sabato 25 ottobre 2025

da Tempi di Fraternità di ottobre 2025

Una porta stretta per ognuno

di Luigi Berzano


Gesù stava passando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: <<Maestro, sono pochi quelli che si salvano?>>. Rispose: <<Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare dicendo “Aprici! Aprici!”. Ma egli vi risponderà “Non so di dove siete”. (…) Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi saranno degli ultimi che saranno primi, e vi sono dei primi che saranno ultimi>> (Vangelo di Luca, 13,18-30).


Per un grande martire del nostro tempo quale fu il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer la porta stretta per il cristiano rimane solo questa: operare verso le creature secondo giustizia/amore e praticare la preghiera. Per Bonhoeffer la porta stretta fu pure l’opposizione al nazismo a costo della vita nel campo di sterminio di Flossenburg nel 1945.

Per il pastore luterano Dietrich la vocazione del cristiano era uno stile di vita non religioso, come è stato in parte quello di Gesù. Uno stile di vita che annuncia la pace di Dio con gli uomini, non in quanto "uomini e donne religiose", ma in quanto creature umane. Sono tanti i segni di questo modo di essere-di-questo -mondo dei cristiani. Non il modo povero ed estenuato di essere-di-questo-mondo nell'arroganza, ma in quello della fraternità. Da questo pare nasca il tempo in cui anche le “parole religiose” sono pronunciate in modo tale che il mondo ne sia ravvivato.

Questa immagine della porta stretta è presente in un grappolo di piccole parabole anche in Marco e Matteo. Sono tra le più autentiche dei Vangeli. La loro brevità indica la loro veridicità e Gesù probabilmente si è espresso proprio in questi termini. Sono i "loghia" che riportano pure i Vangeli apocrifi, come quello di Tommaso.

Poco dopo l'immagine della “porta stretta” Gesù (nella versione di Luca) dice: <<Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio… Allora tutti i modi di valutazione di questo mondo saranno ribaltati. Alcuni tra gli uomini saranno i primi e alcuni tra i primi saranno gli ultimi>>. Diversamente da Luca, il Vangelo di Matteo (20,16), che non a caso è stato scritto avendo presente i cristiani che provenivano dal paganesimo, scrive più duramente gli ultimi e i primi e non alcuni tra. Cosa avrà detto Gesù? “Alcuni tra i primi saranno…”; oppure “I primi saranno…”.

E’ in tale contesto che Gesù parlava della "porta stretta" in cui tutti avrebbero dovuto passare, ebrei e non ebrei, cioè i "pagani" come presto vennero chiamati i non ebrei. La valutazione finale scompiglierà le appartenenze e le primogeniture. Al tempo Gesù gli ebrei erano i "giusti" esclusivi, chiusi verso gli altri; invece i gentili, i pagani, erano inclusivi, accoglienti. Oggi le vecchie popolazioni cristiane sono in parte infedeli e le popolazioni pagane sono convertite. Il messaggio evangelico si usura presso i cristiani e le chiese sempre più esauste. Ma si infiamma presso i non credenti come un messaggio nuovo. Per tutti, anche oggi, il messaggio evangelico con la sua radicalità della giustizia e dell'amore è ancora la "porta stretta". 

Anche oggi questo maestro mite richiede a chi lo segue la forza di passare per una “porta stretta”. La porta è la soglia dove comincia e dove finisce la casa: dove cominciano e dove finiscono l’io o il noi, il tu o il voi. La porta è il limite dove l’interno comunica con l’esterno, dove ciò che è individuale comunica con ciò che è comune. La porta spalancata richiama la piazza. La porta appena sufficiente per entrare richiama l’intimità essenziale.

La porta è immagine di ciò che è la vita, sia fisica che spirituale. Anche la porta per nascere e stretta, ma è la sufficienza essenziale per entrare nel mondo, il limite tra un io e il noi

La porta stretta è sempre una piccola cosa che ha l’immensa forza di capovolgere tutto nel bene o nel male. Spesso la porta stretta è tenuta chiusa dalle nostre paure e dalla mancanza di fiducia. Per attraversarla, non c'è che buttarsi, senza dare ascolto alla paura. E’ “la paura del passo dell’uscio”, come dice il proverbio per indicare la paura di fare il primo passo in una nuova avventura, compresa l’avventura di prendere sul serio la proposta di Gesù della giustizia/amore e della preghiera. La porta stretta ha molti nomi per ognuno di noi. Ognuno ha la sua porta stretta, la mia è stata la ValleAndona in cui entrare e stare tutta la vita. Ma, oltre ai tanti nomi, la porta stretta ha poi un nome comune a tutti. Il nome è quello di entrare nella vita, e poi onorarla con la giustizia/amore e la preghiera.