PAROLE DI VANGELO
gridatelo dai tetti
Luigi Pellegrino
Carissimo Padre, eccoci, ancora una volta accorriamo a te.
L'ultima volta che ci siamo sentiti avevamo rintracciato nelle pagine del Vangelo segni e luoghi, talvolta insperati, di presenza di vita, come le lacrime, mai sterili, raccolte e asciugate da Gesù tuo Figlio e trasformate in vita.
Oggi, invece, vogliamo ritrovare nei Vangeli esperienze, luoghi ed elementi che possano incoraggiarci a vivere della tua logica di Padre, spesso contro ogni logica umana.
Ritroviamo “tra i tetti” il luogo dove si manifestano alcuni segni del tuo stile, il quale ci invita a rompere con l'atteggiamento del “si è sempre fatto così" per immaginare sguardi diversi e prospettive nuove, visioni e voci profetiche.
È il caso di quel paralitico, con il desiderio di incontrare Gesù, nuovamente giunto a Cafarnao. Quel paralitico, portato da quattro uomini, “Non potendolo far giungere fino a lui a causa della calca, scoprirono il tetto dalla parte dov'era Gesù e, fattavi un'apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico”.
Un guizzo di genio spinto un po'dalla frustrazione che dopo tanto sforzo non riuscivano nell'intento di presentare quell'uomo in barella davanti a Gesù, un po' perché la speranza che non muore mai, cerca e ricerca percorsi alternativi di salvezza.
Il tetto, di quelle case fatte di pietre grezze sovrapposte e tenute insieme con la malta, fatto di paglia e coperto da uno strato di intonaco, si presta all'iniziativa e diventa alleato di questa operazione di salvezza. L’operazione di “salvataggio” va a buon fine, il lettuccio arriva davanti a piedi di Gesù “sano e salvo”, nell'operazione di essere calato, ma di altra salvezza è in attesa quell’uomo.
Ed ecco che “Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati”.
Di fronte alla polemica e allo scandalo dei farisei - “Perché costui parla in questa maniera? Egli bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?” - Gesù rincara la dose di vita e per rompere con maggior forza una tradizione e una narrativa di Dio così rigida, da non permettergli il respiro: “Io ti dico (disse al paralitico): ‘ALzati, prendi il tuo lettuccio e vattene a casa tua'. Ed egli si alzò [...]".
Ancora nel Vangelo ritroviamo le parole di Gesù a indicarci i “tetti” come luogo di annuncio: “Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dai tetti. Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto”.
Le terrazze, così come i tetti, sono il segno di quello stile con cui il maestro ci chiede oggi di vivere come discepoli. Una chiarezza nel parlare non sempre facile; annuncio che spesso deve fare i conti con le barriere della sordità, dell'io rispetto al noi, della logica del premierato su quella della comunità, dei rumori al dispetto delle voci, che spesso sono vere e proprie grida.
L'invito a gridarlo dai tetti, risulta anche essere una strategia di annuncio, visto che dall'alto non solo le visioni ma anche i suoni e le voci sono di ampio raggio e di ampio respiro, affinché il Vangelo, come annuncio della buona notizia, se necessario, si faccia denuncia.
Oggi giorno i tetti continuano ad essere luoghi di salvezza, per coloro che a causa di alluvioni improvvise dovute a inondazione, proprio sui tetti hanno trovato salvezza gridando la loro disperazione e la loro richiesta di aiuto.
I tetti, diventano allora la posizione strategica per un annuncio che possa giungere a tuti e lontano, superando barriere ed ostacoli strutturali e culturali, per chi vuole essere discepolo di Gesù.
Anche se la velocità della luce supera quella del suono, sono le voci dei popoli di sempre che hanno accompagnato i Tuoi sogni che per noi sono di speranza. Sono quelle voci, che alcune volte si sono mutate in canti di lode, riconoscendo la Tua opera creatrice, altre volte sono state invocazioni affinché il nostro cuore entrasse in sintonia con il Tuo, altre volte sono state voci di denuncia, che i più coraggiosi e temerari hanno osato rivolgere a Te, e al mondo intero.
Dacci ancora la forza di salire sui tetti per essere testimoni del Vangelo della vita.
ROCCA, 15 GENNAIO 2025