A quasi 22 anni dall’evento, pubblichiamo di seguito la lettera che Alberto Barbero, allora sindaco di Pinerolo, nonché fratello di don Franco, scrisse e rese pubblica in occasione della “dimissione dallo stato clericale” dello stesso, decretata da Papa Giovanni Paolo II il giorno 25 gennaio 2003 e notificatagli il 13 marzo dello stesso anno.
Segue una breve nota della Comunità cristiana di base di Pinerolo.
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LETTERA DEL SINDACO DELLA CITTA' DI PINEROLO
Il provvedimento disciplinare comminato dalla Curia Vaticana a don Franco Barbero mi tocca e coinvolge a vari livelli.
Essendomi stato richiesto, mi sono domandato se è opportuno un mio giudizio. Ho deciso per il sì e lo pronuncio con pieno rispetto dell’autonomia e delle responsabilità di chi ha emanato il provvedimento.
Innanzi tutto mi pronuncio come Sindaco della Città di Pinerolo.
Il provvedimento suona a condanna della persona e dell’intera Comunità Cristiana di base che da anni svolge un intenso lavoro non solo a livello ecclesiale ma anche sociale e culturale con posizioni più o meno condivisibili ma di cui non danno conto le periodiche enfatizzazioni massmediatiche.
In città il dialogo ed il confronto, tenendo conto della lezione della storia, sono di casa.
Proprio per questo motivo drastiche misure che tendono a risolvere le divergenze con la “disciplina” lasciano perplessi.
Come per ogni caso di “licenziamento” mi auguro poi che siano state seguite tutte le procedure che rispettano la “giusta causa” ed i diritti umani.
C’è un coinvolgimento come cristiano. Dico sinceramente che guardo con stupore e preoccupazione ad una chiesa che vede nelle sanzioni disciplinari il modo di risolvere questioni ampiamente dibattute anche se fino a ieri di confine.
Per quanto conosco della storia, d’altronde, so e constato che molti “sconfitti” di ieri sono stati condannati perché portavano “bandiere” che oggi fanno parte del patrimonio della chiesa; sia della “ortodossia” sia della “ortoprassi” sia della pratica pastorale.
In gioventù ho avuto la grande fortuna di avere come
docente all’università il prof. Michele Pellegrino (divenne cardinale ma non si
faceva chiamare eminenza e non metteva la porpora e aveva una croce pettorale
di legno ed il suo programma era “camminare insieme”): ricordo una sua
appassionata lezione in cui ci parlò del “dilige et quod
vis fac” di Sant’Agostino. Era il 1962, anni del Concilio, ma credo che “ama e
fa ciò che la coscienza ti detta” sia ancora fondamentale anche all’interno della
Chiesa.
C’è il terzo livello di coinvolgimento. Deriva dall’essere fratello di Franco. Ne conosco il rigore, la passione, la vitalità e la dedizione:
proprio per questo conosco anche la serenità (non certo l’indifferenza) con cui affronta questa vicenda e gli sono vicino.
Pinerolo, 15 marzo
2003
Alberto Barbero
Grazie...
Le sorelle e i fratelli della comunità cristiana di base di Pinerolo e don Franco Barbero ringraziano tutti/e coloro che in questi giorni hanno fatto giungere la loro solidarietà e la loro vicinanza: donne, uomini, comunità cristiane di base, gruppi, partiti, sindacati, associazioni, parrocchie, sacerdoti, pastori/e protestanti, la chiesa valdese di Pinerolo, movimenti gay, lesbiche e transessuali, alcuni preti gay della diocesi e moltissimi da tutta Italia.
Grazie di cuore a tutti e a tutte.
Vorremmo potervi rispondere individualmente e faremo il possibile per raccogliere i vostri pensieri e fare tesoro della fiducia che riponete in noi.
In questi giorni Franco è impegnato in parecchi viaggi di studio e di ministero in Italia e all’estero.
Stiamo proseguendo il nostro cammino comunitario con accresciuta serenità e con gioioso impegno. Il provvedimento vaticano diventa un ulteriore stimolo per l’approfondimento del nostro cammino di fede nello stile del dialogo e della fiducia.
Per noi rimane essenziale e decisiva la vita quotidiana: quella vita quotidiana che non fa notizia ma si esprime giorno dopo giorno nei gesti di pace, di amore e di giustizia.
Lì cercheremo con voi di seguire le tracce di Gesù di Nazareth.
Pinerolo, 21 marzo 2003
da Franco Barbero “Perché resto”, quaderno n. 6 di Viottoli, pagg. 32/33, ottobre 2003