venerdì 25 luglio 2025

Il governo tira dritto sull'energia nucleare.

Ignorando leggi, sentenze e referendum

 

Sull'energia nucleare il governo sembra muoversi in maniera ideologica e arbitraria, in spregio a leggi, sentenze e volontà popolare, espressa ben due volte nei referendum del 1987 e del 2011. Queste, in sintesi, le critiche che in molti hanno mosso all'attenzione della maggioranza guidata da Giorgia Meloni e al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, in particolare dopo l'annuncio di quest'ultimo del 16 giugno scorso: l'Italia, ha detto il ministro, ha formalmente aderito all'Alleanza Europea per il Nucleare (prima era membro del club in qualità di semplice "osservatore"), il gruppo di 13 paesi (Francia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia e, appunto, Italia) creato su impulso francese nel febbraio 2023 per promuovere e coordinare una strategia di rilancio dell'energia nucleare in Europa. E ha dichiarato - a margine del Consiglio UE Energia a Lussemburgo - l'<<impegno>> a <<proseguire tutte le azioni che ci possono portare, anche tecnologicamente, alla produzione di energia nucleare in ambito europeo e integrare quella che è la produzione delle energie rinnovabili>> (La Stampa 16/6).

Sì rinnovabili, no nucleare!

In una dichiarazione dello stesso giorno, Vittorio Bardi e Alfiero Grandi (della presidenza nazionale dell'associazione "Sì alle energie rinnovabili, no al nucleare") hanno fermamente criticato l'iniziativa del ministro dell'ambiente. Nello specifico, i due hanno cointestato una posizione politica che colpevolmente ritarda sulla transizione green, in ossequio ai desiderata delle lobby nucleariste del Paese, contro i due referendum popolari, in barba alle leggi attualmente in vigore, in violazione degli ambiti di competenza Stato-Regioni, contro i pronunciamenti della Corte Costituzionale.

Secondo l'associazione, si legge nella nota del 16 giugno, l'adesione dell'Italia all'Alleanza nucleare europea è un fatto molto grave, perché avvia una procedura di partnership <<con conseguente scambio di informazioni, di impegno comune nella ricerca, nella sperimentazione e nella produzione di reattori nucleari>>, scavalcando di fatto il Parlamento, il quale ancora non è stato chiamato a discutere il progetto di legge governativo che il Consiglio dei Ministri ha approvato oltre 3 mesi fa.

Inoltre, aggiungono Vittorio Bardi e Alfiero Grandi, <<il governo non contesta alla Lombardia i protocolli firmati con l'Agenzia Internazionale sul Nucleare sul quale la Regione non ha poteri, che spettano al governo. In sostanza è una forma di autonomia regionale differenziata camuffata che si fa beffe delle sentenze della Corte Costituzionale sulla legge Calderoli>>.

 

da “Adista” del 28/6/2025