venerdì 24 ottobre 2025

Da Rocca del 01/10/2025

Il mercato delle armi non fa più paura?

di Giancarla Codrignani


Siete mai stati sulla piattaforma di una portaerei militare disposta a ospitare cacciabombardieri a decollo rapido, stanziata, magari, nel Mediterraneo? chi ne ha fatto esperienza sa che è una piazza d'armi bianco-accecante da cui a malapena vede a distanza il mare, entità, da quel punto di vista, trascurabile. Dà vertigine, hai voglia di un appoggio che non vedi ma che ti ripari. E non è per ignoranza del valoroso mestiere della marineria.

Avete idea di che cosa sia il caccia supersonico americano B2Spirit? Un mostro meccanico lungo una ventina di metri, che ha la forma di un orrendo triangolo nero con l’apertura alare di oltre 50 metri, velocità 1.000 km/h, subsonico, invisibile ai radar, sistema di puntamento a controllo Gps, in grado di colpire 16 obiettivi diversi ogni singolo passaggio. Fa paura a qualunque cittadino, non al consorzio Regno Unito, Giappone e Italia che intendono produrre un caccia di sesta generazione da far debuttare entro il 2035. Dotato di intelligenza artificiale potrà usare armi ad energia diretta, laser, microonde o elettromagnetiche, lanciare missili ipersonici e guidare uno sciame di droni programmati. L’Italia intanto continua a servirsi degli F-35, ne possiede una quarantina, ma ne ha prenotati altri 25, un onere rilevante, per i costi degli esemplari, delle infrastrutture, della manutenzione. Ma “nostri”, senza un pensiero alla necessità di una difesa comune europea.


IL POTENZIAMENTO DEGLI ARMAMENTI

Interessante il progresso impressionante di tutti i veicoli bellici. Novità anche nelle armi per le quali vengono costruiti i sofisticatissimi vettori. Gli Stati Uniti d’America - pensando alle ricerche nucleari dell'Iran e temendo lo sviluppo del centro di ricerche di Fordow  dell'arricchimento dell'uranio conservato a 89- 100 m del sottosuolo - stanno progettando la bomba GBU-57/B, la Moab, “madre di tutte le bombe”, della serie Mop, Massive ordinance penetrator, da mettere in pancia al B-2 Spirit. Può portare 2.250 kg di esplosivo ed è programmato per penetrare in profondità (per ora 8 metri) strati di cemento armato ed esplodere all’interno del bunker. Il primato della modernizzazione va all'aeronautica, ma anche l'esercito rinnova i propri mezzi corazzati e prepara sia un nuovo carro armato a sistema Panther, sia innovazioni dei veicoli da combattimento, sia, soprattutto, un nuovo elicottero, l’AW249 Fenice, per sostituire, entro il 2028, il vecchio Mangusta per agire in sinergia con altri modelli nel quadro cooperativo Nato. A questo fine continuiamo a produrre carri armati: dovremmo prevedere l'esercito comune unitario, ma attualmente l'Europa conta su 6000 carri armati da battaglia costruiti in 17 modelli diversi. Tenendo conto che gli Stati Uniti hanno un modello solo, l'M1 Abrams con varianti programmate, gli europei restano distanti anni luce dal cosiddetto Main ground combat system.

Non va dimenticato lo spazio, rassegnati a ricerche e progettazioni non solo scientifiche che possono portare alla militarizzazione dello spazio. Vogliamo andare su Marte? La Space Force ha programmato la piattaforma per mandare in orbita lo spazioplano X37B, con tecnologie d’avanguardia; un nuovo lancio in agosto dalla base Kennedy in Florida controllerà le capacità di manovra orbitale della piattaforma, ospiterà esperimenti di comunicazione laser inter-satellitari e sensori quantistici per la navigazione autonoma anche in assenza di copertura Gps. I ragazzini sono stati imbottiti di guerra stellari e forse si entusiasmeranno. Ma gli stiamo invadendo lo spazio, non quello dei video, ma della coscienza.


IL PREZZO DELLA PACE

La scienza avrebbe proiezioni ideali verso un futuro di ulteriori scoperte e progressi per la salute degli umani, della terra, del cosmo e segnalano i benefici di un'educazione destinata a durare dal nido all’educazione permanente per una società destinata a vivere valorizzando le arti della pace. Ma sono ancora poche le università pubbliche, non sempre ben finanziate dai governi, che rifiutano proposte indirizzate alla ricerca bellica, mentre gli economisti - consapevoli di vivere una fase strana del capitalismo che alimenta il debito delle nazioni per non parlare dei dazi - indulgono a cercare profitti in settori redditizi del sistema come il mercato delle armi. Perfino i sindacati sembrano scontenti che i governi alimentino il settore armiero, ma subiscono il ricatto di una produzione che non ricorre alla cassa integrazione. Eppure tutti sappiamo che, dietro la propaganda dei patrioti sovranisti, il sistema, fiaccato dalle conseguenze dei dazi imposti dal presidente Trump, andrà in crisi se non rilancia la produzione e dà respiro ai ceti deboli. Se ci saranno sacrifici da sostenere, saranno per dare forza alla politica di pace o per gestire i programmi di difesa acquistando armi dall'America? 

Si fatica a capire. La gente "odia la guerra", ma è vulnerabile dalla disinformazione e non sa più far sentire la propria voce con il voto quando c'è probabilmente la possibilità di prevenirla. 

Anche se il realista dice che la guerra c'è sempre stata e bisogna rassegnarsi quando torna, non ci si casca dentro impunemente. Restano un mistero le ragioni del desiderio perverso che induce a mettere a rischio la vita quando qualche forza malsana induce a indossare una divisa. Prevalentemente nei maschi - ma in un regime di modello unico anche le donne subiscono l’omologazione - è evidente il bisogno di versare sangue, se la possibilità alternativa di guerra elettronica o satellitare è già ipotizzabile. Il nemico “deve esistere” anche se è lo stesso che ieri era indifferente o amico. E devi “fargli del male”, a lui e alla sua famiglia, alle sue città, fino a preferire di causare più vittime civili che militari. E inventiamo armi di offesa diretta, incivili fin dal nome: armi a energia diretta, lanciatori di microonde, frequenze radio, laser, trasmettono ordini, sensazioni o distruggono le capacità nervose, cannoni sonori che rendono sordi anche per sempre, schiume antisommossa paralizzanti. Senza contare l'impiego dell'intelligenza artificiale che, se usata in campo strategico, rende inevitabile preferire i generali del Pentagono che sanno che cos’è la guerra. Con queste prospettive, che cosa sarà mai il nucleare o il ritorno della leva? Come mai quando gli USA imponevano i missili a medio raggio a Comiso, la protesta riempiva le piazze? L'articolo fa paura? Giustamente: bisogna evitare di confidare nella forza, che diventa facilmente la forza delle armi. La speranza, diceva papa Francesco, è una virtù attiva. Intanto la pace è un diritto. Se deve essere disarmata e disarmante, ci chiede di non disperare e tornare a fare politica.