LE PAROLE
PER DIRLO:
ABBIAMO BISOGNO DI PAROLE
DERIO
OLIVERO (Vescovo di Pinerolo)
Una cara amica mi ha inviato una bella poesia di Faber (Andrea
Zorretta). La
condivido con te. Dice così: "Quanto
bisogno di poesia / ha la vita / quando
si sente stretta, /
quando si piega e nessuno la vede. / Cerca
parole / che sappiano restare /
dove tutto scivola via./ Ha bisogno
di essere raccontata / senza
essere corretta,
/ di essere amata / anche quando inciampa,
quando vacilla. / La vita vuole / una
voce che dica:/ "sei abbastanza anche
così"/ e silenzi
che l'abbraccino / senza condizioni. / Le servono carezze lente /
che non aggiustano
/ ma accompagnano. / Qualcuno
che dica: / "ti vedo" / quando non siamo belli, / né forti, / né
sicuri / eppure siamo".
In questi giorni mi torna spesso alla
mente. Abbiamo bisogno di dar voce alle vicende
della nostra quotidianità.
A volte la nostra vita sembra piccola, ovvia,
quasi banale. Molte
giornate sono fatte di azioni ripetitive (butto l'acqua per la pasta, vado a
buttare la spazzatura, compilo moduli...),
azioni abitudinarie (mi alzo, faccio colazione, salgo in auto, vado
al lavoro, percorro la stessa strada di
sempre...), azioni noiose (vado a lavare l'auto, tolgo la
polvere; faccio la coda...), azioni faticose (ore di
lavoro, discussioni in
famiglia...). Giunti a sera
ci sentiamo stanchi e svuotati. Ci sembra di
essere a mani vuote.
Lì abbiamo
bisogno di parole che diano
senso alla giornata. Parole capaci di dire
la densità della nostra esistenza, per vincere la
sensazione che essa scivoli via inutilmente.
Parole in grado
di dare consistenza alle vicende liete
o tristi, grandi o banali. Parole che ci
regalano la sensazione che "siamo abbastanza
anche così". Parole che offrono la
consapevolezza "che siamo",
cioè che
siamo qualcosa, che siamo importanti
anche quando "non siamo belli, né
forti, né sicuri". Parole che ci fanno
percepire "qualcuno che dica: ti
vedo". Perché la vita diventa troppo
stretta, quasi invivibile, quando
si piega e nessuno la vede". Diventa difficile vivere quando il
carico si fa pesante, le gambe vacillano, lo
sforzo aumenta
e non ci
troviamo più un senso, non sentiamo parole capaci
di schiudere un senso al nostro
cammino. Diventa
asfissiante la vita quando nulla più
ci sorride. Ci sentiamo persi, isolati, inutili,
abbandonati. Estranei. Se la vita non parla ci
sciogliamo. Se la vita non
parla diventiamo piccoli, insignificanti.
Abbiamo
bisogno di parole ca-
paci di senso. Capaci di dar valore al nostro lavoro, ai nostri affetti,
alle nostre fatiche. Faber trova queste parole nella poesia. Tutta l'arte ha
questo potere: dar parola alle cose. Far brillare la vita, darle consistenza.
L'arte racconta la vita per non lasciarla scivolare via inutilmente. La fede
serve proprio a questo: dar consistenza alla vita. Il cristiano sa che Qualcuno
ci vede anche quando ci sentiamo invisibili. Qualcuno ci vede anche quando
compiamo azioni piccoli e banali, addirittura anche quando "non siamo
belli, né forti, né sicuri". Ci vede senza giudicarci, ci abbraccia senza
condizioni, ci dona "carezze lente, che non aggiustano, ma
accompagnano". Io sono certo che Qualcuno non smette di dirti "Sei abbastanza
anche così". Perché quel Qualcuno ti ama. Per Lui sei importante, sei
unico, sei unica. Per lui sei un figlio, una figlia. Per Lui tu sei.
“L’Eco del Chisone” del 23/07/2025