AMA DIO, AMA
IL SILENZIO
Un uomo che ama Dio, ama necessariamente anche il
silenzio, perché teme di perdere il suo senso di discernimento. Il silenzio ha
una duplice maniera di imporsi a noi: proviene dalla nostra povertà oppure
sgorga da una pienezza.
Spesso è necessario che il silenzio ci venga dapprima
dal sentimento della nostra povertà.
Ciò avviene molto semplicemente quando ci rendiamo
conto di non essere ancora capaci di pronunziare la parola come si dovrebbe.
Gesù si è mostrato severo nei confronti delle parole inutili pronunciate dal
credente con sconsideratezza (Mt 12.36).
La parola è stata data all'uomo per rendere
testimonianza alla parola di Dio e per rendere grazie e benedire Dio.
Ora, le nostre parole sono diventate una delle
occasioni più facili per offendere Dio e per ferire i nostri fratelli. Una
certa discrezione nel parlare è il segno che ne siamo coscienti e che
desideriamo non pronunciare altre parole se non quelle arrivate a maturità nel
nostro cuore.
Un tale silenzio proviene innanzitutto da un vuoto in
noi, ma un vuoto lucidamente accettato.
Ma c’è un altro silenzio: quello che scaturisce da una
pienezza che c'è in noi.
Isacco il Siro scriveva:
«Sforziamoci innanzitutto di tacere. Da questo nascerà
in poi ciò che ci condurrà al silenzio. Che Dio ti doni allora di sentire ciò
che nasce dal silenzio, Se fai cosi, si leverà in te una luce che non so
spiegare. Dall'ascesi del silenzio nasce nel cuore, con il tempo, un piacere
che spinge il corpo a rimanere pazientemente nella pace. E ci vengono lacrime
abbondanti, dapprima nella sofferenza, poi nel rapimento. Nel cuore allora
senti ciò che discerne nel profondo della contemplazione meravigliosa».
Questo silenzio è già preghiera o, secondo il medesimo
autore, «linguaggio dei secoli a venire».
Esso testimonia la pienezza della vita di Dio in noi,
pienezza che deve rinunziare a ogni parola umana per esprimersi in maniera
adeguata.
Per un certo tempo, solamente le parole della Bibbia
arrivano ancora a esprimerla un po', ma poi arriva il momento in cui solo il
silenzio può rendere conto della straordinaria ricchezza che ci è dato di
scoprire nel nostro cuore.
È un silenzio che si impone con dolcezza e con forza
nello stesso tempo, ma dall'interno. La preghiera è divenuta legge a se stessa.
Essa fa capire quando bisogna tacere e quando è necessario parlare. È purissima
lode, e nel contempo stupefacente irradiamento.
Un silenzio cosi non ferisce mai nessuno, Stabilisce
attorno al silenzioso una zona di pace e di quiete in cui Dio è percepito come
presente in maniera irresistibile, «Custodisci il tuo cuore nella pace», diceva
Serafino di Saro, «e una moltitudine attorno a te sarà salvata».
H. Nouwen, “Ho ascoltato il
silenzio”, ed. Queriniana