Cinque pani e due pesci
Il brano evangelico della "moltiplicazione" dei pani è più che noto. I Vangeli di Marco, Matteo e Luca danno molto risalto a questa pagina; anzi, Marco e Matteo riportano due "moltiplicazioni" dei pani. I significati di queste pagine evangeliche sono molteplici e, direi, inesauribili. Come non vedervi dietro tutta la riflessione sul Dio dell'alleanza che, fin dai giorni dell'Esodo, non ha lasciato mancare il pane del nutrimento e della speranza al popolo che camminava nella strada della liberazione? L'amore sollecito di Dio si fa pane per chi, nonostante la propria riconosciuta debolezza, si decide per il viaggio!
Come non vedervi il pane della Parola di Dio distribuito con abbondanza agli ebrei e ai pagani? Né si può negare che queste pagine abbiano un sapore eucaristico, nel senso che fioriscono in comunità che celebrano la "cena del Signore" come mensa imbandita in memoria di Gesù, la cui parola è nutrimento per la nostra fede.
Sono pure evidenti i richiami al Vecchio Testamento: Gesù è il profeta definitivo di Dio che agisce nello spirito dei profeti, andando "oltre" tutti gli altri profeti (2 Re 4,42-44). Non saranno più molto pertinenti in questa ottica, ampiamente simbolica, le domande di questo tipo: «Gesù ha veramente moltiplicato i pani e i pesci?».
Il vero miracolo
I miracoli costituiscono uno scoglio biblico sul quale potremmo disquisire e discutere all'infinito. Non è questa la sede. Certo sarà forse necessario liberare la nostra lettura biblica da una certa ricerca del "miracolo" con una sana comprensione dei generi letterari e del linguaggio evangelico che spesso utilizza modalità espressive prese dal Vecchio Testamento o dalle culture del tempo.
A me sembra che non sia fuori strada chi ci ricorda che il vero "miracolo" di Gesù non sta nella sua opera moltiplicatoria quanto piuttosto nell'aver agito sui cuori dei presenti per indurli a mettere in comune le scorte del viaggio. Così, in questa decisione di condividere (che è una vera conversione) si realizza un pasto in cui tutti mangiano con abbondanza e se ne avanza.
E' una logica paradossale quella in cui ci mette l'evangelo, ma essa ha innegabilmente un'efficacia riscontrabile a livello di fraternità: solo chi divide e condivide moltiplica il pane. La moltiplicazione a servizio fraterno è l'opposto dell'accumulo. Il pane si moltiplica solo dividendolo! Diversamente si accumula.
Pochi e piccoli
Ma vorrei soffermarmi brevemente su una annotazione che trovo feconda per la nostra vita. Per il pasto che Gesù, figlio di Dio, imbandisce, noi portiamo solo «cinque pani e due pesci» (Marco 6,38) oppure «sette pani e alcuni pesci, pochi e piccoli» (Marco 8,5-7).
E' sempre così: il nostro contributo alle opere di Dio è una piccola cosa. Noi abbiamo poco da offrire. Quel che mettiamo a sua disposizione non costituisce mai granché. Eppure questi pochi pani e questi piccoli pesci nelle mani di Dio, cioè consegnati alla causa del vangelo, diventano un banchetto! Quello che ci è richiesto è che li tiriamo fuori, che ci decidiamo a renderci disponibili alla via di Gesù.
Può davvero infonderci speranza. Non è assolutamente necessario tirare fuori dei diamanti, cioè delle doti e dei "numeri" eccezionali, per essere discepoli di Gesù e operatori di giustizia e fraternità. Tutti abbiamo qualche piccolo talento che, nelle mani di Dio, si moltiplica, si espande. Gesù mise tutto nelle mani di Dio. Ma questa non può essere operazione magica e non autorizza alcuna passività. I talenti si mettono nelle mani di Dio quando ci rimbocchiamo le maniche nella pratica della fraternità.
La sproporzione che il racconto evangelico evidenzia tra i pochi viveri e le migliaia di sfamati sta proprio ad esprimerci questo paradosso dell'amore di Dio: c'è bisogno del tuo e mio piccolo dono per costruire la felicità di tanti altri, per edificare una comunità. Il cammino degli altri ha bisogno anche del mio pane per diventare cammino "nostro". Non aspettare che faccia il primo chi ha le scorte di magazzino. Egli continuerà, con tutta probabilità, ad accumulare nei granai. Ecco la pratica di vita di Gesù: Dio l'ha resa feconda, a tal punto che si sono raccolte ceste di avanzi. Dio compie la sua opera a partire dal poco, dal basso, dal povero; anzi, a partire dal suo amore che apre i cuori e le mani dei poveri alla "politica" della fraternità.
Franco Barbero - 1970