da Domani del 18/11/2025
Una rabbina in Calabria: <<Sono qui per ritrovare l’ebraismo nascosto>>
di Gabriella Cantafio
Nata in Pennsylvania, gestisce la sinagoga di Serrastretta dal 2004, <<Ci sono altre 200 comunità ebraiche in questi borghi del Sud>>.
<<Mi sono trasferita in Italia, nella terra dove sono nati i miei genitori, per ritrovare le mie radici>>: così Barbara Aiello, nata 78 anni fa a Pittsburgh, in Pennsylvania, spiega la motivazione per cui, dopo essere stata ordinata rabbina presso l'International Rabbinical Seminary di New York, dal 2004 vive a Serrastretta. Qui, nel borgo calabrese noto per la lavorazione delle sedie impagliate e per il museo dedicato alla cantante Dalida, ha dato vita alla prima e unica sinagoga attiva in Calabria. <<Ho mantenuto la promessa fatta a mio padre: era consapevole delle origini ebraiche della sua famiglia, ma non abbracciò la sua eredità ebraica fino all’esperienza vissuta come liberatore del campo di concentramento di Buchenwald. Da quel momento, sentì che l’ebraismo era un dono prezioso e mi chiese di ridestarlo in Calabria, tra gli ebrei nascosti che vivono qui>>, racconta.
Tradizioni perdute
Aiutare la comunità locale a ritrovare le radici ebraiche e riscoprire le tradizioni perdute è la missione quotidiana di rabbi Barbara. Tra le montagne, dove oltre 40 anni fa alcune famiglie ebree perseguitate si rifugiarono creando quello che inizialmente era un villaggio isolato, diffonde la luce eterna dell’ebraismo. Proprio questo è il significato dell’espressione ebraica Ner Tamid del Sud, che dà il nome alla sua sinagoga.
Un giardino ricco di alberi da frutto e ortaggi, con simboli ebraici come la stella di David che campeggia tra i vasi di piante grasse, dà il benvenuto ai circa 80 fedeli che arrivano anche da fuori regione. <<Sono la loro guida spirituale. Spesso giungono qui con problemi o difficoltà e offro loro soluzioni basate sui principi della Torah (testo sacro dell'ebraismo ndr). Ascolto e preghiera sono fondamentali>>, afferma. Nel suo piccolo tempio ebraico, tra i shofar, corni suonati per chiedere perdono, e la collezione di Chanukkiyah, candelabri a nove bracci utilizzati durante la festa di Hannukkah (Festa delle luci), con il suo accento americano che resiste nonostante i due decenni immersa nella natura della Sila catanzarese, accoglie anche visitatori ignari delle proprie origini ebraiche. Finora, oltre alla tradizione ebraica di Serrastretta, ha individuato oltre 200 comunità ebraiche in altri borghi calabresi, come Tiriolo e Bova Marina, ma anche a Reggio Calabria e Catanzaro. <<Per visitatori e fedeli che arrivano da lontano, dalla Sicilia, da Napoli o addirittura dall'America, offro il weekend Shabbaton, che prevede la partecipazione a momenti di preghiera e pranzi conviviali, a cui seguono passeggiate con l'intonazione di canti e corsi di studio biblico nel nostro giardino>>, spiega. A settembre, con i suoi fedeli celebra il Rosh Hashanah (il capodanno ebraico) nell'ex campo di concentramento di Ferramonti, vicino Cosenza. Il suo insegnamento è rivolto anche a chi intende convertirsi all'ebraismo.