GAZA NORD, TRA FAME E AIUTI BLOCCATI: PER OXFAM«PULIZIA ETNICA»
ROMA-ADISTA. Non usa mezzi termini e parla testualmente di «pulizia etnica» l'organizzazione umanitaria Oxfam riflettendo, in una nota diffusa il 27 novembre, sulle condizioni di vita cui è costretta la popolazione palestinese nel nord di Gaza: «Tra 50 e 75mila persone sono intrappolate a Gaza nord, senza cibo, acqua, energia elettrica. I bambini stanno morendo di fame e ogni tentativo di portare aiuti viene bloccato dalle autorità israeliane».
Cosa dice il diritto internazionale
D'altra parte, anche la Corte Penale Internazionale (CPI) aveva avviato il 20 maggio scorso un'indagine per dimostrare come la fame e il deliberato blocco degli aiuti umanitari fossero utilizzati da Israele come arma per colpire la popolazione civile di Gaza, spingendo il procuratore capo della CPI, Karim Khan, a convalidare il 21 novembre i mandati di arresto internazionale per crimini di guerra contro il primo ministro Benyamin Netanyahu e contro l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant (v. Adista online, 21/11).
Il diritto umanitario proibisce di utilizzare la fame come strategia di guerra contro le popolazioni civili. «In quanto potenza occupante - spiega infatti Oxfam - Israele è tenuto, in base al diritto internazionale umanitario, a provvedere ai bisogni e alla protezione della popolazione di Gaza». Inoltre, ricorda ancora l’organizzazione umanitaria, una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (la 2417 del 2018) «ha condannato all'unanimità l'uso della fame contro i civili come arma di guerra e ha dichiarato che qualsiasi negazione dell'accesso umanitario costituisce una violazione del diritto internazionale».
Infine, occorre ricordare che i camion umanitari non passano.
I camion umanitari non passano.
I dati forniti da Oxfam parlano di una media di 37 camion di aiuti al giorno nel mese di ottobre, 69 al giorno nella prinia settimana di novembre. Cifre decisamente basse se si considera che, prima del fatidico 7 ottobre 2023, nella Striscia entravano 500 camion al giorno, tutti ritenuti necessari per far fronte ai bisogni primari della popolazione nella Striscia. Le forze di sicurezza israeliane e i servizi segreti hanno sempre avanzato ragioni di sicurezza dietro il blocco dei container umanitari. Ma secondo Oxfam, «Israele sta finalizzando il suo piano di pulizia etnica nel nord di Gaza e da 50 giorni ormai sta impedendo l’ingresso di qualsiasi aiuto, mentre la popolazione sta morendo di fame».
Adista, 7 dicembre