Ecco il canone che Ines Rosso ha preparato per la celebrazione di domani alle ore 10:00
Ci si potrà collegare a partire dalle 9:45.
Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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INSIEME VENIAMO A TE
G. Eccoci: il momento in cui vogliamo raccoglierci per cantare le
lodi di Dio, per ascoltare insieme la Parola di Dio, per accoglierci
gli uni e le altre è venuto. Viviamolo con gioia, perché il nostro cuore
sia coinvolto e rinnovato.
Momento di silenzio
G. Noi veniamo a Te, o Dio,
con i nostri passi incerti.
1. Veniamo a Te, o Eterno,
con questi fuggevoli anni.
2. Veniamo a Te, amore che ci accogli,
con le nostre mani fragili ed impotenti.
1. Veniamo a Te, sorgente di vita vera,
per continuare a credere nelle Tue promesse.
2. Veniamo a Te, bisognosi e bisognose di perdono,
perché ci doni il Tuo caldo sorriso.
G. O Dio, che ami le Tue creature,
insegnaci a cercare i sentieri della Tua volontà.
In quest’ora in cui si sente il fragore delle armi,
possano gli uomini e le donne
inaugurare nuovi percorsi verso la pace.
1. Ascolta il grido dei disperati e delle disperate,
che non hanno riposo se non in Te,
Dio che fai la giustizia.
2. Allontana da noi la pazzia della guerra
e rendici attive e attivi costruttori di pace
nei luoghi del nostro impegno quotidiano.
Donaci un cuore nuovo.
Letture Bibliche
Matteo 8, 1-4
1Poi Gesù scese dal monte e molta gente lo seguì. 2Allora un lebbroso si avvicinò, si mise in ginocchio davanti a lui e disse:
- Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi.
3 Gesù lo toccò con la mano e gli disse:
- Sì, lo voglio: guarisci!
E subito fu guarito dalla lebbra. 4Poi Gesù gli disse:
- Ascolta! Non dire a nessuno quel che ti è capitato. Va' invece dal
sacerdote e fatti vedere da lui: poi fa' l'offerta che Mosè ha stabilito
nella Legge. Così avranno una prova della tua guarigione.
Matteo 9, 27-31
27Gesù passava di là, e due ciechi si misero a seguirlo gridando: 'Pietà di noi, Figlio di Davide!'. 28Quando arrivò a casa, i ciechi gli andarono vicino e Gesù domandò:
- Credete che io possa fare quello che mi chiedete?
Essi risposero:
- Sì, Signore.
29Allora egli toccò i loro occhi e disse:
- Come avete creduto, così avvenga!
30E i loro occhi cominciarono a vedere. Poi Gesù, parlando severamente, disse loro:
- Ascoltatemi bene: fate in modo che nessuno lo sappia!
31Ma quelli, appena usciti, parlarono di lui in tutta la regione.
Predicazione
La prima immagine di Gesù offertaci dai vangeli è quella di un Gesù
guaritore. Un uomo che diffonde vita e guarisce ciò che è malato. Gesù è
sempre molto attento al dolore delle persone che incontra. Intorno a
lui troviamo sempre dei malati, paralitici, lebbrosi. E tutta l’azione
di Gesù è sostenuta dalla gestualità. Oltre ad analizzare le sue parole è
necessario analizzare il contenuto profondo dei suoi gesti. Toccare,
tendere le mani…
In questi due racconti del vangelo di Matteo si parla esattamente del
gesto di toccare: Gesù tocca con la mano il lebbroso che chiede di
essere guarito e tocca gli occhi dei due ciechi che invocano pietà. In
ciascuno dei due casi c’è un contatto e uno scambio di parole. Un
incontro che testimonia la fiducia dei malati verso Gesù.
In Matteo il lebbroso si rivolge a Gesù con le parole “se vuoi puoi guarirmi” . In Marco “purificarmi”.
Secondo la legge lui è considerato impuro e non dovrebbe nemmeno
essere lì in mezzo alla gente ma isolato. E’ un escluso della società e
non sa se Gesù è disposto a guarirlo o no. La lebbra veniva
considerata spesso un castigo divino e le parole “se vuoi”
rispecchiano il suo sentimento di colpevolezza. Di non essere degno.
Tuttavia l’uomo prende coraggio e s’inginocchia davanti a Gesù. E Gesù
andando contro ad una legge che esclude, tocca il lebbroso per liberarlo
da paure e pregiudizi anche se, invitando il lebbroso a presentarsi
davanti al sacerdote del Tempio, risulta evidente che non fosse sua
intenzione annullare la legge.
Nel caso dei due ciechi la domanda di Gesù: “credete voi che io possa fare questo?”
è rivolta a chiarire il tipo di richiesta e allo stesso tempo a capire
quanta fede ci sia in questa richiesta. Tutti e due i casi presentano
richieste di guarigione da parte di persone che hanno fede, che credono
nella attività Gesù e nella sua predicazione.
E in tutti e due i casi dopo l’incontro (dopo il “miracolo”) viene
richiesto loro da parte di Gesù di non dire niente. Nel primo caso: ”Ascolta! Non dire a nessuno quel che ti è capitato”. Nel secondo caso: ”Ascoltatemi bene: fate in modo che nessuno lo sappia!”.
Noi non sappiamo se queste parole messe in bocca a Gesù siano state
effettivamente pronunciate da lui, ma il senso delle parole “non dire a nessuno” a me pare molto importante. Essere consapevoli di ciò che è successo è importante. La “guarigione”
è un dono da custodire che non può essere detto al primo che incontri
per strada. Parlare del “miracolo” di guarigione in modo superficiale
sminuisce ciò che è successo nel profondo.
Questi “miracoli” di guarigione, per essere tali devono provocare un
cambiamento nelle persone che l’hanno ricevuto. Questo incontro, questo
contatto con Gesù deve provocare una trasformazione nella persona, un
inversione di tendenza nel modo di vedere le cose, di intendere la
vita.
Si parla di “miracolo” ma Gesù non ha fatto tutto da solo, c’è voluta la
fede, c’è stato bisogno da parte dei malati di credere che la vita
potesse cambiare che potesse essere migliore.
In un mondo come quello di oggi, fatto di spettacolarizzazione, fatto di
tutto ciò che è di fuori e non di dentro, come possono ancora avvenire i
miracoli?
Liberi interventi
G Su quale pietra costruiremo la casetta
dei nostri anni e dei nostri giorni?
1. Tu sei la roccia dei nostri deboli cuori,
sei il sole sempre giovane che dà calore.
2. Abbiamo bisogno di Te per seminare amore,
abbiamo bisogno di Te per amare la vita.
1. I profeti e Gesù ci hanno parlato di Te
e noi stiamo imparando a fidarci della Tua parola.
2. Questo giorno di festa ristori il nostro cuore
e liberi le nostre vite dalla prigionia degli idoli.
1. Sugli orrori delle guerre e delle carestie,
sulle ceneri di tante vite violentate e distrutte,
volgi il Tuo sguardo e muovi la Tua mano.
2. Tu che hai sollevato Gesù dalla morte,
rialza i popoli oppressi e abbandonati:
sorga anche per loro un giorno nuovo.
T. Quando ormai la congiura dei capi politici e religiosi lo
stringeva da ogni parte, ancora una volta Gesù era a tavola con i suoi
amici e le sue amiche. Volle mangiare con loro, come tante volte aveva
fatto con gioia, dai giorni in cui si erano incontrati. “Ecco, disse,
questo pane spezzato è il segno della mia vita. Quando farete questo,
ricordatevi di me, di ciò che ho fatto, di ciò che vi ho insegnato”.
Poi, dopo aver ancora una volta alzato gli occhi al cielo per benedire
Dio, fonte di ogni bene, prese la coppa del vino, ne porse da bere a
tutti dicendo: “Questo calice è il segno di un’amicizia con Dio che non
finirà mai. Quando vi radunate per questo pasto, aprite i vostri cuori
al giorno in cui Dio realizzerà il grande convito di pace e di giustizia
per tutti i popoli e tutto il creato. Aspettatelo operosamente: Dio non
delude”.
Invito alla Comunione
Preghiere spontanee
Benedizione e augurio finale
Insegnami a cercartTi ogni giorno
nella piccolezza del quotidiano,
nei frammenti di gioia e di dolore,
nella lettura della Bibbia,
nella preghiera,nel confronto tra fratelli e sorelle…
Tu ci vieni continuamente incontro e ci cerchi.
Questo fonda la nostra fiducia in Te,
anche quando Ti voltiamo le spalle.
(da preghiere d’ogni giorno di Franco Barbero)
Canone tratto da “Preghiere eucaristiche” vol. 2 della Comunità cristiana di base di Pinerolo
Ines Rosso, 5 gennaio