domenica 5 gennaio 2025

Centri in Albania: una follia e un'occasione persa


800 milioni di euro spesi per i centri in Albania sono davvero troppi, ha denunciato in una nota di ieri Agostino Sella, presidente di “Don Bosco 2000”, associazione nata nel 1998 che si occupa di accoglienza e progetti di cooperazione internazionale: «Con la stessa cifra avremmo potuto accogliere per un anno tutti i migranti sbarcati in Italia nel 2024», peraltro «sostenendo l’economia italiana».

Il presidente ritiene «profondamente assurdo» che il governo di Giorgia Meloni «abbia scelto di spendere 800 milioni di euro per costruire un centro di accoglienza in Albania, al momento vuoto e inutilizzato. Con la stessa cifra, sarebbe stato possibile migliorare significativamente il sistema di accoglienza in Italia, accogliendo 60.000 persone per un anno, che corrispondono esattamente al numero di migranti sbarcati nel nostro Paese fino a novembre 2024».

Sella non condanna la spesa in sé, che comunque deve essere messa a bilancio in un Paese civile che accoglie migranti e rifugiati, ma sottolinea una «differenza cruciale» quando i fondi stanziati vengono investiti in Italia, generando un circolo virtuoso di accoglienza reale e occupazione. Questi 800 milioni avrebbero potuto essere investiti per pagare le utenze delle strutture di accoglienza o per acquistare beni di prima necessità, tutto a beneficio delle imprese italiane dell’energia e del commercio. Avrebbero anche permesso «di affittare immobili sfitti nei nostri centri storici, contribuendo alla loro riqualificazione e al rilancio delle aree interne spesso abbandonate» e, infine, «avrebbero sostenuto l’occupazione, garantendo lavoro stabile per migliaia di operatori italiani impegnati nell’accoglienza».

In definitiva, spiega sella, «investire nell’accoglienza in Italia significa creare un sistema più efficiente, umano e capace di redistribuire risorse sul territorio, generando benefici economici e sociali per tutti, italiani e migranti». E invece il governo ha scelto deliberatamente «di deportare persone in Albania, in un centro vuoto e lontano da qualsiasi logica di integrazione». Una decisione che «non solo rappresenta un fallimento economico, ma viola anche i diritti fondamentali delle persone».

Al momento i centri sono vuoti e, se anche il piano del governo fosse andato liscio, al momento ospiterebbero poche decine di persone. Con gli stessi soldi, accusa ancora Sella, «avremmo potuto garantire un anno intero di accoglienza a tutte le 60.000 persone sbarcate in Italia nel 2024. È evidente che questo modello, anziché risolvere i problemi, li aggrava, ignorando sia le opportunità economiche che l’umanità necessaria a gestire le migrazioni. L’accoglienza, se ben gestita, non è un problema, ma una risorsa. Invito il Governo a riconsiderare le sue priorità, investendo nelle infrastrutture italiane e creando un sistema che possa non solo accogliere con dignità, ma anche favorire lo sviluppo del nostro Paese».

Redazione Adista, 17 dicembre 2024