sabato 1 febbraio 2025

SPERANZA – FIDUCIA

 

La fede del credente non è un corredo di dottrine, ma una relazione, una albeggiante conoscenza e una presenza intima. Sai di non essere solo. Speri non per audacia personale contro il caso e l'ignoto, ma perché una promessa ti viene, uno Spirito di vita, e sei accompagnato nell'incertezza da una certezza di vita e sostegno!

Non ti è data soluzione e successo, ma una presenza viva che cammina con te verso un compimento. Il credente non si vanti di fronte all'agnostico, perché l’appoggio che gli è dato è un dono, non è una sua conquista o capacità. Chi riconosce e accoglie il dono, spera che sia per tutti, in qualche forma anche solo albeggiante. Chi respira spera. Dio non è un padrone della vita, come può pensare un'idea mitica ed estranea: Gesù ce lo fa conoscere come un padre che accompagna e chiama, perché desidera comunicare una vita imperdibile.

La speranza che la fede ci dà, contro le oscurità e le minacce del male, non è solo da accogliere con gratitudine, ma richiede risposta attiva, impegnata. La speranza è attiva, invita ad agire. Dio non ci salva come oggetti inerti, ma come vivi e responsabili. Ci ha fatti capaci e degni di compartecipare al suo dono. Noi diciamo “Speriamo!” non come vaga eventualità, ma come affermazione attiva: stiamo sperando, perché non siamo soli nell'impresa della vita! Riusciamo noi cristiani a condividere le angosce umane odierne, senza ignorarle con la distrazione che abbandona, e senza esserne schiacciati? Siamo compagni di chi soffre senza speranze di uscita, e sappiamo offrirgli la compagnia dell’andare. insieme, con un orizzonte?

ENRICO PEIRETTI

Rocca, 1 gennaio 2025