Insegnami, o Signore
Mai ti raggiungerò.
Se non Ti chini Tu,
se non mi risollevi,
se non mi prendi in braccio,
mai Ti raggiungerò.
Gioca con me, Ti prego,
come fa un vento forte
con un cencio afflosciato,
che sfiora, percorre, sventola,
solleva e fa volare,
trasforma in ala,
in aquilone, in rondine
Raccoglimi, mio Dio.
Soffia sopra di me.
Fammi volare un poco:
ch'io possa rifugiarmi
nel Tuo profilo d'ombra
e respirarTi accanto.
Insegnami, Signore,
a ricoscere il Tuo amore.
Insegnami a vederlo lampeggiare
in ogni vita,
resistere a ogni morte,
cullare ogni dolore.
Insegnami a vederlo lampeggiare
in ogni vita,
resistere a ogni morte,
cullare ogni dolore.
Insegnami a scopriirlo
non solo negli occhi di un bambino,
nei baci, in una stella,
ma in ogni sofferenza:
nel grido di un malato,
nell’offesa dei vecchi,
nella donna umiliata,
in un ventre squarciato,
nel platano abbattuto,
nel gattino che insanguina l’asfalto.
Insegnami, Signore!
Starò in silenzio
la mano sulla bocca,
come Giobbe.
Tu parlami.
Ammaestrami.
Anna Maria Bermond
Via Gramsci, 14
Pinerolo
Viottoli, 1 gennaio 1992