martedì 7 ottobre 2025



Londra. Anglicani, per la prima volta una donna a capo della Chiesa d'Inghilterra


Avvenire 3 ottobre 2025


La Chiesa anglicana d’Inghilterra avrà per la prima volta nella sua storia come primate una donna, Sarah Elizabeth Mullally, 63 anni, che è stata eletta arcivescovo di Canterbury, titolo che la rende anche primus inter pares tra i primati della Comunione anglicana.

L’annuncio è stato dato stamattina al numero 10 di Downing Street, al termine di un processo iniziato con un’articolata consultazione ecclesiale affiancata da una consultazione pubblica, poi con la scelta del nome di Mullally da parte della Canterbury Crown Nominations Commission – organo composto da 17 membri di nomina reale – il quale l’ha proposto al primo ministro Keir Starmer, che a sua volta l’ha sottoposto al re. E Carlo III l’ha approvato in qualità di governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra. L’insediamento ufficiale è previsto a marzo 2026 dopo una serie di passaggi nei prossimi mesi tra cui l’elezione formale da parte del decano e del Capitolo della Cattedrale di Canterbury.

Mullally succede nell’incarico a Justin Welby, che aveva annunciato le sue dimissioni da arcivescovo di Canterbury il 12 novembre 2024 – diventate effettive il 6 gennaio di quest’anno – dopo essere stato accusato di non aver preso provvedimenti adeguati nei confronti di un abusatore seriale di adolescenti che frequentava da volontario i campi giovanili anglicani.

Mullally, nata nel 1962 a Woking, città di sessantamila abitanti nella contea del Surrey, ha abbracciato la fede anglicana all’età di 16 anni...Divenuta sacerdote anglicano nel 2002, nel 2004 ha deciso di lasciare gli impegni civili e di dedicarsi a tempo pieno al servizio pastorale. Ricevuta nel 2015 l’ordinazione episcopale – quarta donna a diventare vescovo nella Chiesa d’Inghilterra – ha guidato prima la piccola diocesi di Crediton e dal 2018 la prestigiosa arcidiocesi Londra…

«Lavare i piedi ha plasmato la mia vocazione cristiana: come infermiera, poi come sacerdotessa, poi come vescova» ha detto la nuova primate anglicana in un breve discorso nella cattedrale di Canterbury, «nel caos apparente che ci circonda, nel mezzo di una così profonda incertezza globale, la possibilità di guarigione risiede in atti di gentilezza e amore».

Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, ha dato il suo benvenuto a Sarah Mullally in un comunicato a nome della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles di cui è presidente. «Porterà con sé molti doni personali e la sua esperienza nel suo nuovo ruolo» ha scritto il porporato, «insieme risponderemo alla preghiera di Gesù affinché “siamo tutti una cosa sola” (Giovanni 17,21) e cercheremo di sviluppare i legami di amicizia e di missione condivisa tra la Chiesa d’Inghilterra e la Chiesa cattolica romana».


Parole di augurio anche da parte del cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, che ha inviato una lettera al nuovo arcivescovo di Canterbury «Sono consapevole che le sfide che la Chiesa d’Inghilterra e la Comunione anglicana devono affrontare in questo momento sono considerevoli – ha scritto Koch – e che la nomina di un nuovo arcivescovo è stata attesa con grande interesse e aspettativa. Prego affinché il Signore la benedica con tutti i doni necessari per il ministero molto impegnativo al quale è stata ora chiamata, rendendola uno strumento di comunione e di unità per i fedeli che servirà. La Chiesa cattolica e la Comunione anglicana sono impegnate in un dialogo teologico formale da quasi sessant’anni, durante i quali siamo cresciuti notevolmente nella comprensione e nell’affetto reciproci. Nonostante le tensioni occasionali, questo lavoro di ricerca di una comunione più profonda è stato sostenuto dal calore dei rapporti tra i pastori delle nostre due comunioni. Ciò è stato particolarmente evidente dopo la morte, all’inizio di quest’anno, di papa Francesco, quando molti vescovi della Comunione anglicana hanno partecipato al funerale. Vi ringrazio per la vostra presenza in quell’occasione. È mio fervido auspicio che tale vicinanza possa continuare negli anni a venire, mentre continuiamo a “camminare insieme sulla via”».