Questo
è il canone per la celebrazione di domani, realizzato partendo da uno spunto di
riflessione di Walter Primo e Sergio Speziale. La celebrazione inizierà alle
ore 10:00. Ci si potrà collegare già a partire dalle 9:45.
Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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Il sogno, la preghiera e la testimonianza
Saluto all’assemblea
G. Oggi ci incontriamo per pregare insieme, per raccontarci delle strade che abbiamo percorso, degli incontri cha abbiamo fatto, per arricchire il nostro orizzonte e aiutarci reciprocamente a continuare i nostri cammini.
Un momento di silenzio
1. Ama, saluta la gente, dona, perdona, ama ancora e saluta.
2. Dai la mano, aiuta, comprendi, dimentica e ricorda solo il bene.
E del bene degli altri godi e fai godere.
1. Godi del nulla che hai, del poco che basta, giorno dopo giorno:
e pure quel poco - se necessario – dividi.
2. E vai, vai leggero, dietro il vento e il sole e canta.
Canta il sogno del mondo: che tutti i paesi si contendano di averti generato.
(da una preghiera di David Maria Turoldo)
Letture bibliche
Portiamo con noi un sogno che viene da lontano.
1Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,
un virgulto germoglierà dalle sue radici. […]
3[…] Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
4ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
5La giustizia sarà fascia dei suoi lombi
e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
6Il lupo dimorerà insieme con l'agnello (Isaia: 11: 1, 3-6)
L’esperienza di Gesù è uno straordinario esempio di come il sogno possa tramutarsi in azione.
Gesù è un maestro in cammino capace di ascoltare e dare una risposta alla sofferenza di chi è ai margini, dimenticato. Gesù è interessato ai bisogni dell’umano, animato da una fede incrollabile, accompagna le persone che incontra a dare una svolta alla propria vita. Gesù aiuta a ritrovare la fiducia in sé e nel futuro.
48Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 49Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». 50Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. 51Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». 52E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. (Marco:10, 48-52)
Gesù è soprattutto un maestro di umanità. Non è immune da momenti di stanchezza e amarezza.
54Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?[…] 57Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. (Matteo 13: 54, 57-58)
Ma la sua straordinarietà, tutta umana, è nella sua capacità di riannodare i fili lacerati e rimettere a fuoco il senso del suo cammino attraverso la preghiera. I Vangeli sono costellati di momenti in cui Gesù si ritira in preghiera per poi ritornare in cammino, incontrare, parlare, sostenere, accompagnare altri esseri umani.
La preghiera è il momento della ricerca e dell’incontro con Dio, la chiave per capire meglio la maniera in cui vogliamo orientare i nostri passi. Dio accompagna il nostro cammino e sostiene le nostre scelte. Sa aspettare che le tempeste del nostro animo si plachino. È con noi nel momento in cui riprendiamo la strada. Dio non fissa scadenze precise e la preghiera è uno spazio per noi, fuori dal tempo degli ondeggiamenti e delle paure. Ci dà una mano a conoscere noi stessi e a capirci meglio.
36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». (Matteo: 26: 36-39)
Gesù soffre e ha la stessa paura che noi fronteggiamo spesso nella nostra vita. Il Vangelo ci presenta il modo in cui Gesù, maestro di fede e di umanità, affronta i punti nodali del suo cammino. Dio ascolta nel momento della paura e accompagna Gesù a compiere il passo più difficile: dare una testimonianza di ciò in cui crede. Gesù vuole portare Dio nel mondo a modo suo, senza paura. Dio lo accompagna come vuole Gesù.
Dio non sarà mai un ostacolo alla nostra voglia di portarlo come le nostre mani nel mondo.
Una riflessione di Walter
Interventi liberi
1. Facciamo silenzio prima di ascoltare la parola, perché i nostri pensieri sono già rivolti alla parola.
2. Facciamo silenzio dopo l’ascolto della parola, perché questa ci parla ancora, vive e Dimora in noi.
1. Facciamo silenzio la mattina presto, perché Dio deve avere la prima parola.
2. Facciamo silenzio prima di coricarci, perché l’ultima parola appartiene a Dio.
1. Facciamo silenzio solo per amore della parola. (da una preghiera di Dietrich Bonhöffer)
Memoria della cena
Gesù era a tavola con i suoi amici e le sue amiche. Sulla mensa c’erano pane e vino. Gesù alzò gli occhi al cielo, come spesso faceva nei giorni della sua vita e, dopo aver benedetto il nome santo di Dio, prese il pane, lo spezzò, lo divise dicendo: “Prendete e mangiate. Questo pane condiviso sia per voi il segno della mia vita. Quando farete questo, lo farete in memoria di me, di ciò che ho fatto e detto”. Poi prese la coppa del vino e disse: “Questo calice sia per voi il segno di un’amicizia che Dio continuamente rinnova con tutta l’umanità, con tutto il creato”.
Preghiera di condivisione
Comunione
Padre nostro
Preghiere spontanee
Benedizione finale
Credo in un’umanità diversa, più fraterna.
Il mondo ha bisogno di respirare armoniosamente in maniera umana.
Gli uomini tutti devono arrivare a riconoscersi gli uni gli altri come uomini,
come fratelli, nell’utopia della fede.
Credo nell’impossibile e necessario uomo nuovo!
Non credo nella segregazione razziale e classista.
(Perché una sola è l’immagine di Dio nell’uomo).
Non credo in nessuna schiavitù.
(Perché tutti abbiamo il diritto e il dovere di vivere nella libertà di figli con cui Cristo ci ha liberati).
Non credo in nessun capitalismo
(Perché il vero capitale umano è l’uomo).
Non credo nello sviluppo delle minoranze
né nello sviluppo “riformista” della maggioranza.
(Perché questo sviluppo non è più l’uomo nuovo della pace).
Non credo nel progresso a qualsiasi prezzo.
(Perché l’uomo è stato comprato al prezzo del sangue di Cristo).
Non credo nella logorante società dei consumi.
(Perché soltanto sono beati quelli che hanno fame e sete di giustizia).
Non credo nel cosiddetto ordine dello status quo.
(Perché il regno di Dio e degli uomini è un cielo nuovo e una nuova terra).
Non credo nella città celeste a spese della città terrena.
(Perché la terra è l’unica strada che ci può portare al cielo).
Non credo nella città terrena a spese di quella celeste.
(Perché “non abbiamo qui una città permanente e andiamo verso quella che deve venire”).
Non credo nell’uomo vecchio.
(Perché credo nell’uomo nuovo).
Amen. Alleluia! (da una preghiera di Dom Pedro Casaldaliga)
Comunità Cristiana di Base di Via Città di Gap, 13 - Pinerolo
Sergio Speziale e Walter Primo, 30 marzo 2025