ARMI A ISRAELE, LA
COMPLICITA’ ITALIANA
Neanche la
"guerra preventiva" scatenata da
Israele sull'Iran ha posto
fine al sostegno incrollabile del Governo
Meloni a Netanyahu. Invece di adottare
sanzioni contro chi ha incendiato il
Medio Oriente e ha reso Gaza un inferno, Palazzo Chigi
sostiene il diritto di Tel Aviv a difendersi!
Anche all'ultimo Consiglio Europeo
il nostro Paese non ha chiesto di sospendere,
contrariamente ad altri, l'Accordo di Associazione fra
l'Unione Europea
e lo Stato ebraico, per favorire la
cooperazione economica. Il ministro
degli Esteri,
Tajani, ha affermato che Netanyahu nonostante sia ricercato dal Tribunale penale internazionale per
crimini contro l'umanità,
qualora venisse nel nostro Paese non sarebbe arrestato. Oltre
al sostegno politico c'è anche quello militare.
L'Italia continua a esportare armamenti e tecnologie militari ad Israele. È quanto emerge
da un'analisi
dell'Istituto di ricerche archivio
disarmo di Roma (Iriad),
che chiede di fermare questo commercio di
morte.
Lo studio, incrocia dati ufficiali del Sipri, dell'Istat (portale Coeweb per le statistiche sul commercio estero) e della Relazione
governativa sull'export di armamenti, smentisce
le dichiarazioni pubbliche del
Governo sulla sospensione delle forniture dopo il 7
ottobre 2023.
Nel periodo 2019-2024, l'Italia, secondo il Sipri, è stata la terza esportatrice e ha esportato verso
Israele 26.7 milioni di dollari (23.8 milioni di
euro) in maggior sistemi
d'arma comprendenti 12 elicotteri leggeri
AW119 Koala e
4 cannoni navali Super Rapid
da 76mm prodotti entrambi
dalla Leonardo, oltre alla cooperazione per il
programma dei caccia F-35, con componenti italiane destinate ai velivoli di Tel
Aviv.
Le esportazioni più recenti mostrano una stretta collaborazione tra Italia
e Israele. Secondo il Coeweb nel 2024 l'Italia ha esportato in Israele
"armi e munizioni" (cat. 93) per circa 5.8 milioni, dei quali ne
esplicita solo l'11% come appartenenti alle sottocategorie "armi non
letali" (cat. 9304), "parti e accessori" (cat. 9305) e
"bombe, granate e siluri" (cat. 9306).
"Serve maggiore trasparenza", osserva Matteo Taucci, ricercatore
di Archivio Disarmo. È urgente una mobilitazione per far rispettare la Legge
185/1990 anche alla luce del partenariato strategico con Israele che scadrà e
si rinnoverà automaticamente prossimamente
Particolarmente rilevante è il capitolo delle tecnologie per
"navigazione aerea e spaziale" (cat. 88), che comprende aerei, droni,
radar per un valore di 34 milioni di euro. Di questi, ben 31 milioni non sono
inseriti in sottocategorie dal Coeweb, rendendone difficile la tracciabilità.
Rientra probabilmente in questa categoria anche la vendita del jet M346 Master,
impiegato per l'addestramento militare avanzato. Va sottolineata poi
l'esportazione di macchine per l'elaborazione automatica dell'informazione (cat.
8471). Come si legge nel Coeweb, nel 2024, il nostro Paese ha esportato 2,7
milioni di euro in computer industriali, lettori ottici e dispositivi per
l'inserimento e l'elaborazione codificata delle informazioni, strumenti
fondamentali per le infrastrutture militari, la logistica e l'Intelligenza
artificiale. Tecnologie che possono essere utilizzate per il controllo dei
droni.
Luciano Bertozzi, Rocca, 15 agosto 2025