mercoledì 8 gennaio 2025

POCO PRATICANTI, INDIVIDUALISTI E CON UNA RELIGIOSITÀ’ «FAI DA TE» GLI ITALIANI SECONDO IL CENSIS.


Ciò che .rende la Chiesa meno credibile che in passato per quasi 7 italiani su 10 (6 su 10 tra i "praticanti") è soprattutto la piaga degli abusi


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In vista dell'Assemblea sinodale del 15-17 novembre sono stati pubblicati i risultati di una ricerca, dal titolo "ltaliani, fede e Chiesa", condotta dal Censis per conto della Conferenza episcopale italiana e svolta nel periodo dal 27 settembre al 1° ottobre 2024 su un campione rappresentativo di mille adulti, realizzata nell'ambito del cammino sinodale avviato dalla Chiesa italiana tre anni fa: i dati fanno emergere un Paese che si professa ancora cattolico per un'ampia maggioranza, ma in cui la fede appare sempre meno radicata, specie nelle sue forme comunitarie. E con una disaffezione che colpisce più le donne che gli uomini.

Veniamo ai numeri: gli italiani che si definiscono cattolici sono il 71,1% della popolazione. Di questi però, solo il 15,3% si dice "praticante"; il 34,9% dichiara di partecipare occasionalmente alle attività della Chiesa e il 20,9% afferma di essere "cattolico non praticante". Un dato destinato probabilmente in futuro a crescere: nella fascia dai 18 ai 34 anni, infatti, la percentuale di coloro che si dichiarano cattolici scende al 58,3%; quello dei cattolici "praticanti" al 10,9%. In ogni caso il Paese continua a definirsi "cattolico" come ispirazione e formazione culturale: solo il 5,4% del campione dichiara di essere stato educato in un ambito "anti-cattolico"…

Tra i praticanti, solo I'8,8% dichiara di pregare all'interno di una funzione religjosa. Del resto, 7 intervistati su 10 dicono che la vita spirituale è importante, ma la maggioranza di loro (52,7%), la pensa al di fuori della Chiesa. Il58% crede anche che esista una vita dopo la morte. Per il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, la ricerca è indice di un individualismo imperante, ma anche di una Chiesa che fatica a indicare un "oltre"». La Chiesa, sostiene De Rita, «deve ritrovare questa sua capacità, perché una Chiesa solo orizzontale non intercetta chi è ubriaco di individualismo, perché a costoro non basta sostituire l'lo con un "noi", hanno bisogno di un oltre, hanno bisogno di andare oltre l'io».

Valerio Gigante - Adista, Novembre 2024