martedì 2 settembre 2025

ARMI A ISRAELE, LA COMPLICITA’ ITALIANA

 

Neanche la "guerra preventiva" scatenata da Israele sull'Iran ha posto fine al sostegno incrollabile del Governo Meloni a Netanyahu. Invece di adottare sanzioni contro chi ha incendiato il Medio Oriente e ha reso Gaza un inferno, Palazzo Chigi sostiene il diritto di Tel Aviv a difendersi! Anche all'ultimo Consiglio Europeo il nostro Paese non ha chiesto di sospendere, contrariamente ad altri, l'Accordo di Associazione fra l'Unione Europea e lo Stato ebraico, per favorire la cooperazione economica. Il ministro degli Esteri, Tajani, ha affermato che Netanyahu nonostante sia ricercato dal Tribunale penale internazionale per crimini contro l'umanità, qualora venisse nel nostro Paese non sarebbe arrestato. Oltre al sostegno politico c'è anche quello militare.

L'Italia continua a esportare armamenti e tecnologie militari ad Israele. È quanto emerge da un'analisi dell'Istituto di ricerche archivio disarmo di Roma (Iriad), che chiede di fermare questo commercio di morte.

Lo studio, incrocia dati ufficiali del Sipri, dell'Istat (portale Coeweb per le statistiche sul commercio estero) e della Relazione governativa sull'export di armamenti, smentisce le dichiarazioni pubbliche del Governo sulla sospensione delle forniture dopo il 7 ottobre 2023.

Nel periodo 2019-2024, l'Italia, secondo il Sipri, è stata la terza esportatrice e ha esportato verso Israele 26.7 milioni di dollari (23.8 milioni di euro) in maggior sistemi d'arma comprendenti 12 elicotteri leggeri AW119 Koala e 4 cannoni navali Super Rapid da 76mm prodotti entrambi dalla Leonardo, oltre alla cooperazione per il programma dei caccia F-35, con componenti italiane destinate ai velivoli di Tel Aviv.

Le esportazioni più recenti mostrano una stretta collaborazione tra Italia e Israele. Secondo il Coeweb nel 2024 l'Italia ha esportato in Israele "armi e munizioni" (cat. 93) per circa 5.8 milioni, dei quali ne esplicita solo l'11% come appartenenti alle sottocategorie "armi non letali" (cat. 9304), "parti e accessori" (cat. 9305) e "bombe, granate e siluri" (cat. 9306).

"Serve maggiore trasparenza", osserva Matteo Taucci, ricercatore di Archivio Disarmo. È urgente una mobilitazione per far rispettare la Legge 185/1990 anche alla luce del partenariato strategico con Israele che scadrà e si rinnoverà automaticamente prossimamente

Particolarmente rilevante è il capitolo delle tecnologie per "navigazione aerea e spaziale" (cat. 88), che comprende aerei, droni, radar per un valore di 34 milioni di euro. Di questi, ben 31 milioni non sono inseriti in sottocategorie dal Coeweb, rendendone difficile la tracciabilità. Rientra probabilmente in questa categoria anche la vendita del jet M346 Master, impiegato per l'addestramento militare avanzato. Va sottolineata poi l'esportazione di macchine per l'elaborazione automatica dell'informazione (cat. 8471). Come si legge nel Coeweb, nel 2024, il nostro Paese ha esportato 2,7 milioni di euro in computer industriali, lettori ottici e dispositivi per l'inserimento e l'elaborazione codificata delle informazioni, strumenti fondamentali per le infrastrutture militari, la logistica e l'Intelligenza artificiale. Tecnologie che possono essere utilizzate per il controllo dei droni.

 

Luciano Bertozzi, Rocca, 15 agosto 2025