lunedì 10 febbraio 2025

Voci, martiri e luoghi della Teologia della Liberazione

Il regista francese Francois Xavier Drouet ha realizzato nei mesi scorsi un documentario per ricostruire la memoria della Teologia della Liberazione, sottolinearne l'importanza storica attraverso numerose interviste e un corposo bagaglio di immagini di repertorio, ripercorrendo le lotte sociali in El Salvador, Nicaragua, Brasile, Messico, rievocate anche attraverso la citazione di alcuni passi evangelici. A dispetto dell’idea marxista della religione intesa come “oppio dei popoli”, François Xavier Drouet è andato a incontrare uomini e donne che hanno operato per cercare di realizzare già in terra delle tracce di Regno di Dio. Ne è nato il documentario L'évangile de la Révolution, il racconto del coraggio, dell’impegno e della sete di giustizia di tanti cristiani che hanno cercato di mettere in pratica le intuizioni della Teologia della Liberazione. Tra gli intervistati anche il domenicano Frei Betto che al tempo della dittatura ha conosciuto la brutalità delle carceri brasilane. Nel suo intervento Frei Betto si ricollega a Marx per ricordare che definì la religione anche come “il grido di un cuore in una società senza cuore”. La fedeltà a questo grido, si ricorda nel documentario, sin dagli anni Sessanta del secolo scorso ha comportato il sacrificio della vita per quasi 200 tra preti, suore, missionari, religiosi in America Latina, oltre a migliaia di catechisti e Operatori pastorali.

 

Martiri della giustizia

In America latina, di fronte alle drammatiche esigenze storiche, la Chiesa si è trovata a fare i conti con le proprie fragilità e contraddizioni. Accanto a vescovi che, se non complici, certamente sono stati in silenzio di fronte alle dittature militati e alle gravi condizioni di vita dei propri popoli, vi sono stati vescovi, sacerdoti e laici che hanno preso sul serio l'annuncio evangelico di pace e di giustizia, proponendo con la propria concreta azione pastorale un percorso di liberazione e di riscatto sociale. Non ci troviamo di fronte dei teorici della Teologia della Liberazione, bensì a persone che l’hanno praticata nel concreto della propria azione pastorale. Solo alcuni esempi emblematici.

In Guatemala abbiamo mons. Juan Gerardi, massacrato a colpi di pietra il 26 aprile 1998, un pastore che ha messo i poveri e la necessità del loro riscatto al centro della propria attività, poiché nei poveri vedeva il volto di Cristo che andava difeso da tutte le oppressioni e liberato da tutte le forme di schiavitù.

In El Salvador si sviluppa la vicenda di Oscar Romero, assassinato sull’altare il 24 marzo 1980. Soprattutto nei tre anni in cui è stato arcivescovo di San Salvador, mons. Romero ha sempre più chiaramente sentito il grido del proprio popolo oppresso nei diritti fondamentali, e a questo popolo ha prestato la propria voce, indicandogli la strada della conversione per uscire dal dramma che stava vivendo. Si schierò così, sempre più decisamente, in difesa dei poveri e degli oppressi, convinto del fatto che i valori evangelici andassero incarnati e non solo affermati, che non bastasse raccogliere i moribondi e i sofferenti, ma che fosse anche necessario denunciare le situazioni di violenza strutturale e istituzionalizzata, indicare in modo preciso le responsabilità dei sequestri, dei soprusi e dei massacri. La liberazione fu al centro della sua azione pastorale di arcivescovo poiché ai poveri e agli oppressi andava data una speranza di riscatto e di emancipazione.

In Argentina abbiamo il vescovo Enrique Angelelli, che fu un riferimento per l’allora giovane gesuita Jorge Bergoglio. La sua voce venne messa a tacere per sempre dai militari con un falso incidente stradale il 4 agosto 1976. E poi non possiamo non ricordare Hélder cảmara; Pedro Casaldaliga, Antonio Fragoso, Maria Pires, Manuel Larrain, Leonidas Proaño…tutti vescovi che nel concreto della loro azione pastorale hanno operato per la giustizia e la liberazione.

Anselmo Palini in Esodo 2024