domenica 13 aprile 2025

 

da Internazionale del 10/04/2025
Indipendenza precoce
di Clémence Leleu, Tempura, Francia

"Le scuole giapponesi, in particolare dopo la primaria, si concentrano sui voti invece che sull'apprendimento. Gli studenti sono incoraggiati a studiare per molte ore per poter entrare in un buon liceo o in una buona università, e per trovare poi un buon lavoro", spiega il professore di psicologia Yuki Matsumoto. "Se ai ragazzi piace studiare, possono essere soddisfatti, ma non è così per tutti. Di conseguenza il sistema scolastico può diventare un fattore di futoko". Futoko è un fenomeno che in Giappone continua ad aumentare: il rifiuto di andare a scuola per più di 30 giorni per motivi non legati alla salute o a ragioni economiche. Uno studio del ministero dell'istruzione giapponese ha osservato che nel 2023 il fenomeno riguardava 346.482 bambini, cioè il 15,9% in più rispetto al 2022.
Anche se dagli anni 80 esistono delle scuole che offrono maggiore libertà agli alunni, queste non sono una valida soluzione alternativa. "Le scuole libere o paritarie sono solo l'1% delle scuole primarie", spiega Aline Henninger. "A pagamento e non diffusi su tutto il territorio, questi istituti sono difficilmente accessibili. Per molte famiglie la scuola pubblica rimane l'unica soluzione". Di conseguenza le assenze si allungano, e nel 2021 il 55% superava i 90 giorni, con il rischio di provocare un abbandono scolastico definitivo e per i più fragili una vera e propria reclusione sociale.
Satoshi Nakao constata che la pressione sui giovani giapponesi continua ad aumentare, mentre il paese è alle prese con una crisi economica senza fine, e la relativa autonomia offerta ai ragazzi sembra ridursi di anno in anno. "L'economia giapponese si contrae, gli stipendi si riducono e le giovani generazioni sono costrette a lavorare molto, talvolta con più contratti di lavoro. Inoltre per questi ragazzi, al contrario della generazione precedente, è meno facile entrare a far parte di una comunità di quartiere".
I legami interpersonali si sfilacciano e queste società su scala ridotta non svolgono più come prima il loro ruolo di sostegno ai genitori. "La percentuale di alunni della scuola primaria che fa la spesa si è ridotto, così come si è ridotto il numero delle loro relazioni sociali", continua il ricercatore. I bambini e le bambine sono sempre più dipendenti dai genitori, che a loro volta non hanno più il tempo di occuparsene. "Il loro mondo finisce quindi per limitarsi alla casa e alla scuola".