Groenlandia: la comunità internazionale intervenga
“In Groenlandia abbiamo fatto tutto il possibile per far capire agli americani che con la loro costante pressione stanno violando noi come popolo e la nostra sovranità.” Ma Múte Bourup Ege (ex Primo Ministro della Groenlandia, N.d.R.) afferma che “l’amministrazione Trump questo non l’ha capito; al contrario, stanno aumentando la pressione ogni giorno che passa, e ora la comunità internazionale, almeno quelli che consideriamo amici e alleati, devono intervenire invece di fare piccole esitanti dichiarazioni di sostegno”.
La Radio danese DR ha pubblicato un articolo sulla prossima – provocatoria – visita ufficiale degli Stati Uniti in Groenlandia.
Múte: Ora la comunità internazionale deve intervenire
“La pressione americana molto aggressiva sulla società groenlandese è così grave ora che di più non si può. Non sono serviti né le assemblee in Groenlandia, né i tentativi diplomatici di dialogo, né parlarne apertamente”. Il presidente Inuit Ataqatigiit Mùte Boroup Egede fa appello alla Comunità Internazionale e dice che deve intervenire.
Pur rispettando Múte Bourup Egede sospetto che egli includa il governo danese di Copenaghen tra gli “alleati che hanno fallito”. Guardate la risposta imbronciata e piatta del governo alle richieste del tutto prevedibili e provocatorie del regime di Trump di un possibile sostegno militare – e immaginate come il Primo Ministro avrebbe urlato se la Russia o la Cina avessero detto e fatto ciò che Trump dice e fa.
La politica del regime di Trump è una lunga violazione del diritto internazionale e questo caso (come il suo “LasVeGaza” e altri) dovrebbe, se non altro per l’effetto diplomatico/simbolico, essere stato ripreso nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’intera filosofia delle Nazioni Unite e del diritto internazionale è che i piccoli paesi devono essere protetti quando i grandi si comportano in modo aggressivo.
Il regime di Trump otterrà tutto ciò che vuole – superando in modo non consono la normalità – se il mondo non lo fermerà. E questo riguarda la sua preparazione di un autarchico USA che, con il controllo sulle risorse di altri paesi – Panama, Canada, Groenlandia, Artico, Ucraina e Gaza – combatterà o farà la guerra con la Cina in futuro.
Lui e gli Stati Uniti perderanno, ma il prezzo della megalomania statunitense/trumpiana, del militarismo e della spietatezza non sarà pagato da altri, nemmeno dalla Groenlandia.
In questo caso, come per la folle politica degli armamenti contro i non nemici, le posizioni del governo e del parlamento danesi si riveleranno presto molto dannose per il futuro della Danimarca e della Groenlandia.
Jan Oberg - Transnational Foundation for Peace and Future Research
Da Pressenza, 2 aprile 2025