Comunità cristiana di base di via Città di Gap, Pinerolo
NOTIZIARIO DELLA CASA DELL’ASCOLTO E DELLA PREGHIERA
Qui puoi sfogliare l’ntero notiziario
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N° 122 aprile ‘25
In evidenza:
INCONTRI COMUNITA’ IN SEDE E SU MEET
- 1, 8, 15, 22 e 29/4 h18: gr. biblici on line pag1
- 11, 18, 25/4 h17: gr. biblici in sede pag1
- 12/4 h16:45: eucarestia di Pasqua al FAT pag1
- 13 e 27/4 h10: eucarestie on line pag1
- 27/4 h10:45: assemblea di comunità pag1
SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
- Una buona lettura impegnativa pag2
- La secolarizzazione nella Chiesa: crisi e rinnovamento pag3
APPUNTAMENTI COMUNITA’ IN SEDE (v.Città di Gap) E SU MEET
NB: invitiamo tutte/i a partecipare agli incontri comunitari:
- Gruppi biblici: i martedì dalle h18 solo on line (ci si può collegare dalle h17:45 usando il link https://meet.google.com/ehv-oyaj-iue) e i venerdì dalle h17 solo in presenza (sede di via Città di Gap n.13, a Pinerolo). Il primo martedì del mese ci incontreremo on line a gruppi unificati.
- Eucarestie: questo mese, eccezionalmente, ci vedremo la seconda e quarta domenica alle ore 10 (collegamento dalle ore 9:45 con il solito link del gr. bibl.: https://meet.google.com/ehv-oyaj-iue)
MARTEDI’ 1 APRILE h18 – Gr. biblico on line: a gruppi unificati commentiamo Matteo 25.
MARTEDI’ 8 APRILE h18 – Gr. biblico on line: su Matteo 26.
VENERDI’ 11 APRILE h17 – Gr. biblico in via città di Gap: su Matteo 26.
SABATO 12 APRILE h16:50 – Eucarestia di pasqua in presenza (alla sede del FAT in vicolo carceri, 1 a Pinerolo) con cdb “Viottoli” e cdb Piossasco (prepara un gruppo ad hoc).
DOMENICA 13 APRILE h 10 – Eucarestia on line (usiamo il canone di ieri)
MARTEDI’ 15 APRILE h18 – Gr. biblico on line: su Matteo 27.
VENERDI’ 18 APRILE h17 – Gr. biblico in via Città di Gap: su Matteo 27.
MARTEDI’ 22 APRILE h18 – Gr. biblico on line: su Matteo 28 (fine vangelo).
VENERDI’ 25 APRILE h17 – Gr. biblico in via Città di Gap: su Matteo 28 (fine vangelo).
DOMENICA 27 APRILE h 10 – Eucarestia on line (prepara Walter P.)
DOMENICA 27 APRILE h 10:45 – Assemblea di comunità
MARTEDI’ 29 APRILE h18 – Gr. biblico on line: lettura da definire.
SPUNTI PER MEDITARE E RIFLETTERE
Ogni due mesi segnalo sul mio blog l'ultimo numero della rivista internazionale di Teologia “Concilium”, edita sempre con molta accuratezza dalla Queriniana, raccolta da 61 anni nella mia biblioteca di oltre 10000 volumi, che attualmente è conservata nella sede della Comunità.
Raccomando vivamente l'ultimo fascicolo dalla chiara tematica, “Nicea, 1700 anni dopo”. Impossibile evitare le domande. Non mancano quelli che parlano della vittoria di Nicea e del suo lato tragico, ma prevale la concezione della vittoria di Nicea come il trionfo dell'ortodossia. Ad Ario non si fa cenno. Il soffocamento e il tradimento della Nicea originale alla maniera di Ario non l’ho trovato.
Ho letto questo numero di “Concilium” e, pur apprezzando tanti passi, intuizioni felici, in questa celebrazione di Nicea ho riscontrato il radicale tradimento dell'unico e solo Dio. Dopo saranno due con Gesù e poi tre con la Trinità fino alla bestemmia della verginità di Maria e a quella di “Maria madre di Dio” dell'inizio di ogni anno.
La vittoria costantinopolitana di Nicea ha aperto una “fabbrica” dei dogmi di cui farò in aprile una documentata relazione. La porta per entrare nel Palazzo religioso è la fedeltà ai dogmi che con progressione la gerarchia ha costruito.
Il vero Gesù, quello storico, il grande proclamato, è il grande scomparso e, invece, campeggiano le strutture teologiche, il battesimo, le persone sacre, l’esclusione delle donne dal ministero, la Trinità, il paradiso, il purgatorio e l'inferno, le persecuzioni dei dissidenti definiti eretici, il “Dictatus papae”, che nell'undicesimo secolo rese il papa pieno di poteri, le eresie e le persecuzioni dei dissenzienti. Tutto ciò fu al centro dell'impegno delle gerarchie.
Di
tutta questa storia tragica in questo numero di “Concilium” non
c'è quasi traccia.
E’ ovvio che un teologo come me si stupisce dell'assenza delle opere di
Catherine Nixey, così come delle opere di Hans Küng o delle pagine di Luigi
Sandri nel suo “Dire oggi il Dio di Gesù”, edizioni Paoline. Mancano i
nomi di Luke Timothy Johnson e di Barbaglio, per non citare i cento e più
studiosi che ho citato nei miei libri. E com'è possibile che su questo punto in
questo numero di “Concilium” manchi il confronto con il pensiero di
David Hartman?
Nonostante ciò, sono lieto di aver letto questo fascicolo 1 di “Concilium” del 2025 e sono grato ai redattori teologi e teologhe che vi hanno lavorato, quasi liquidando Ario. Eppure tanti studiosi difendono tutt'oggi la sua tesi di UN DIO SOLO, che è e sarà mia fino alla morte ed è molto sostenuta in numerose comunità cristiane di base, in molti laici e studiosi di oggi a Torino, Pinerolo, Piossasco.
Grazie agli Autori e Autrici. Io resto più in sintonia con chi ricorda Ario e ritiene che Gesù non è affatto Dio e Dio ce n’è uno solo che le religioni chiamano con nomi diversi. In dialogo aperto e documentato con molti fratelli e sorelle dell'Islam e di un ebraismo veramente documentato, sono sempre più teologicamente convinto che DIO È UNO SOLO e che si possa affermare che Gesù non si è mai, storicamente è certo, definito Dio.
A questo ho dedicato almeno 7 libri e l’ho affermato sempre nelle predicazioni. C'è un Dio solo, molti sono i Suoi profeti, Gesù è per noi cristiani il profeta e maestro della strada, della nostra fede. Questo è il compito che gli ha assegnato Dio, il suo Dio è il nostro.
don Franco Barbero, 27 Marzo 2025
La secolarizzazione nella Chiesa: crisi e rinnovamento
Il processo di secolarizzazione attualmente in atto nella Chiesa cattolica non è un fenomeno spontaneo o isolato, bensì il risultato di una serie di fattori storici, sociali ed ecclesiali che hanno influito sul rapporto tra i credenti e l’istituzione ecclesiastica. Sebbene la fede cristiana rimanga viva in molte comunità, la rigidità di alcune posizioni dottrinali e la mancanza di apertura ai cambiamenti sociali hanno portato a un crescente allontanamento di molti credenti. Il congelamento del Concilio Vaticano II da parte di papa Giovanni Paolo II, il rifiuto del cristianesimo progressista da parte di alcuni vescovi e preti, l’emarginazione delle donne all’interno della struttura ecclesiastica e l’imposizione di un ministero conservatore hanno generato un profondo disincanto tra settori significativi della Chiesa.
Il Concilio Vaticano II ha rappresentato una svolta nella storia della Chiesa cattolica, poiché ha promosso il rinnovamento liturgico, una maggiore partecipazione dei laici e un’apertura al dialogo ecumenico. Tuttavia, la mancanza di continuità nella sua applicazione e la resistenza di alcuni settori ecclesiastici alle sue riforme hanno generato una tensione costante tra coloro che cercano una Chiesa più aperta e coloro che sostengono una struttura tradizionale e gerarchica. Ciò ha portato a una crescente indifferenza tra molti credenti verso le pratiche ecclesiali, relativizzando l’importanza dei sacramenti e riducendo la loro partecipazione alle celebrazioni comunitarie.
Un altro fattore determinante nel processo di secolarizzazione è stata l’esclusione sistematica delle donne dal ministero e dai posti di responsabilità all'interno della Chiesa. In un mondo in cui l’uguaglianza di genere è diventata più importante, il rifiuto della Chiesa di consentire una maggiore partecipazione femminile nei processi decisionali sembra anacronistico e allontana molte persone che ritengono che la Chiesa non sia all’altezza dei valori di giustizia e uguaglianza. Lungi dal rafforzarsi, il patriarcato ecclesiastico ha contribuito a una crisi di rappresentatività all’interno dell’istituzione.
La teologia della liberazione e le comunità di base hanno rappresentato un tentativo di rinnovare la missione della Chiesa verso i settori più impoveriti. Ispirate dai principi del Vangelo di Gesù di Nazareth, queste comunità si sono battute per una fede impegnata nella giustizia sociale, nella difesa dei diritti umani e nella lotta contro le disuguaglianze. Tuttavia, il rifiuto che hanno subito da parte della gerarchia ecclesiastica ne ha indebolito l’impatto ed ha scoraggiato molti credenti che cercavano in esse una valida alternativa per vivere la propria fede in modo coerente con i segni dei tempi.
In questo contesto, la secolarizzazione sociale gioca un ruolo cruciale. La crescente autonomia della sfera pubblica dalla religione, il progresso della scienza e del pensiero critico e la diversità di opzioni spirituali hanno cambiato il modo in cui le persone vivono il loro rapporto con il trascendente. La Chiesa, nel suo tentativo di mantenere una posizione conservatrice, ha perso rilevanza per molti credenti che ora cercano forme di spiritualità nuove, più aperte e meno istituzionalizzate.
Tuttavia, la secolarizzazione non deve essere vista solo come una perdita, ma anche come un’opportunità di rinnovamento ecclesiale. Seguendo la visione di papa Giovanni XXIII, è essenziale che la Chiesa si adatti ai segni dei tempi, abbracciando principi quali la democrazia partecipativa, la giustizia sociale, l’equità di genere e l’impegno ecologico. La fede cristiana non può essere separata dalle lotte attuali per la dignità umana e il benessere dei popoli; al contrario, deve essere una forza trasformatrice che promuova la fraternità, la libertà e l’uguaglianza.
Questa riflessione trova sostegno nelle parole di papa Paolo VI, il quale nella sua esortazione apostolica “Evangelii nuntiandi” (1975) affermava che «la rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca». In questo senso, la secolarizzazione non è solo una sfida esterna, ma anche un appello alla Chiesa a rinnovare il suo messaggio e la sua testimonianza nella società contemporanea. La fede non può essere relegata a un insieme di riti e norme, ma deve essere un’esperienza viva che risponda alle preoccupazioni e alle esigenze del mondo di oggi.
Per invertire la crisi della secolarizzazione e riconquistare la fiducia dei credenti, la Chiesa deve essere fedele al Vangelo e allo spirito del Concilio Vaticano II. Ciò implica un profondo rinnovamento che includa una maggiore partecipazione dei laici, il riconoscimento del ruolo delle donne nella comunità ecclesiale, l’apertura a nuove forme di spiritualità e un autentico impegno verso i più svantaggiati. Solo così potrà mantenere la sua rilevanza in un mondo in rapido cambiamento che richiede risposte più in linea con la realtà contemporanea.
In conclusione, la secolarizzazione della Chiesa è il risultato di una combinazione di fattori interni ed esterni che hanno indebolito il rapporto tra l’istituzione e i suoi fedeli. Tuttavia, lungi dall’essere una minaccia, può essere un’opportunità per la Chiesa di rinnovare il suo messaggio e la sua pratica, tornando alle sue radici evangeliche e impegnandosi nei valori di giustizia, di uguaglianza e di solidarietà. Adattarsi ai segni dei tempi è essenziale affinché la fede cristiana rimanga una guida valida e significativa nella società odierna.
José Carlos Enríquez Díaz
(articolo pubblicato il 26/3/2025 nel
sito «Ataque al poder» (www.ataquealpoder.es))
Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli
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