DON ANTONIO BUFFA
Nato a Bibiana nel 1929, morto a Villar Pellice nel 2020
Fu il prete diocesano che partecipò alla discussione per esprimere l’adesione della diocesi al provvedimento vaticano.
I signori della Corte vaticana volevano dimostrare, con il pieno accordo di un prete di Pinerolo, che Pinerolo e la diocesi biasimavano don Franco Barbero. Ciò a dimostrare che il Papa aveva agito bene nel ”farlo fuori“ dalla Chiesa. Egli ebbe una reazione che i difensori dell'ortodossia cattolica non si aspettavano. Assistette seduto vicino a me e udì tutte le mie discordanze dal magistero: donne, celibato facoltativo, inferno, la mariologia classica, la Trinità, la verginità di Maria, le apparizioni, le violenze fatte ai dissenzienti, il potere gerarchico, il rifiuto degli omosessuali… e alcune altre fallaci verità generate nei concili e soprattutto la divinizzazione di Gesù fatta dopo Nicea.
Io avevo nettamente rifiutato di rientrare nell'obbedienza al magistero.
Don Antonio era seduto in silenzio davanti ai curiali vaticani e vicino a me, dopo il mio totale rifiuto di rientrare nei dogmi cristologici e mariani e sacramentali.
Dopo più di tre ore don Buffa ebbe la parola per far vedere la sua obbedienza ai dogmi, ma improvvisamente successe un fatto inaspettato anche da me. Don Antonio si alzò dalla sedia quasi tremante e lentamente alzò il petto e la faccia. Le sue parole furono assolutamente impreviste e sentivo la fatica di comunicare e parlare che don Antonio Buffa fece. Una breve pausa poi con voce mite, ma precisa disse: ”Signori della corte vaticana io dissento del tutto dalla espulsione di don Barbero dal ministero. Forse non ho tutte le sue conoscenze teologiche e non condivido ogni parte della sua teologia e pastorale, ma espellerlo non ha senso, egli è un vero pastore”.
Lo fecero tacere intimandogli di sedersi e tacere.
“Voglio aggiungere una cosa“, riprese don Buffa, ”voi e tutto il Vaticano sa che un cardinale e l'entourage portò alla prostituzione e poi alla morte la giovane il cui fratello dopo tanti anni continua ad attendere che il Vaticano processi il cardinale e l'entourage. Il fratello ogni anno ha ricordato il fatto criminale di cui è ben informato e il silenzio vaticano dove è ben nota la storia criminale e dove con il silenzio non si è mai detta la verità”. Lo insultarono e lo fecero sedere.
La seduta fu tolta: don Antonio fu insultato come desse voce ad una falsità.
Lo fecero sedere vicino a me. Dopo mezz’ora la seduta finì e don Antonio si offrì di accompagnarmi in macchina fino alla sede della Comunità. Eravamo commossi e sofferenti. Io però presi la parola e dissi rivolto ad Antonio: ”Oggi tu mi hai fatto pensare ad Isaia e Amos e ai profeti… Hai avuto da Dio la forza di parlare e ti ringrazio”. Pieni di emozioni ci abbracciammo con tanto affetto.
”E’ vero“, dissi ad Antonio ”che le tue parole non cambieranno nulla, ma il tuo coraggio non potrò mai dimenticare. Tu oggi sei stato un profeta“.
Così ci lasciammo e dopo tutti questi anni anni lo ricordo perché questo gesto profetico non vada perso.
don Franco Barbero, 2 gennaio 2025