NON SONO D'ACCORDO SULLE ARMI
I “dem” italiani votano per il sostegno a Kiev, compreso l'invio delle armi.
Intendo dire che c'è sostegno e sostegno. Occorre distinguere e decidere.
Kiev con queste armi mantiene solo illusioni. Kiev ha un enorme ed immediato, come la striscia di Gaza e la Palestina, bisogno di ricostruzione.
L'italia ha strumenti e uomini molto capaci di costruire e ricostruire città intere, ponti, borghi e palazzi, mettendo al primo posto gli ospedali.
L'italia come l'Europa e la Nato non contano nulla sul terreno delle armi: di fatto sono ora e negli anni quelle forze illuse di vincere, ma di fatto sono le realtà che mantengono solo la guerra. Eccoci parte come Italia di questa operazione: mantenere la via delle armi per non addentrarsi sui terreni della socialità, della sanità, del progetto, del lavoro e cercare e lavorare per la creazione di uno stato che, patteggiando con la Russia, abbia un suo precisato e concordato territorio, una garantita inviolabile identità costituzionale.
Il che può avvenire con una trattativa in cui due soli siano interlocutori: Kiev e Russia.
Mi sembra che le difficoltà non siano insuperabili, ma diventano insuperabili se in tale trattativa ci mettono lo zampino altri stati o la Nato perché chi si presenta come costruttore di ponti, di accordi, diventa sempre alleato di uno dei “padroni” che invece vanno tenuti fuori campo per lasciare la palla ai due diretti interlocutori che sono Kiev e la Russia. Gli altri ficcanaso sono a servizio di un potere che non si rassegna a consegnare le chiavi ai due possessori.
Franco Barbero, 20 febbraio ‘25