lunedì 10 marzo 2025

Ortensio da Spinetoli: un incontro a Roma a 100 anni dalla nascita


100 anni fa, nel 1925, nasceva Ortensio da Spinetoli, al secolo Nazzareno Urbanelli, frate minore, biblista e teologo tra i più rilevanti del secolo scorso. Per ricordarne e rilanciarne l’importante lascito umano e culturale il prossimo 26 marzo a Roma, presso la Basilica dei Santi Apostoli, dalle 16 alle 18, gli “Amici di Ortensio”, un gruppo di persone che gli erano vicine in vita e che continuano anche oggi il loro impegno a divulgarne il pensiero e l’opera, hanno organizzato un incontro, dal titolo: “Ortensio da Spinetoli. Fede e provvisorietà delle teologie”.

A discutere di Ortensio saranno Ricardo Peréz Márquez, teologo, fondatore ed animatore – insieme ad Alberto Maggi – del Centro studi biblici “G. Vannucci” di Montefano ed Augusto Cavadi, filosofo e promotore della Scuola di formazione etico-politica “G. Falcone” di Palermo. Ricardo Peréz Márquez e Alberto Maggi hanno spesso ospitato Ortensio a Montefano (località vicina a Recanati, dove Ortensio viveva), rompendo così quell’isolamento cui la Chiesa istituzionale lo aveva relegato sin dagli anni ’70, per contrastare la dirompente novità della sua esegesi biblica; Augusto Cavadi, che da anni collabora con la casa editrice trapanese Il Pozzo di Giacobbe, ha favorito la riedizione di due importanti volumi di Ortensio, da tempo introvabili: La Conversione della Chiesa e Rifondare la Chiesa (diversi libri di Ortensio sono da tempo disponibili nella libreria online di Adista, www.adista.it/adistalibri, 06/6868692).

Esperto del Nuovo e Vecchio Testamento, Ortensio ha dedicato gran parte della sua vita allo studio della Parola di Dio attraverso la mediazione della parola umana e all’approfondimento del Gesù storico. La sua ricerca ed il suo contributo innovativo all’esegesi delle Scritture gli provocarono diversi problemi con l’autorità ecclesiastica: la Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1974 lo mise sotto indagine; non venne condannato, ma fu comunque sollevato dall'insegnamento e limitato nei suoi interventi pubblici.

Avulso da ogni forma di protagonismo anche nell’ambito dell’area della sinistra cristiana, della teologia progressista e del cattolicesimo più apertamente conciliare, è stato però uno dei punti di riferimento per coloro che hanno condotto uno studio storico critico della Bibbia, cercando di raccontare il Gesù dei Vangeli, “liberandolo” dal Cristo di tanta tradizione teologica e devozionistica. Gesù uomo, piuttosto che il Gesù «Dio», di cui per Ortensio si era parlato moltissimo, tanto che il Cristo della fede aveva finito per prendere il posto del Gesù della storia, con la conseguenza che l’annuncio si è sovrapposto all’evento.

Per comprendere meglio l’evento Ortensio si è sempre sforzato di analizzare il testo biblico mettendolo in relazione con la cultura e il linguaggio dell’epoca, con il contesto storico, politico e religioso in cui il testo era stato prodotto. In questo modo aveva messo in discussione alcuni “tabù” del cattolicesimo, come il peccato originale, il “sacrificio” eucaristico, la verginità di Maria, il concetto stesso di “figlio di Dio”. Perché la cifra del suo magistero è sempre stata quella di rifiutare qualsiasi tipo di dogmatismo, sottolineando sempre che ogni risposta non è mai quella definitiva. Anzi, rilevava, «le più giuste, senz’altro migliori, sono quelle che devono venire. Sappiamo cercare e aspettare fiduciosi». La modernità del suo approccio allo studio della Bibbia e alla riflessione teologica stava nella consapevolezza che queste discipline non potevano ormai prescindere da tutte le conoscenze che nel XX secolo le scienza e la riflessione filosofica avevano apportato: «La pretesa – disse nel corso di una intervista rilasciata alla nostra agenzia nel 2005 in occasione dell’elezione di Ratzinger (v. Adista n. 36/2005) – che vi sia una sola maniera di rapportarsi con la verità non è più ammissibile dopo la scoperta della provvisorietà della conoscenza umana e della precarietà dei modi di comunicazione, come sostiene la filosofia del linguaggio».

Valerio Gigante, 7 marzo 2025

Da Adista Notizie n° 10 (15 marzo 2025)