“Ospitalità negata: una lettura inclusiva della storia di Sodoma”
José Carlos Enríquez Díaz
La storia di Sodoma e Gomorra, in particolare l’episodio di Lot in Gen 19, è uno dei testi biblici più controversi in relazione all’omosessualità. Tradizionalmente interpretato come una condanna delle relazioni tra persone dello stesso sesso, questo passo è stato utilizzato per secoli per giustificare atteggiamenti discriminatori. Tuttavia, una rilettura del testo critica e aperta al cambiamento rivela una prospettiva molto diversa, più incentrata sull’ospitalità, sulla giustizia sociale e sulla dignità umana che sulla sessualità in quanto tale.
Articolo pubblicato il 6 maggio 2025 nel sito «Ataque al poder» (www.ataquealpoder.es).
La storia inizia quando due messaggeri, descritti come «angeli», arrivano a Sodoma e vengono accolti da Lot, che insiste nell’offrire loro alloggio. Nell’antico Medio Oriente l’ospitalità era un valore sacro. Rifiutarla o, peggio ancora, violarla, non era solo considerato come una mancanza di cortesia, ma come una rottura della struttura morale che sosteneva la convivenza sociale.
In questo contesto l’azione degli uomini di Sodoma, che circondano la casa e pretendono che gli stranieri vengano consegnati perché siano «conosciuti», rappresenta una minaccia diretta all’ordine etico. È essenziale comprendere che ciò che viene denunciato nel racconto non è un orientamento sessuale, ma una pratica di violenza collettiva, di umiliazione attraverso l’aggressione sessuale.
L’atto del «conoscere» non implica desiderio o affetto, ma piuttosto dominio e sottomissione. È un modo brutale di esercitare potere sullo straniero. Questo atto non ha nulla a che vedere con una relazione amorosa tra persone dello stesso sesso, bensì con la distruzione della dignità dell’altro.
La reazione di Lot, che offre le sue figlie al posto dei visitatori, è profondamente inquietante. Questa scena mette a nudo la logica patriarcale dell’epoca, nella quale le donne erano viste come merce di scambio per preservare l’onore della famiglia.
Un approccio aperto al cambiamento riconosce che la Bibbia è scritta da e per specifici contesti umani, con le loro luci e ombre. Non si tratta di un manuale senza tempo, ma di una raccolta di testimonianze che devono essere interpretate alla luce dell’amore, della giustizia e della compassione.
Nei profeti il peccato di Sodoma viene descritto con altre sfumature. In Ezechiele 16,49 si dice che la colpa di Sodoma è stata la sua arroganza e la sua indifferenza verso il povero e il bisognoso. Ciò rafforza il fatto che la condanna è etica, non sessuale.
Partendo da un’etica cristiana inclusiva, il testo si interroga sul modo in cui le nostre comunità accolgono coloro che sono diversi. Il messaggio di fondo è un monito contro l’abuso di potere, contro la cultura del disprezzo e della violenza.
Oggi, quest’«altro» può essere il migrante, il povero o persino la persona LGBTQ+ , spesso emarginata e attaccata con pretesti religiosi. Quando le comunità religiose usano questo brano per condannare, ne fanno un’interpretazione letteralista e slegata dal contesto storico.
Usare il potere per escludere equivale a ripetere il peccato di Sodoma. Un’interpretazione fedele del Vangelo non può basarsi sull’odio o sull’esclusione.
Il Dio che si rivela nella Scrittura è il Dio che ascolta l’oppresso, che si identifica con lo straniero, con la vedova, con l’emarginato. Il messaggio cristiano è chiamato ad essere spazio di accoglienza, di dignità ritrovata, di amore liberante.
Dunque, lungi dall’essere una condanna dell’omosessualità, la storia di Sodoma è una denuncia dell’abuso, del potere che opprime chi è diverso. Leggerlo a partire da un’etica aperta al cambiamento significa aprire gli occhi a una verità più profonda: l’ospitalità e la compassione sono al centro del messaggio biblico.
Lungi dall’essere un argomento contro l'orientamento sessuale, la storia di Sodoma è una denuncia profetica contro la disumanizzazione dell’altro. Si tratta di un testo che denuncia l’uso della violenza come mezzo di controllo sociale, il disprezzo per lo straniero e una società che ha dimenticato i valori della giustizia e dell’ospitalità. Questa è la vera trasgressione.
Usare questo passo come arma contro le persone LGBTQ+ è un travisamento del testo e un tradimento del messaggio biblico. In Gesù i cristiani trovano un maestro che abbatteva le barriere dell’esclusione e non ha mai condannato l’amore tra pari.
La fedeltà al Vangelo consiste nell’incarnare lo spirito di misericordia e dignità, non nel ripetere letteralmente le norme delle società antiche. Una comunità di fede è definita dalla sua capacità di amare incondizionatamente. Quando Gen 19 viene utilizzato per escludere, si trasforma in una nuova Sodoma: inospitale, violenta, chiusa all’altro.
La sfida per una lettura aperta al cambiamento non è solo quella di reinterpretare, ma di vivere il testo a partire dal cuore del messaggio cristiano. E quel cuore batte con una sola legge: l’amore. Tutto ciò che non nasce da questa fonte, non viene da Dio.
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Traduzione a cura di Lorenzo Tommaselli