ISRAELE
Un appello di J-Link per la cessazione immediata delle ostilità a Gaza
Lo scorso novembre J-Link – una rete internazionale di organizzazioni ebraiche creata per cooperare con omologhe organizzazioni in Israele per esprimere una voce comune a sostegno della democrazia, del pluralismo religioso e di una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese - ha diffuso un appello di cui riportiamo il testo integralmente.
«In seguito al brutale eccidio perpetrato da forze di Hamas contro le comunità del Sud di Israele il 7 ottobre 2023 lo Stato di Israele ha avviato un'offensiva militare massiccia contro Gaza, con l’obiettivo di debellare l’apparato militare di Hamas e liberare gli ostaggi da questi catturati.
A oltre un anno da quella data l'esercito israeliano è ancora impegnato a Gaza, decine di migliaia di abitanti nella Striscia sono morti, molti di più feriti in modo permanente. I danni prodotti dai bombardamenti hanno devastato infrastrutture civili essenziali e reso Gaza quasi inabitabile per i sopravvissuti. Pur con capacità militari drasticamente ridotte, Hamas mantiene un controllo significativo sulla Striscia e detiene prigionieri 101 ostaggi israeliani, vivi o morti. Mentre sosteniamo il diritto di Isracle all'autodifesa, gli eventi dell’anno trascorso e il costo tragico sopportato dalle due parti testimoniano che non vi è una soluzione militare del conflitto. L'unico modo di conseguire gli obiettivi originari è di giungere a un accordo immediato per un “cessate il fuoco” e il rilascio degli ostaggi, l’aumento degli aiuti umanitari e un negoziato multilaterale per la ricostruzione e il futuro governo della Striscia.
Facciamo dunque appello al governo di Israele per porre fine alla guerra e ritirare le forze israeliane da Gaza in cambio della liberazione di tutrti gli ostaggi. Ci appelliamo anche alla comunità internazionale perché concorra ad avviare un processo diplomatico che porti a un futuro sicuro per israeliani e palestinesi, fondato sul diritto all'autodeterminazione per ambedue i popoli in due Stati indipendenti.» [ML]