Quanto fa male l'ora legale
COME TUTTI GLI ANNI, a marzo e a ottobre, torna prepotentemente alla ribalta il dilemma ora legale sì/ora legale no e ci sono innumerevoli prese di posizione sui vantaggi (eventuali) che porterebbe l'istituzione dell'ora legale permanente. Purtroppo molti dati pubblicati in queste occasioni non sono raffrontati e pertanto rendono un’idea che è molto diversa dalla realtà. Per esempio i milioni di Kw risparmiati, se raffrontati al consumo globale annuo, sono risibili, pari a meno dello 0,01%; il risparmio di elettricità indotto dall'ora legale viene poi totalmente azzerato dall'uso dei condizionatori d'aria che, proprio in estate hanno il massimo delle accensioni. Soprattutto quello che stupisce è che, a tutti i livelli, si evidenzi l'aumento delle ore di luce estive come un vantaggio fruibile tutto l'anno. Niente di più errato. Se d'estate l'ora legale può aumentare, per i 2-3 mesi estivi, il piacere delle lunghe serate all'aperto, appena giunge l'autunno anche questo unico vantaggio sparisce.
Ma la cosa peggiore, che nessuno prende in considerazione, è che nei mesi invernali più bui e freddi il giorno sorgerà alle 9 anziché alle 8 con un notevole aumento di consumi nelle scuole, negli uffici pubblici, nelle case fino alle strade ghiacciate fino a tarda mattinata con ripercussioni sui costi sociali tutti da calcolare.
Sarebbe quindi il caso di approfondire tutti gli aspetti che questa casistica implica, prima di appoggiare una scelta parzialmente vantaggiosa che potrebbe rivelarsi totalmente controproducente.
Riccardo Fornengo - Il Fatto Quotidiano