ISRAELE
ATTACCA I CRISTIANI IN TERRA SANTA: REAZIONE TIEPIDA DEL VATICANO
La Chiesa è
stata colpita da un colpo di artiglieria di un tank dell’Idf (le forze armate
israeliane) poco dopo la messa mattutina: tre persone sono morte, altre nove
sono rimaste ferite, di cui una versa in condizioni critiche e due in
condizioni gravi. Ferito lievemente a una gamba anche il parroco, il padre
argentino Gabriel Romanelli, che Papa Francesco usava chiamare quasi tutti i
giorni per avere notizie della piccola comunità cristiana nell’ enclave
palestinese e assicurare la sua vicinanza. Subito informato
dell’accaduto,
anche Papa Leone XIV ha voluto far sentire la sua voce e il proprio dolore,
rinnovando il suo “appello per un immediato cessate il fuoco” ed esprimendo
ancora “la profonda speranza di dialogo, riconciliazione e pace durevole”.
Tuttavia, nel
telegramma mandato dal segretario di Stato card. Pietro Parolin, si parlava
anche, genericamente, di “attacco militare “contro la chiesa evitando di citare
esplicitamente Israele: un ultimo fioco tentativo diplomatico di non disperdere
il patrimonio di dialogo e ricerca comune accumulato in questi decenni.
Moralmente
ingiustificabile
D’ altro canto
nell’ immediato, secondo quanto riferito dall’ Ansa da fonti vicine al
Patriarcato di Gerusalemme, Israele si sarebbe giustificato parlando di “un
errore di tiro”.
Francesco Peloso (da “Adista n.28” del 26 luglio 2025)