Il razzismo xenofobo di Trump
El Pais, Spagna
Le misure adottate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump contro i migranti sono un attacco frontale a un gruppo di persone fondamentali per l'economia del paese. Tra i provvedimenti c'è l'eliminazione dello Status di protezione temporanea (Tps) di cui beneficiano mezzo milione di haitiani e circa 350mila venezuelani. Il meccanismo, introdotto negli anni novanta, consente di ottenere un permesso di soggiorno temporaneo a chi arriva da paesi dove c'è grande instabilità politica. Ad aprile scadrà la protezione per i venezuelani, ad agosto toccherà agli haitiani, scappati dalla violenza nel loro paese. Da quel momento rischieranno il rimpatrio.
La decisione di Trump è un chiaro avvertimento: nessuno è al sicuro, nemmeno chi ha lasciato il Venezuela perché perseguitato dal governo autoritario di Nicolás Maduro. In queste prime settimane di governo, il leader statunitense ha dimostrato di non volere uno scontro con Maduro, com'era successo durante il suo primo mandato. I due si stanno avviando verso una reciproca tolleranza.
L'iniziativa del presidente degli Stati Uniti ha sconvolto i settori dell'opposizione venezuelana che speravano nel suo aiuto. Ma dopo aver demonizzato i migranti in campagna elettorale, Trump non sembra intenzionato a cedere. I dati, tra l'altro, smentiscono la sua propaganda sulla sicurezza. Più del 40 per cento delle persone espulse fino alla metà di febbraio non aveva precedenti penali, mentre la crudeltà delle misure adottate per il momento non si riflette nei numeri: nel primo mese di mandato l'amministrazione statunitense ha espulso 37mila persone, il 3 per cento in meno rispetto alla media dell'ultimo anno. L'eliminazione del Tps è un passo decisivo verso le espulsioni "di massa" promesse da Trump.
Da Internazionale, 28 febbraio 2025