domenica 2 marzo 2025

Confronti febbraio ‘25

La desiderata soluzione di diversi nodi complessi graverà, nei prossimi mesi del 2025, sul papato e, mautatis mutandis, su tutte le Chiese, a partire da quelle ortodosse: come il mondo cristiano possa fare scelte che favoriscano nel Pianeta la pace, e non le guerre; il rischio che la celebrazione dei 1700 anni dal Concilio ecumenico di Nicea provochi un'ulteriore spaccatura pubblica tra le Chiese, a partire dalla Scconda Roma (Costantinopoli) che condanna la Terza (Mosca); il ruolo delle donne nella Chiesa romana.

 

KIRILL: «MA DIO È CON NOI»

Per situare il primo nodo, e la sua drammaticità, partiamo dai discorsi che il patriarca di Mosca, Kirill, ha fatto in occasione del Natale ortodosso (7 gennaio): «La Russia rappresenta una sfida per le grandi potenze non tanto per le sue capacità nucleari ma perché noi offriamo un diverso, e alternativo, cammino verso una civiltà sviluppata. L'Occidente è giunto a un collasso morale, mentre la Russia ha mostrato al mondo come fare sintesi tra scienza, cultura, educazione e fede. Fisicamente essi non possono soffocarci, per quanto cerchino di calunniarci e creino dei blocchi per indebolire la Russia. Ma non servirà a nulla, perché Dio è con noi». Da parte sua, il presidente Viladimir Putin, presente a una cerimonia religiosa guidata dal patriarca, lo ha assai vivamente ringraziato per il suo appoggio alla “Operazione militare speciale” (Oms) contro l'Ucraina - Kirill l'ha spesso definita “guerra santa" - e lodato l’impegno della Chiesa ortodossa per il rafforzamento della famiglia tradizionale (sottinteso: no assolurto alla galassia Lgbtg+).