LEONE HA RASSICURATO I FEDELI MESSI A DISAGIO DA FRANCESCO
Non scrivo queste righe contro il papa che
nelle teologie della liberazione è ormai scomparso come elemento essenziale
della fede: una struttura di una religione.
La gioia, la libertà, le bizzarrie del
predecessore non hanno fatto altro che dare ossigeno alla chiesa: lei è
favorevole al papa delle regole dogmatiche e dell’obbedienza?
Nel titolo dell'articolo c'è già tutto: “Leone
ha rassicurato i fedeli messi a disagio da Francesco”.
C’è un disagio positivo che viene da chi
scuote le nostre sonnolenze. C’è una unificazione della Chiesa che disprezza le
origini e ha costruito la religione cristiana sui dogmi in accordo tra i poteri
o con la soppressione dei dissenzienti.
Ario è il grande scomparso, ma è solo uno dei
tanti.
Il papa, a mio avviso, sta distruggendo la
chiesa della ricerca esegetica (da teologo lo posso dire senza esitazioni). Posso
solo ridere o piangere sulle predicazioni del papa.
Per fortuna non siamo tutti devoti del papa
e i miei anni trascorsi in studi seri mi fanno vedere in questo papa Leone
tanta efficienza e altrettanta obbedienza al governo americano.
La sua teologia ha alcune caratteristiche: è
dogmatica alla maniera dei Concili post Niceni, peggiorativa parlava di pace
contro la guerra, ma sotto sotto è una cosa sola con l'orda americana.
È il papa del “Dictatus Papae” del 1073.
Tutto sommato in teologia non ha nessuna competenza. In politica è americano.
Per dono di Dio, per la maggioranza dei
cattolici il papa non conta nulla. La fede si vive con i piedi per terra e
dalla parte degli ultimi della carovana. Ma oggi va di moda ciò che è visibile.
Per me il papa è proprio l'ultimo degli
argomenti. Non provo più emozioni e riflessioni e mi auguro che possa sparire
come figura che i poteri hanno costruito insieme ai dogmi.
Abbiamo veramente altro a cui porre
attenzione. Basta guardare il calendario quotidiano delle guerre.
A me interessa sempre di più Dio, la
preghiera, lo stare con i poveri.
Nel suo articolo si sono corretti
riferimenti al passato ecclesiastico. Oggi è il presente e il futuro sociale
che si mettono al centro.
E per noi Dio è sempre più importante,
anche se spesso lo si dimentica. Non è la chiesa il centro. Il centro è vivere
al cospetto del mistero di Dio e che ci sposti dalla parte dei poveri.
don
Franco Barbero, 6 luglio 2025