RITORNO ALL'ESSENZIALE
Qualcuno potrebbe dire che non ha bisogno di leggere i segni dei tempi; la fede riguarda Dio e non le cose che succedono nel mondo. Forse così pensano quei cristiani che a partire da questa idea riescono a tenere insieme la messa della domenica e l'indifferenza per i poveri; l'appartenenza alla comunità cristiana e la militanza in organizzazioni che non hanno alcun rispetto per la vita; la speranza cristiana e una lettura catastrofista di ciò che accade.
Quali criteri possono orientare il nostro modo di pensare e di scegliere nei confronti delle situazioni della vita?
• La capacità di fare una lettura in chiaroscuro della realtà in cui si mescolano grano e zizzania, direbbe il Vangelo di Matteo; occorre saper cogliere le sfumature, vedere i semi di bene racchiusi anche là dove sembra tutto compromesso. Leggere la realtà in chiaroscuro significa saper stare sul crinale, tra la luce e l'ombra.
• Occorre guardare a ciò che accade nel mondo con interesse e con attenzione e non chiuderci al nuovo: I care, insegnava don Milani ai suoi ragazzi. È importante, oggi, rifiutare il ripiegamento su noi stessi. Quando facilmente invece noi cristiani tendiamo a vivere bene la nostra vita ma, forse, in maniera un po' privata, rischiando di diventare cristiani intimisti. E così, di mettere in gioco anche la nostra libertà perché, siccome abbiamo bisogno di avere criteri, idee e riferimenti, tendiamo a fare nostri i criteri degli altri, magari quelli dei media. Se non si vive come si pensa, si finisce di pensare come si vive.
• Occorre fare della realtà una lettura partecipe e responsabile, una lettura cioè da persone che non si chiamano fuori rispetto a quello che accade e, nello stesso tempo, hanno la capacità del distacco e della parzialità; hanno il senso del valore relativo delle cose. Dobbiamo essere consapevoli che difficilmente ritroviamo i valori in cui crediamo pienamente realizzati e collocati dentro la storia: le cose definitive ed assolute sono solo quelle dell'ultimo giorno. Ci incontriamo invece, più facilmente, con realizzazioni parziali dei nostri valori che non sono mai tutto il bene che desideriamo. Anche le realizzazioni piccole, incompiute, parziali, però, hanno un loro valore.
Dunque l'atteggiamento sapiente mi pare sia quello del coinvolgimento ma, insieme, anche del distacco per non affezionarci troppo ad esse. Saper relativizzare, consapevoli che anche ciò che contiene solo degli accenni di bene ha un suo valore. Se sapremo relativizzare le nostre opinioni senza affezionarci troppo ad esse, allora potremo ascoltare anche gli altri, metterci in ricerca e in dialogo, accogliendo la lettura dei fatti di altre persone in una forma di arricchimento reciproco. Non dobbiamo mai essere sicuri di possedere la verità!
• È importante credere che Dio nella storia è all'opera e la costruisce con la sua azione anche se non appare in modo visibile. È quello che Papa Francesco definisce "senso del mistero": «abbiamo bisogno di una certezza interiore, cioè della convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti, perché «abbiamo questo tesoro in vasi di creta». Questa certezza è quello che si chiama "senso del mistero". È sapere con certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo. Tale fecondità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata.
Uno è ben consapevole che la sua vita darà frutto ma senza pretendere di sapere come, né dove, né quando» (Evangelii Gaudium 279). Dio opera nella storia traendo il bene là dove noi riusciamo a vedere solo il male. Dio è nella nostra storia personale e sa ricavare il bene anche dal male.
• Infine, occorre essere persone di speranza, cioè essere disposti a lasciarsi sorprendere con fiducia dall'azione imprevedibile di Dio che non smette mai di generare novità e prospettive inedite, inaspettate rispetto al nostro modo di pensare, che possono anche essere la risposta all'inquietudine che ci portiamo dentro.
Questa è l'esperienza del discernimento, del cristiano che cerca di guardare in profondità la storia per vedere in essa i segni dei tempi.
Chi si allena a vivere una vita interiore con queste caratteristiche diventa capace di guardare in profondità nella trama delle cose umane per cogliere l'invisibile, i segni della presenza di Dio nella storia. L'essenziale è invisibile agli occhi, si legge ne Il piccolo Principe. L'essenziale è l'azione di Dio nella storia umana.
Invisibile, ma è ciò che alla storia umana dà un senso.
Paola Bignardi, Ritorno all'essenziale, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020
Da Giorni Nonviolenti, 2025