QUANDO I FRATELLI SE NE VANNO – 4
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Le celebrazioni eucaristiche
Ricordando Linda
Torino, 9 luglio 1984
Marco e i genitori;
Giuseppe, Paolo e Fernanda;
Giuseppe e Mariangela;
gli amici, la comunità
cristiana di base di
Mirafiori Nord.
Breve introduzione
Tutti insieme:
O Dio, oggi facciamo fatica a riconoscere in Te il Padre buono ed amoroso.
Eppure sappiamo, solo mediante la fede, che tu non hai cessato di amarci e non dimenticherai Linda nella morte. Fa che l’ascolto della Parola di Gesù ci dia la forza di non cedere alla disperazione e di far rinascere, lentamente, la speranza.
Ci rivolgiamo a Te nel nome di Gesù che ha provato la tragedia della morte.
AMEN!
L. Apriamo ora il nostro cuore alla Parola di Dio. Ascoltiamola: essa si propone a noi consemplicità.
I lettura: dal Vangelo secondo Matteo (27, 46-50):
“Verso le tre Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactani?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”... Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!”.
E Gesù, emesso un alto grido, spirò”.
II lettura: dalla prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi (4, 13-15)
“Fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza su ciò che attende coloro che sono morti, affinché non continuiate ad affliggervi come gente senza speranza. Infatti noi crediamo che Gesù è morto ed è stato risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà presso di sé con Gesù. Vi diciamo questo sulla parola del Signore...”
III lettura: dal Vangelo secondo Giovanni (11, 21-27)
“Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossìi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che
qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà”.
Gesù le disse:”Tuo fratello risusciterà”. Gli rispose Marta: “So che risusciterà nell’ultimo giorno”. Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita ; chi crede in me anche se muore, vivrà ; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?”. Gli rispose: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”.
Predicazione
Ci sono dei giorni nella vita - e oggi mi sembra uno di questi - in cui il dolore toglie le parole e ci porta via persino la voglia di parlare. Tale è lo scompiglio interiore che i discorsi non sembrano dire nulla e le
parole non comunicano più. Esse paiono ridotte a ‘sentenze di cenere....e di argilla’ (Giobbe 13,12).
È inutile tentare di coprire questo nostro smarrimento per la morte improvvisa ed assurda di Linda.
Svolgendo l’incarico che la comunità e Marco mi hanno affidato di tentare una riflessione di fede con voi, vi propongo, senza affatto mettere tra parentesi il dolore che ci opprime, di accettare la sfida e la promessa della Parola di Dio che ci giunge attraverso la testimonianza biblica.
Guardiamo a Gesù
Il brano del Vangelo secondo Matteo registra il combattimento di Gesù davanti alla morte. L’alto grido di cui ci parla due volte l’evangelo probabilmente sta ad indicare sia la sua desolazione che la sua accorata preghiera. La fede di Gesù che rimette la sua vita nelle mani di Dio passa attraverso la ‘notte’ dello smarrimento profondo. Anche Lui davanti alla morte è stato sconvolto. Probabilmente anche Gesù ha pensato che Dio lo avesse dimenticato. Sì, probabilmente, per un momento, Gesù lo ha pensato con vera angoscia. E' talmente scandaloso questo grido di Gesù che forse è per attutirci questo scandalo che due evangelisti lo hanno censurato. Troppo poco noi cristiani riflettiamo su queste righe tanto realistiche e dure e così ci siamo fatti di Gesù una visione melliflua, lo abbiamo sottratto alla realtà anche drammatica della sua esistenza di uomo. Gesù non ha attraversato le nostre angosce a volo d’uccello, con uno svolazzo angelico; le ha vissute in tutta la loro densità. Noi siamo portati a edulcorare e sfumare questi tratti umanissimi di Gesù. Del resto, stando alle pagine dei Salmi e di Giobbe, non è raro incontrare l’assurdo lungo il nostro cammino di uomini e donne. Il credente non vive al riparo, non ha una garanzia contro i rischi della vita. La fede non funziona da parafulmine. Probabilmente è impresa destinata a fallire anche il tentativo di trovare un senso a tutto ciò che ci capita in bene e in male. Dare un senso alla morte di Linda? Mi pare che la Parola di Dio ci indichi piuttosto un’altra strada, anziché una fede che funzioni da distributrice automatica, a tutti i costi, di facili consolazioni.
Dio, attraverso Gesù che muore come l’innocente profeta assassinato dal potere, ci testimonia che il suo amore non abbandona. A noi è chiesto non di negare l’assurdo e di proclamare chiaro ciò che è oscuro, ma di vivere anche l’assurdo al cospetto di Dio.
Gesù ci testimonia che Dio è vicino anche quando la mia situazione sì fa desolata, assurda, disperata.
Questa è la fede adulta alla quale ci provocano la vita quotidiana e la Parola di Dio: stare davanti a Dio con la fiducia di chi sa che il Dio di Gesù è più grande dell’assurdo e che il suo amore non ha cessato di essere vero.
Cari amici, tentiamo di mettere davanti a Dio il nostro dolore senza pretendere che il nostro cuore ritrovi immediatamente la pace e senza voler dissipare le tenebre che coprono i nostri occhi.
Ce lo dice Gesù
La seconda lettura ci riporta alla comunità di Tessalonica. I credenti che probabilmente attendevano una venuta del Signore e invece constatano che Gesù non viene, quando muore qualcuno della comunità si sentono interpellati: “Che sarà di questi nostri fratelli?”.
Paolo, sempre così attento ai problemi delle comunità, entra nel merito di questa loro domanda inquietante. Egli delinea con sobrietà e chiarezza la strada della speranza che Gesù ci ha annunciato.
Per quanto possa suonare indimostrato ed indimostrabile, Paolo annuncia che “Dio ci radunerà presso di sé con Gesù”.
Egli non indugia a portare prove o ad esporre argomenti; si preoccupa piuttosto di dire qual è il
fondamento dell’annuncio: “Vi diciamo questo sulla Parola del Signore”.
Ecco, anche oggiì io ripeto a me e a voi questo annuncio in tutta la sua scandalosa in evidenza. Se fosse la parola di un saggio o di un filosofo soltanto, non avrei il coraggio di proclamare questa ‘bella notizia’ che fonda la nostra speranza cristiana. Lo faccio e lo facciamo insieme perché ce lo ha detto quel Gesù che noi, nella fede, riconosciamo come il figlio di Dio, cioè il sua portaparola.
Non siamo davanti ad una dottrina della chiesa, ad una opinione di qualche sapiente o ad una interpretazione teologica. Qui ci raggiunge la Parola di Gesù che vuole manifestarci l’amore di Dio.
Una speranza difficile, dunque. Del resto il Vangelo spesso ci annuncia speranze “impossibili” come una società di fratelli, una vita senza guerre e senza odio, un mondo in cui alla pratica dell’accumulo si sostituisca la prassi della condivisione.
Vogliamo fare i conti con questa ‘bella notizia’? Vogliamo lasciarcene fare dono da quel Gesù la cui parola non inganna e da quel Dio che non delude? Tutto l’evangelo è un invito a fidarci di quel Dio che è più grande del nostro cuore. “Credi tu questo?”.
Amiamo questo nostro presente
Dio sa bene che la nostra speranza può rinascere solo lentamente, a frammenti. Egli sa bene che il tumulto del nostro cuore ci ha messi in lotta con lui, come la bibbia ci dice di Giobbe e di Giacobbe.
Del resto Dio non ci offre una speranza che ci faccia dimenticare il presente. Certo, la speranza dell’evangelo si apre una prospettiva che riguarda anche il futuro. Questo è vero. Siccome la risurrezione di Gesù, operata da Dio, è l’avvenimento che precisa anche la sorte del cristiano, la nostra speranza oltrepassa la morte. Ma tale speranza non può mai permettersi di prescindere dal presente, dal nostro oggi.
Non potremo lasciar cadere quello che nella vita di Linda era un segno ed una pratica di speranza e di risurrezione: la sua semplicità, il suo amore alla vita, la sua gioia di essere donna, il suo attaccamento alla giustizia e alla fraternità, il suo calore umano, i suoi sentimenti.
Così pure la speranza che Dio ci offre attraverso Gesù ci spinge a valorizzare i giorni che ci sono dati, il nostro tempo presente. Sono questi gli anni che possiamo, con umiltà e passione, con semplicità ed impegno, far fiorire e fruttificare. Non, dunque, una speranza che ci proietti nel dopo morte, ma una speranza che stimoli alla valorizzazione di questo presente nel quale il Signore ci offre tanti piccoli segni e tante piccole occasioni per seminare nel mondo qualche seme di vita nuova, più umana e fraterna.
Quando ci vengono a mancare fratelli e sorelle così cari (per te, Marco, la compagna della vita e per voi genitori una figlia amatissima) sembra che la vita non abbia più né presente né futuro.
Lasciamo che oggi Dio ci regali ancora la voglia di vivere, di amare la vita, di accoglierla come un dono ed una possibilità.
Preghiera comunitaria spontanea
Preghiera eucaristica
Offerta del pane e del vino - prefazio, cioè invito alla lode
Tutti: Gesù sapeva ormai che la congiura dei potenti stava per farlo fuori. A mensa con i dodici, volle imprimere in un gesto molto semplice il ricordo della sua vita. Prese il pane nelle sue mani, si rivolse a Te, o Padre, in preghiera, lo spezzò e lo distribuì dicendo: “Prendete e mangiatene tutti: è il mio corpo, cioè la mia vita data fino all’ultimo. Fate questo per non dimenticarvi di me”. Poi Gesù prese la coppa del vino e, facendola passare, disse: “Prendete e bevetene tutti: è la coppa che vi ricorda che ho dato tutto il mio sangue per essere fedele alla causa del Padre. F’ il segno dell’alleanza di amore tra Dio e l’umanità.
Quando berrete a questa coppa, lo farete per non dimenticarvi di me, di ciò che ho fatto, di ciò che vi ho insegnato, della speranza che vi ho dato”.
O Padre, tieni viva in noi la memoria di Gesù, tuo figlio. Essa ci aiuti a riempire i nostri giorni di amore fraterno e alimenti in noi la fiammella della nostra speranza.
Fa’, o Padre che non perdiamo la nostra fiducia in te. Il nostro cuore si apra alla condivisione di tutte le fragilità che accompagnano questa nostra esistenza di uomini e donne.
Ci fidiamo di Te, o Padre, anche quando i nostri occhi non vedono e la nostra ragione non comprende.
Vogliamo credere che il tuo amore vede più lontano del nostro.
Padre nostro
Comunione
Canto: Quando busserò
Breve preghiera conclusiva
Canto: Resuscitò