domenica 24 agosto 2025

Israele: grande partecipazione allo sciopero contro il governo

Maddalena Brunasti


Nella giornata di domenica 17 agosto tutta Israele è stata paralizzata dalla protesta indetta dal Forum delle famiglie degli ostaggie e dei dispersi israeliani.
Le manifestazioni si sono svolte all’insegna degli slogan BRING THEM HOME NOW (riportateli a casa adesso) e ISRAEL ON HOLD (Israele aspetta), anche i titoli che contrassegnano le attività del Forum, e del motto A DAY TO SAVE LIVES (Una giornata per salvare [tante] vite).
L’iniziativa ha mobilitato i cittadini israeliani, coinvolti a scioperare e a manifestare per chiedere la cessazione delle operazioni militari a Gaza affinché sia ottenuto il rilascio dei connazionali prigioneri di Hamas.
Il Forum accusa Netanyahu di non aver protetto gli ostaggi, “Sono stati rapiti dalla terra di Israele sotto la tua responsabilità, Netanyahu, e sono lì da 22 mesi”, e contesta la decisione del governo di espandere l’offensiva a Gaza e così, anziché raggiungere un accordo per la loro liberazione, viene messa a rischio l’incolumità di una 20ina di persone ritenute ancora vive tra le 50 rimaste intrappolate nelle macerie del territorio palestinese assediato.
“Da 22 mesi gli ostaggi languono a Gaza, davanti ai vostri occhi – hanno dichiarato i referenti del Forum dopo le accuse a loro rivolte dal premier Benyamin Netanyahu, da Bezalel Smotrich e da altri esponenti del governo – Invece di ingannare l’opinione pubblica, diffondere voci e diffamare le famiglie dei rapiti, restituite i nostri cari con un accordo e ponete fine alla guerra. Questa è l’unica decisione che il popolo israeliano chiede, ed è l’unica decisione possibile”.
Allo stesso modo si erano espressi i veterani delle forze armate, generali in pensione e ufficiali in congedo o riserva, intervenuti alla manifestazione intitolata “STOP the war. SAVE the hostages (BASTA guerra. SALVATE gli ostaggi)” e svolta nella settimana precedente.
Domenica 18 agosto a Tel Aviv le principali strade di accesso alla città sono state bloccate dagli attivisti fin dal mattino presto, le 6:30 in Israele (in Italia le 5:30).
Nel corso della giornata i manifestanti sono confluiti nel centro della città e, in particolare, alla Piazza degli ostaggi, dove dalle 9 alle 18 era esposta una rassegna di ritratti degli ostaggi e di fotografie emblematiche e in cui si è recato anche il presidente israeliano Isaac Herzog.
I manifestanti inoltre hanno presidiato piazzali e incroci davanti alle abitazioni di diversi esponenti del governo e le agenzie stampa riferiscono di “tafferugli” e arresti, secondo alcune fonti di 32, secondo altre di 38 persone.
La protesta è culminata nella serata, quando dalle 20 (in Italia le 19) i manifestanti hanno sfilato in corteo illuminando le strade della zona di HaKirya, dove ha sede il Campo Rabin, il quartier generale delle forze armate israeliane (IDF / Israel Defense Forces).
Numerose iniziative sono state realizzate anche in tutto il territorio nazionale: il Forum aveva annunciato manifestazioni programmate in 400 città e ha calcolato che in tutta Israele vi hanno partecipato più di 1 MILIONE di persone.
Secondo alcune fonti, in particolare RTV SLO / Radio Capodistria, cortei, presidi e blocchi stradali sono stati svolti “da Zichron Yaakov e Binyamina alla Route 2, sotto il ponte di Yakum, fino alla Route 4 nella regione di Sharon, in Galilea e nei pressi di Modi’in“. E, mentre la maggior parte dei media descriveva e illustrava la mobilitazione con testi e immagini che accentuano la rivendicazione per la liberazione degli ostaggi, l’emittente istriana ha pubblicato una fotografia diffusa dall’agenzia EPA / European Pressphoto Agency B.V. che mostra i protestanti israeliani manifestare con cartelli in cui esprimono il dissenso alla politica e alla strategia del governo con frasi inequivocali: STOP STARVING GAZA (basta affamare Gaza), STOP THE GENOCIDE (basta genocidio), PALESTINIAN LIVES MATTER (le vite dei dei palestinesi importano), che evoca lo slogan BLACK LIVES MATTER della protesta anti-razzista americana, e FROM STARTUP NATION TO END-LESS WAR NATION – HOSTAGES NOT INCLUDED, con cui viene affermato che Israele è una nazione che da pioneristica è diventata bellicosa e conduce una guerra senza-fine, combattuta ad oltranza fino “all’ultimo uomo”, ma sul campo di battaglia anziché proteggere sacrificando i propri cittadini, gli ostaggi vittime della sua aggressività [Sciopero generale in Israele: il Paese si ferma per gli ostaggi / RTV SLO – 17 AGOSTO 2025].

 

“Pressenza”, 17.08.25