venerdì 24 gennaio 2025

ALLA FINE DELL'INVERNO

 

Per aprire le porte alla luminosa primavera di cui febbraio ci fornirà deliziosi presagi, vi consiglio alcuni degli ultimi libri che ho letto in questi giorni:

1) “Nel nome della croce” di Catherine Nixey, Bollati Boringhieri, 400 pagine, in cui la storica ripercorre alcuni periodi in cui si verificò la distruzione cristiana del mondo classico. Deliziosamente presentata la figura della filosofa e matematica Ipazia, pagine che si leggono con enorme gioia nel constatare che, come succede ancora oggi, l'ignoranza blocca le strade di chi vive la vita come ricercatore.

Lo scritto non è affatto una denigrazione del cristianesimo, ma la “lettura” storica di molte sue pagine. Le pagine dedicate ad Ipazia danno il senso della fatica che si trova quando ci si muove da ricercatori di senso.

 

2) Paolo Rodari, Il mantello di Rut, Feltrinelli 2025, pag. 135, euro 16.00.

Dentro lo scenario della Shoah Romana il libro è un gioiello narrativo di storie d'amore, figure di donne dal cuore ardente e dal coraggio eroico.

La storia di Roma e tutto il tempo dell'educazione in seminario come plagio e invito alla sottomissione e per converso, strade e sentieri di amore e di accoglienza a tutto rischio.

Le figure così diverse di donne costituiscono pagine di vita in cui l'amore è accorgersi e prendersi cura e non meno lasciar andare. Sovente fiorisce dentro un contesto impossibile.

Lode massima, da parte mia, a questo giovane scrittore che davvero cammina con cuore aperto e con grande comprensione della realtà, con le sue gioie, le sue lacrime, guardando di andare oltre don Riccardo e le sue regole. Dove senza i tanti mantelli di Rut le donne, protagoniste morali ed esistenziali, che si tratti di rischiare la vita per l'ospitalità agli ebrei e tanti casi simili, sono generatrici di amore e di accoglienza.

Un libro dove c'è la vita reale di quel tempo a Roma, ma dove trovi molti accenti che parlano della vita, come educarla all'amore. Non ho la presunzione che questa sia una recensione, ma una mia emozione costruttiva che al mio cuore dice “la vita o è amore” o è un cammino che spegne questo volersi bene che è l'unica strada che ci permette di gustare tante gocce di felicità… Che cammino, o Dio mio, ma così si resta vivi e vigili in questo mondo in cui molti vorrebbero che fossimo distratti.

don Franco Barbero, 20 gennaio '25