sabato 12 aprile 2025

 

Questo è il canone per la celebrazione di domani, realizzato in collaborazione dalle Comunità di base di Piossasco, Viottoli e di Pinerolo. La celebrazione inizierà alle ore 10:00.  Ci si potrà collegare già a partire dalle 9:45.
Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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SALUTO all’assemblea

 

G. Sorelle e fratelli, viviamo giorni difficili per le relazioni tra le persone, tra i popoli, tra governanti e governati/e, tra potenti e deboli, tra uomini e donne e il resto del creato. Fermiamoci ogni tanto, come ci invitiamo a fare oggi, ad osservare e a riflettere sull’esperienza di Gesù, sul suo modo di stare nelle relazioni, costantemente attento a mettere al centro le persone concrete che incontrava, con le loro difficoltà e insicurezze, con i loro desideri e potenzialità positive, riuscendo ad operare trasformazioni e cambiamenti che sembravano impossibili.

 

CANTO

…Estratto da CREDO della “Misa campesina nicaraguense”

 

T.    Rit: Creo en Vos                                          (Credo in Te

              arquitecto, ingeniero,                            architetto, ingegnere,

              artesano, carpintero                              artigiano, falegname

              albañil y armador.                                  muratore e costruttore navale

              Creo en Vos                                          Credo in Te

              constructor del pensamiento,               costruttore del pensiero

              de la mùsica y el viento,                       della musica e del vento

              de la paz y del amor.                            della pace e dell’amor).

 

L.1  Credo fermamente, Signore

        che dalla tua mente prodiga

        tutto questo mondo è nato,

        che dalla tua mano di artista

        di pittore primitivista,

        la bellezza sbocciò:

        le stelle e la luna

        le casette, le lagune,

        le piccole barche che navigano

        oltre il fiume verso il mare,

        le immense piantagioni di caffè

        i campi di cotone bianco,

        e le foreste mutilate

        dall’ascia criminale.

T.   Rit: Creo en Vos…                                        

     

L.2   Credo in te, Dio compagno,

        in Gesù umano, Gesù lavoratore

        vincitore della morte.

        Stai resuscitando

        in ogni braccio che si alza

        per difendere il popolo

        dal dominio sfruttatore

        perché vivi nei campi               

        nelle fabbriche, nella scuole,

        credo nella tua lotta incessante,

        credo nel Regno che verrà.

T.    Rit:  Creo en Vos…

 

Preghiamo insieme

 

Se qualche volta, tra stanchezza ed incertezza, ci rifugiamo talmente in casa da non sentire più il grido delle strade e voltiamo le spalle ad ogni proposta di impegno…

T. Aiutaci a ritrovare il sentiero di Gesù

 

Se qualche volta, anziché guardare con fiducia alla terra spaziosa, alle mille piccole possibilità di dare una mano, ci lasciamo distrarre da tante banalità e corriamo dietro al vento… 

T. Aiutaci a ritrovare il sentiero di Gesù

 

Se qualche volta ci abbandoniamo alla nostalgia del tempo che fu anziché vivere questo tempo del mondo e della chiesa raccogliendo tutte le occasioni per essere attivi e partecipi delle trasformazioni possibili…

T. Aiutaci a ritrovare il sentiero di Gesù

 

Se qualche volta abbiamo compiuto dei passi falsi, ci siamo inoltrati in esperienze superficiali senza meta e facciamo fatica a cambiare direzione alla nostra esistenza quotidiana…

T. Aiutaci a ritrovare il sentiero di Gesù

 

Se qualche volta per le fatiche della vita, per le delusioni, per i nostri errori ci siamo rinchiusi nella disistima di noi stessi, nella sfiducia verso tutto e tutti, siamo caduti nella disperazione e nei sensi di colpa…

T. Aiutaci a ritrovare il sentiero di Gesù

 

Se qualche volta il pregiudizio o la voglia di non esporci ci ha fatto chiudere il cuore verso persone che vivono esperienze diverse dalle nostre e ci siamo accodati per viltà ai luoghi comuni della cultura razzista…

T. Aiutaci a ritrovare il sentiero di Gesù

 

Se non abbiamo ancora fatto penetrare nei nostri cuori la gioiosa e tonificante consapevolezza che Tu, o Dio, credi in noi più di quanto noi crediamo in Te…

T. Aiutaci ritrovare il sentiero di Gesù.    

 

Facciamo un momento di SILENZIO per aprirci all’ascolto della Parola di Dio

 

LETTURE BIBLICHE


Dal Vangelo di Luca - cap. 24, 13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: <<Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?>>. Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il  Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


Dagli Atti degli apostoli - cap. 2, 1-21

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro. E tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l'un l'altro: «Che cosa significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce». Allora Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò a loro così: «Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole. Questi uomini non sono ubriachi, come voi supponete: sono infatti le nove del mattino; accade invece quello che fu detto per mezzo del profeta Gioele:

Avverrà: negli ultimi giorni, dice Dio,

su tutti effonderò il mio Spirito;

i vostri figli e le vostre figlie profeteranno,

i vostri giovani avranno visioni

e i vostri anziani faranno sogni.

E anche sui miei servi e sulle mie serve

in quei giorni effonderò il mio Spirito

Ed essi profeteranno.

Farò prodigi lassù nel cielo

e segni quaggiù sulla terra,

sangue, fuoco e nuvole di fumo.

Il sole si muterà in tenebra

e la luna in sangue,

prima che giunga il giorno del Signore,

giorno grande e glorioso.

E avverrà:

chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

 

PREDICAZIONE della Parola

 

Riflessione su Luca 24, 13-35 (discepoli di Emmaus)

Questo racconto è presente solo nel vangelo di Luca.

Si tratta di un racconto altamente simbolico che racchiude nello spazio un giorno, passato in parte a camminare e in parte a mangiare e riposare, quello che probabilmente è stato un cammino di diversi anni per i discepoli, rimasti spaesati e scoraggiati dopo la morte violenta di Gesù, che era stato il loro riferimento e che li aveva ispirati e aiutati a dare un nuovo senso alla loro vita. Nella giornata di due discepoli è racchiusa l’esperienza pluriennale dell’intera comunità di cui fanno parte.

Nei vv. 20 e 21 si dice: noi speravamo che fosse lui a liberare Israele, ma i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno fatto uccidere.

I discepoli che camminano da Gerusalemme a Emmaus sono due, ma viene riferito il nome solo di uno Cleopa. Emmaus è distante sette miglia, dunque circa un’ora e mezzo. Questa camminata è anche l’occasione per parlare di quello che è successo, della condanna e della morte di Gesù. Nel giorno di Pasqua, passati tre giorni dalla morte di Gesù, la loro speranza è ridotta al lumicino…. Non sono ancora consapevoli della risurrezione e del suo significato profondo.

Il racconto inizia dunque con la frantumazione di una fede “da bambini”. Ai discepoli è stata tolta ogni illusione. Sembra evidente invece il successo degli altri: le autorità giudaiche e romane hanno raggiunto il loro obbiettivo.

Nei vv. 28, 29 e 30 si dice: “Quando erano vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano (v.28). Ma essi insistettero “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro” (v.29). Allora si aprirono gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista” (v.31).

Succede un fatto imprevisto, senza rilevarsi Gesù li accompagna e piano piano la speranza cresce, fino a che i loro occhi si riaprono e la loro comprensione di quello che hanno vissuto negli anni precedenti, accanto a Gesù, acquista nuova luce, viene compreso più in profondità, al di là delle apparenze.

Nel v.33 si dice: “E partirono senz’indugio e tornarono a Gerusalemme…”

Il ritorno da Emmaus a Gerusalemme è affrettato e carico di speranza, i due discepoli hanno ripreso fiducia, il loro cuore è nuovamente ardente e non vedono l’ora di riferire la loro esperienza agli altri che sono radunati a Gerusalemme.

Quando Gesù si fa vicino “i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano” (v.16): a volte le cose si iniziano a capire davvero nel momento di massimo scoraggiamento e disorientamento.

Per contro quando “i loro occhi furono aperti e lo riconobbero… lui sparì alla loro vista” (v.31): bisogna imparare a camminare da soli, ma per farlo è necessario prendere coscienza in profondità del vero senso della vita… solo allora si possono avere le energie e l’equilibrio per diventare a nostra volta costruttori del Regno di Dio in terra. Dio, quando penetra nella vita dell’uomo e della donna non si concede mai fino a farsi imprigionare, resta solo per quanto è necessario a riaprire il loro cammino.

Il seme gettato da Gesù ha richiesto un po’ di tempo per germogliare, ma ora non è più tempo di stare sotto la terra è l’ora di diventare pianta, di crescere alla luce del sole.

Ogni volta che ci incontriamo e che facciamo l’eucarestia può diventare per noi una nuova “Emmaus”, il momento in cui si capisce l’importanza del tempo passato in cammino con Gesù.

E’ dopo la sua risurrezione (“il sepolcro vuoto”) che i discepoli capiscono l’importanza dell’esperienza precedente… La gioia subentra alla disperazione… ora sono pronti a trasmettere il messaggio che Gesù ha lasciato. Quando ci sono uomini e donne che sono disposti ad operare come ha operato Gesù, vuol dire che Gesù è risorto ed è ancora vivo.

Francesco Giusti (sabato 12/4/25)

 

Riflessione su Atti degli apostoli cap. 2,1-21

 

Leggendo questo brano sappiamo che Luca propone un racconto simbolico carico di immagini conosciute dalla tradizione ebraica del primo testamento, immagini ricche di significati tramandati nei secoli.

Il vento gagliardo, un rombo fragoroso, lingue come di fuoco: espressioni che hanno impressionato e ispirato l'immaginazione di pensatori ed artisti.

Luca è riuscito nell'intento di descrivere “qualcosa” che non ci si aspettava; perchè certamente ci sarà voluto del tempo, tanta paura, sconforto e delusione per ricostruire la propria integrità, le relazioni, per sentirsi nuovamente comunità.

Luca però non si cura di raccontarci precise tempistiche, il trascorrere del tempo, del travaglio ma una cosa è chiara: i/le discepoli/e sono rimasti insieme continuando a pregare insieme, a ricordare, ad elaborare la loro esperienza...

La comunità dei discepoli si dà e ci dà una spiegazione: è lo Spirito, lo Spirito Santo, il trascinatore dirompente a suggerire e modificare il loro agire; li spinge “fuori” ad osare e usare le parole, il messaggio di Gesù che ora sembra loro più chiaro ma sopratutto si sentono spronati ad agire.

C'è stata una evoluzione nella loro esperienza e il racconto ci dice che hanno trovato le parole, le “lingue” adeguate.

E' il tempo di assumersi la responsabilità di parlare, di pronunciarsi anche se sono e si sentono “solo” umili e semplici galilei.

C'è una forte energia che si sprigiona dal comportamento dei discepoli.

Tra quei “tutti stupiti e perplessi” che assistono, alcuni sospettosi e scettici  li giudicano liquidando il loro entusiasmo schernendoli. Parole di ubriachi … sappiamo che in moltissime occasioni a parlare di amore, di pace, di tolleranza, di perdono si viene tacciati di essere “pacifisti ingenui” o “hippies” “figli dei fiori”!

I discepoli, hanno trovato il modo di comunicare, di esprimere quello in cui credono fermamente; sono donne e uomini che in qualche modo hanno compreso il dono che hanno ricevuto e trovano il coraggio di testimoniarlo.

Piccole e piccoli testimoni di amore e i prodigi che si realizzeranno avverrano grazie ad ognuna ed ognuno di quei figli e figlie, giovani ed anziane e anziani di cui ci si ricorda perchè già il profeta Gioele ne ha parlato: è il desiderio e la promessa di un mondo messianico.

La profezia, le visioni, i sogni sono di tutte e tutti, non ci sono gerarchie, poteri, uomini e donne di serie A e serie B.

Quando l'amore si esprime e si realizza non ha misure né categorie.

Mi sento di ringraziare Luca e la comunità dei discepoli e discepole per aver provato a raccontare quella che è stata la loro esperienza, misteriosa e incomprensibile, spirituale ma concreta, incarnata nella diversità ma collettiva.

Luciana       

 

 

CANTO: Girotondo intorno al mondo

Se tutte le ragazze, le ragazze del mondo

si dessero la mano, si dessero la mano,

allora si farebbe un girotondo

intorno al mondo, intorno al mondo

Se tutti i ragazzi, i ragazzi del mondo

volessero una volta diventare marinai,

allora si farebbe un grande ponte,

con tante barche, intorno al mare

E se tutta la gente si desse una mano

se il mondo finalmente si desse una mano,

allora si farebbe un girotondo

intorno al mondo, intorno al mondo

Se tutte le ragazze e i ragazzi del mondo

si dessero la mano, si dessero la mano,

allora si farebbe un girotondo

intorno al mondo, intorno al mondo.

 

MEMORIA DELLA CENA

 

Gesù, seduto in mezzo ai suoi amici/amiche e discepoli/e, prese un pezzo di pane e dopo aver pronunciato la preghiera di benedizione lo divise tra le persone presenti e disse.”“Prendete e mangiatene la mia vita è come questo pane, Dio mi ha aiutato a condividerla con le sorelle e i fratelli che ho incontrato, fate così anche voi”. Poi prese una coppa di vino, lo fece passare tra loro dicendo: ”Bevetene, come se questo fosse il mio sangue, il modo migliore per non dimenticarvi di me è che facciate come vi ho insegnato”.

 

COMUNIONE

 

CANTO:  Ecco il tuo posto

Ecco il tuo posto, vieni,

vieni a sederti fra noi

e ti racconteremo la nostra storia.

Rit. Quanto amore nel seminare,

      quanta speranza nell'aspettare,

      quanta fatica nel mietere il grano

      e vendemmiare, e vendemmiare.

Accanto al fuoco, vieni,

vieni a scaldarti con noi:

tutti divideremo pane e vino!

Rit. Quanto amore nel seminare…

Ti sentirai più forte,

vieni, rimani con noi:

uniti attenderemo ogni domani!

Rit. Quanto amore nel seminare…

 

Preghiamo insieme

 

Si o Signore, questa è la cosa più importante

che possiamo apprendere nella vita.

Scendere alle radici, trovare lì il nostro proprio essere

e la nostra propria libertà.

Che il tuo Spirito Santo ci insegni chi noi siamo realmente

e allora acquisteremo il coraggio

di vivere in questo tempo di frantumazione,

di smarrimento del senso dell’esistere.

Che il soffio del tuo Spirito ci aiuti a scoprire

quale ricchezza gratuitamente hai messo nel cuore

di tutto ciò che hai predisposto per noi.

Solo allora il nostro cuore si dilata

e possiamo essere nel mondo,

Nel tempo che ci è dato, con totalità di dono.

                                                           Eugen Drewermann

 

 

PADRE NOSTRO

 

PREGHIERA COMUNITARIA

 

PREGHIERA FINALE

Insegnaci, Signore, a conservare e a moltiplicare la gioia intorno a noi, assumendo questa cura nella nostra vita quotidiana come una missione che ci appartiene. Insegnaci che c’è un legame profondo tra gratitudine e gioia, perché solo un cuore che sa ringraziare è capace di individuare nelle piccole e grandi cose della vita i mille motivi in cui la gioia scintilla (o può scintillare) vibrante. Insegnaci, Signore, che la gioia inizia quasi sempre nello sguardo. Infatti, uno sguardo empatico percepisce chiaramente le possibilità che una visione parziale o prevenuta non conosce. Insegnaci che la scienza della gioia è alla nostra portata anche quando l’idea di un sorriso sembra totalmente inaccessibile. Insegnaci che la gioia ci chiede semplicità e apertura di cuore, proprio questo, come un miracolo che avviene senza bisogno di risorse stravaganti. Insegnaci che la gioia scoppia senza che noi sappiamo come, e anche questo è giusto. Insegnaci, Signore, a lodare e non solo a criticare; a sollevare e non solo a indurire; a incoraggiare e non solo a reprimere; a condividere e non solo a pretendere; a riascoltare anche quando siamo convinti di sapere già. (José Tolentino)

 

Questo canone è stato composto in collaborazione dalle Comunità di base di Piossasco, dalla Comunità di base Viottoli e dalla Comunità di base via città di Gap di Pinerolo

Pinerolo, 12 aprile 2025