venerdì 24 ottobre 2025

Da Tempi di Fraternità di ottobre 2025

Non ci sarà pace sul pianeta finché non ci sarà pace in Gerusalemme (Card. Martini)


Sono profetiche le parole del card. Martini. Giorno dopo giorno le atrocità che vengono commesse in quel tratto di mondo ci lasciano sbigottiti, senza parole. 

Allora, dopo tutti gli articoli e tutte le analisi possibili, forse solamente le parole della poesia possono aiutarci a non arrenderci, a fare la nostra parte per non sentirci complici.

Due poesie: David Maria Turoldo l’ha scritta oltre trent’anni fa ed è di un’attualità sconcertante, Gianfranco Monaca legge con gli occhi di oggi ciò che accade.


di David Maria Turoldo

Perdonami se ora vien meno l’amore

d’un tempo, e tentazione mi assale

di sdegnato ripudio, Israele.


Un serpente giallo, - son certo, -

ti percorre le viscere, il serpe

di un odio che è solo tuo,

di come a te solo è dato odiare.


Orgoglio, non più

elezione divina fa

che tu sia

questo infelice Israele,

per prodigio sopravvissuto

al genocidio.


Ora di un genocidio tu

artefice,

con perversa passione e fame 

prima che di morte - 

di umiliare fratelli, di te

in questa causa più degni.


Son fratelli tuoi, soli,

senza aiuto di alcuno

senza che un solo paese li accolga.

Sono essi e non tu

il Servo nuovo di Jahvè:

il povero e nudo e forte

Cristo che si avvicenda

nel patire del mondo.

(…)

Invece i tuoi soldati ora pare di scorgere

tutti con gli stessi occhi azzurri

che avevano i tuoi assassini…




di Gianfranco Monaca

Prevenire è meglio che curare,

Erode, il saggio, l’ha capito:

poteva diventare un terrorista

quel bambino di Nazaret,

e questo è immorale:

sarà vaccinato tutto il gregge.

Erode dispone dell’esercito

più morale del mondo

(lui sa cos’è morale e cosa non lo è)

un esercito di benefattori.

Erode è moderno,

procede in modo scientifico.

Il vaccino ha tre fasi:

prima: distruggere le loro case;

seconda: ridurli alla fame e alla sete;

terza: fondare un’organizzazione

umanitaria

di benefattori

per distribuire farina, latte in polvere

e acqua pulita.

Non si sono messi in fila

hanno creato disordine

(il disordine è immorale)

e i benefattori li hanno curati

prima che diventassero

terroristi,

per amore

di pace.


La madre - le madri - di Nazaret e di Rama

(streghe che hanno avuto commercio

con belzebù il Terrorista)

potrebbero 

partorire terroristi

Rachele piange i suoi figli 

e non vuole essere consolata

per i suoi figli, perché non sono più.


Se vuoi la pace

devi fare un deserto.

E’ il suo Dogma

Scientifico

(Erode non parla con la stampa 

internazionale: è immorale).


E’ immorale

lasciare improduttivo il deserto,

Il turismo immobiliare 

lo farà fiorire.

Rachele potrà fare carriera

come sguattera.




Da Rocca del 01/10/2025

Continuare a osare la pace

di Tonio dell’Olio


Come non dare ragione ad Alberto Negri che sulle pagine del Manifesto scrive: “Siamo oltre l'estremismo sionista più radicale: Israele è ormai uno Stato-mafia, uno Stato terrorista. Prepara una trappola e agisce come un killer verso chiunque, finge di negoziare e poi uccide i negoziatori. Non ha e non riconosce limiti: il diritto internazionale ormai per Tel Aviv è una nota a piè di pagina da ignorare con fastidio”. Quella verso i negoziatori di Hamas è stata una vera e propria esca, una botola preparata nel modo più ingannevole possibile perché si è servita di una stretta di mano per nascondere l'altra mano dietro la schiena con un coltello mortale. Sembra schiacciare definitivamente sotto una pietra tombale ogni barlume di soluzione negoziale che sarebbe servita anche alla liberazione degli ostaggi superstiti da riconsegnare alle rispettive famiglie che sono in pena e in protesta. E forse Netanyahu non attende altro che la soppressione degli ostaggi da parte di Hamas. In quel modo non avrebbe più alcun timido ostacolo per completare genocidio e pulizia etnica e semmai avrebbe una ragione in più per compierli. Questo lo capiscono anche nel campo avverso e pertanto non procedono in tal senso nonostante l'affronto dell'attacco in Qatar. Certo, sono consapevole che queste considerazioni - messe nero su bianco - espongono chiunque le scriva, all'accusa di antisemitismo ma ultimamente è anche peggio. Basta farsi un giro su israele.net il sito internet che è l'organo di informazione israeliano in lingua italiana per rendersene conto. In un articolo di Ugo Volli si arriva ad accusare “politici, giornalisti, intellettuali e influencer che credono di essere pro-palestinesi e invece appoggiano solo il terrorismo e le sciagure che esso porta anche ai loro protetti”. La ragione è presto detta: “L'enorme successo in Occidente della propaganda di Hamas - scrive Volli - è forse la ragione principale del prolungarsi di questa guerra che i terroristi hanno da tempo perduto sul terreno. Il fatto di avere così tanti tifosi nei media, nella politica, nelle manifestazioni, con le conseguenze di flottiglie, dichiarazione di riconoscimento della ‘Palestina’, boicottaggi di Israele e degli ebrei, atti di violenza e di ‘lotta’ in Europa e altrove, incoraggia i terroristi a tenere duro nonostante le perdite, perché dà loro il senso di una possibile vittoria politica (…)”. Insomma va a finire che i mandanti del massacro nella Striscia di Gaza e degli attacchi sferrati in tutto il Medio Oriente, siano politici, giornalisti e attivisti che chiedono il rispetto del diritto internazionale e della dignità umana nonché una soluzione negoziale condannando la violenza da qualunque parte essa sia operata, da Hamas come dal Governo israeliano. Concludo perciò con un pensiero di Dom Helder Camara che mi è capitato di ritrovare in questi giorni e che lascio alla sedimentazione intima di ciascuna e ciascuno: "Noi che vogliamo essere artigiani di pace non dobbiamo aver paura di parlare di argomenti brucianti, di sollevare problemi che tocchino alcuni sul vivo, di rischiare di essere graditi o di deludere. Dobbiamo ‘osare la pace’”.