sabato 22 marzo 2025

La vedova e il giudice iniquo

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Luca 18, 1-8).

La parabola si presenta a noi con i colori del contrasto: il primo ad entrare in scena è questo giudice, uomo di potere, che “non temeva Dio e non si curava di nessuno”. La seconda comparsa è questa vedova: lei, debole, sola, non garantita, anziché chiudersi nella sua solitudine e nel suo dolore, tira fuori una decisione e una ostinazione assai insolite.

Il testo, al versetto 4, dice che ella andò e riandò dal giudice per un bel po’ di tempo. Alla fine la sua perseveranza e la sua cocciutaggine ebbero la meglio sul giudice. La parabola, a questo punto, parla da sé; è la perseveranza che Dio ci chiede, e quale perseveranza!

E’ proprio questa donna che discute, che si mette in gioco e non si arrende un esempio per la comunità di Luca (anni 85-90). E’ un esempio di fede e di preghiera costante.

Anch'io vorrei avere nella mia vita la grinta di questa donna. Questa ostinazione nel chiedere giustizia quando sono in gioco non solo i miei diritti, ma anche quelli di altre persone, soprattutto per coloro che non hanno voce, che sono in una sofferenza tale da non aver neanche più la forza di combattere e di chiedere.

C’è poi nella parabola il tema del “ritardo” di Dio. Nella Bibbia spesso incontriamo un Dio che sembra un po’ distratto e bisogna strattonarlo un po’ perché si ricordi delle persone più deboli. Il tempo dell’attesa va riempito di fiducia e di preghiera.

Nel tempo in cui le promesse del Regno di Dio non trovano pieno compimento possiamo smarrirci e Luca dice che, addirittura, possiamo perdere la fede. Alimentare la fiducia in Dio con la preghiera e con l’aiuto delle persone che ci sono accanto, è forse un modo per tentare di non perdere la strada.

Grazie, o Signore mio custode, che sempre nei momenti difficili, accendi una fiammella che mi riporta nella fiducia in Te.

da Viottoli, Fiorentina Charrier, 2001