Alzare gli occhi al cielo
Leggenda Ebraica
Allora si udì una voce dal cielo che diceva: «Venite e guardate. Uomini! Venite e ascoltate, creature di carne e sangue! In principio maledissi il serpente con le parole "polvere mangerai" eppure questo animale non si è mai lamentato del suo cibo. Voi, invece, il Mio popolo che ho tratto fuori dall'Egitto e per il quale ho fatto piovere la manna dal cielo e volare le quaglie sin dal mare, voi per i quali lo ho lasciato sgorgare una sorgente dagli abissi, voi osate mormorare contro di Me per via della manna, dicendo "le nostre anime sono stanche del pane leggerissimo".
Facciamo dunque venire i serpenti che mai si lamentano, qualunque prelibatezza assaggino, per loro ha gusto soltanto di polvere, e lasciamo che mordano coloro che protestano anche se hanno a disposizione un cibo dotato di ogni possibile sapore. Il serpente che è stato castigato per essere stata la prima creatura a diffamare il suo Fattore, punirà questa gente che, incurante della sua esemplare condanna, ingiuria il suo Creatore sostenendo che il cibo celestiale da Lui mandato li avrebbe condotti alla morte!».
Per guarirli, il Santo, sia Egli benedetto, ordinò a Mosè di forgiare un serpente di bronzo e porlo in cima a un palo, così «chi è stato morsicato lo guarderà e guarirà».
Ma non era propriamente la vista del serpente di bronzo a guarire e ridare la vita bensì il fatto stesso di alzare gli occhi al cielo e rimettere i propri cuori al volere del Padre lassù.
Luis Ginzberg, Le leggende degli ebrei. Verso la terra promessa, Adelphi, 2014 Da Riforma, numero 3, 17 gennaio 2025