auto-punizione e un auto-umiliazione e l’adorazione di Dio un'auto-liberazione e una liberazione dagli altri... L'idolatria, per sua stessa natura, esige la sottomissione - l'adorazione di Dio, invece, l’indipendenza... La “scienza degli idoli” deve mostrare la loro natura e quella dell'idolatria, e identificare i vari tipi di idoli adorati in tutta la storia dell'uomo fino ad oggi. Una volta gli idoli erano animali, alberi, stelle, figure di uomini e di donne. Venivano chiamati Baal o Astarte e conosciuti con migliaia di altri nomi. Oggi sono l'onore, la bandiera, lo stato, la madre, la famiglia, il successo, la produzione, il consumo e molte altre cose.
E. Fromm, Voi sarete come dei,
Roma 1970, pp. 34-35
da Riforma, 22 novembre ‘24