martedì 20 maggio 2025

Il sangue e il soffìo: Olivier Clément

 

Il corpo umano, nelle sue strutture e nei suoi ritmi, è fatto per divenire, come dice Paolo, “tempio dello Spirito santo” (1Cor 6,19). La fisiologia di cui qui si parla è una fisiologia simbolica nella quale si delinea e si anticipa, attraverso la corporeità fisica, illuminandola, una corporeità spirituale. Fisiologia, se si vuole, ma “del corpo di gloria”, in cui ciascun organo, ciascuna funzione esprime una realtà spirituale che non può fissarsi nei nostri strumenti d’osservazione se non in maniera negativa. Come il Cristo risorto era sì presente a Maria Maddalena o ai discepoli di Emmaus ma “sotto altro aspetto” (Mc 16,12), tanto che essi non potevano riconoscerlo se non attraverso l’amore, così l’elettroencefalogramma di un santo in preghiera, che “vede” la gloria di Dio negli esseri e nelle cose, proverà che non si tratta né di un sogno, né di un’allucinazione, ma di qualcos’altro. Che cosa? Non esiste altro “pneumatografo” al di fuori del cuore “sveglio” dell’uomo, in un’esperienza di intelligenza e di amore alla quale ciascuno è invitato. Conoscere, qui, è trasformarsi.

Per acquistare la “conoscenza degli esseri” - e al di là di essa l’unione con Dio - vengono utilizzati due ritmi: quello del respiro e quello del sangue.

Il ritmo del respiro sembra l’unico che noi possiamo utilizzare, o meglio offrire, volontariamente. I racconti della creazione nel libro della Genesi sottolineano la corrispondenza simbolica tra il Soffio di Dio - lo Spirito - e il soffio vitale dell’uomo: “Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita, e l’uomo divenne un essere vivente” (Gen 2,7). La teologia trinitaria precisa questo accostamento: lo Spirito, nel seno dell’Assoluto, è “il Soffio che annuncia il Verbo”. Così quando il soffio umano, nella cosiddetta “preghiera di Gesù”, pronuncia il Nome del Verbo incarnato, si unisce al Soffio di Dio, diventa il suo veicolo simbolico: a poco a poco l’uomo, come scriveva Gregorio Sinaita, comincia a respirare lo Spirito. Il respiro dell’immenso si apre un varco dentro di lui; è quel respiro che a volte percepiscono i poeti...