lunedì 21 luglio 2025

LEONE HA RASSICURATO I FEDELI MESSI A DISAGIO DA FRANCESCO

 

Non scrivo queste righe contro il papa che nelle teologie della liberazione è ormai scomparso come elemento essenziale della fede: una struttura di una religione.

La gioia, la libertà, le bizzarrie del predecessore non hanno fatto altro che dare ossigeno alla chiesa: lei è favorevole al papa delle regole dogmatiche e dell’obbedienza?

Nel titolo dell'articolo c'è già tutto: “Leone ha rassicurato i fedeli messi a disagio da Francesco”.

C’è un disagio positivo che viene da chi scuote le nostre sonnolenze. C’è una unificazione della Chiesa che disprezza le origini e ha costruito la religione cristiana sui dogmi in accordo tra i poteri o con la soppressione dei dissenzienti.

Ario è il grande scomparso, ma è solo uno dei tanti.

Il papa, a mio avviso, sta distruggendo la chiesa della ricerca esegetica (da teologo lo posso dire senza esitazioni). Posso solo ridere o piangere sulle predicazioni del papa.

Per fortuna non siamo tutti devoti del papa e i miei anni trascorsi in studi seri mi fanno vedere in questo papa Leone tanta efficienza e altrettanta obbedienza al governo americano.

La sua teologia ha alcune caratteristiche: è dogmatica alla maniera dei Concili post Niceni, peggiorativa parlava di pace contro la guerra, ma sotto sotto è una cosa sola con l'orda americana.

È il papa del “Dictatus Papae” del 1073. Tutto sommato in teologia non ha nessuna competenza. In politica è americano.

Per dono di Dio, per la maggioranza dei cattolici il papa non conta nulla. La fede si vive con i piedi per terra e dalla parte degli ultimi della carovana. Ma oggi va di moda ciò che è visibile.

Per me il papa è proprio l'ultimo degli argomenti. Non provo più emozioni e riflessioni e mi auguro che possa sparire come figura che i poteri hanno costruito insieme ai dogmi.

Abbiamo veramente altro a cui porre attenzione. Basta guardare il calendario quotidiano delle guerre.

A me interessa sempre di più Dio, la preghiera, lo stare con i poveri.

Nel suo articolo si sono corretti riferimenti al passato ecclesiastico. Oggi è il presente e il futuro sociale che si mettono al centro.

E per noi Dio è sempre più importante, anche se spesso lo si dimentica. Non è la chiesa il centro. Il centro è vivere al cospetto del mistero di Dio e che ci sposti dalla parte dei poveri.

 

don Franco Barbero, 6 luglio 2025